Nel 2001, per la prima volta nella loro storia, gli Stati Uniti sono stati attaccati nel loro territorio.
E in modo pesante…
Alcuni gruppi di terroristi di Al Qaeda si sono impadroniti di quattro velivoli e li hanno dirottati verso bersagli iconici dell’America e hanno provocato gravissimi danni e migliaia di morti.
Tanto è bastato perché il presidente Bush indirizzasse la rabbia del pubblico americano verso alcuni bersagli sensibili, ma sbagliati.
L’attacco contro l’Afghanistan, supposto nascondiglio di Osama Bin Laden, e successivamente contro l’Iraq di Saddam Hussein, in precedenza alleato dell’occidente, hanno dimostrato negli anni che l’amministrazione americana ed i loro alleati inglesi avevano commesso, per vari motivi, un grave errore.
A venti anni dalle ritorsioni l’Afghanistan è tornato saldamente nelle mani dei Talebani, e l’Iraq, una volta unito nelle mani di Saddam Hussein, è diviso in vari territori in lotta fra di loro, a seconda dei fattori religiosi e nazional-tribali, come ogni buon conoscitore di geografia può tranquillamente determinare.
È stato un disastro. E dei risultati, gli Stati Uniti, possono rimproverare soltanto le loro amministrazioni.
Ma c’è di più, pur non essendo io un politologo a livello professionale, posso osservare però due dati molto importanti.
È dal 1979 che l’Iran ha istituito un sistema teocratico, in cui degli Imam sciiti si sono sostituiti al regime dello Shah e vogliono far applicare la sharia a modo loro.
Ebbene, in quarantacinque anni, gli Stati Uniti, con tutte le loro pressioni e sanzioni, non hanno ottenuto molti risultati e oggi vediamo che l’Iran risulta avere molti stati amici ed ha una forte influenza in tutto il Medio Oriente.
La famosa linea di contenimento USA non ha funzionato e l’Iran rappresenta un fattore destabilizzante in tutto il mondo.
Un altro grave fallimento della politica estera americana.
E la Russia? Una grande nazione che sembrava completamente sconfitta e quasi sottomessa nel 1991, ritorna ad essere aggressiva e minacciosa, vantandosi delle sue cinquemila testate nucleari, che ci sono, non è un bluff.
Ma le amministrazioni Clinton e Bush, invece di inventarsi guerre regionali, non hanno visto il pericolo di un ritorno della Russia, specialmente in campo militare?
Certo, la Russia non è un colosso economico, ma è piena di risorse, non può essere presa sotto gamba; inoltre abbiamo visto che le sanzioni post invasione Ucraina non hanno provocato danni gravissimi, ma anzi vediamo ogni giorno che la sua industria pesante, quella creata da Stalin cento anni fa, continua a produrre carri armati, cannoni, bombe.
E chi più ne ha più ne metta.
Signori, vogliamo ricordarci delle foto in cui Bush abbracciava Putin, Angela Merkel lo trattava come un fratello e Berlusconi organizzava con lui bunga bunga in Sardegna?
Tutto ciò è storia recente, ma pochi anni dopo è l’Ucraina a dover sopportare i bombardamenti e stragi da parte di una armata che in certi momenti ricorda gli incursori nazisti della Seconda Guerra Mondiale.
Certo, non è tutta colpa dell’America, ma vorrei sapere cosa ne pensava il vecchio Kissinger di questi enormi problemi.
L’America aveva la forza e le risorse per isolare, bloccare le velleità di questi due grandi paesi, ma non l’ha fatto, si è limitata a vane minacce ed urlacci, che però non sembrano preoccupare troppo né i preti di Teheran, né il nuovo Zar del Cremlino.
Viator
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