Cara Amica che mi scrivi:
“Ho partecipato a Convegni e incontri e riunioni (in Francia, recentemente, per il Monte Bianco), ma con poca speranza di esito positivo per il futuro . Non voglio cedere, però,al pessimismo della ragione e allora continuo a resistere nell’ impegno morale di una difesa della vita che scaturisce dal più profondo di me stessa e che mi fa sentire sempre di più, religiosamente direi, parte della natura“.
La ragione ( che ha diritto di veto ) è davvero sempre pessimista ? O ha invece una parte di una verità così dolorosa che preferiamo tralasciare ?
Quel che tu vivi ( e anche io vivo ) e che così dolorosamente patiamo è una realtà di questa nostra povera- e oggi misera storia- dove l’essere non è più umano e quei pochi che resistono sono esterefatti da tanta malagrazia, da tanta bruttezza, incapacità, mala di tutto. Tutto ridotto a prodotto e profitto, il magnifico pluralismo delle differenze frullato e omogeneizzato nella globalizzazione, la natura diventata risorsa, l’essere umano esubero. Lo stato, la scuola, la sanità : aziende, dalle quali trarre il massimo del profitto, una nuova schiavitù tenocratizzata e finanziarizzata. Pensiero critico ? Pensiero del cuore ? Ci uccidiamo da figli e da genitori. I nostri morti? Le nostra culture, tradizioni, lingue? Polvere da spazzar via, e in fretta, con l’ultima novità elettrica. Siamo diventati spazzatura e infatti ne siamo sempre più sommersi.
Ma quei pochi umani resistono e sono ancora utopici sognatori, i veri co-creatori che vedono l’Invisibile e in quello dirigono energie, pensieri, amore.
Questo è quel che possiamo, ognuno epigono, partecipante di quella Lega dell’infinito pellegrinaggio verso Oriente, una lunga fila che Hesse – come noi – vive e vede: Mozart e Klingsor, Novalis Leo e Boccadoro…e noi mettiamoci i nostri: Magris ( sempre più rattristito) , Rilke ( con il suo guizzo di fontana ) Salinas ( il poeta della mancanza ) Pasolini ( il vero nostro grande debito ) Wislava ( la necessaria poesia per vederla la guerra ) e poi… tutti in fila con a capo Don Chisciotte e il sapiente Sancho…mai sconfitti, mai compresi.
Eppure: ” Qualche cosa stava succedendo, come un fluire, uno sciogliersi lentissimo ma ininterrotto: dal mio ritratto qualcosa si scioglieva o fluiva passando nel ritratto di Leo, e così potei notare che la mia immagine stava per donarsi sempre più a Leo e per effondersi, per alimentarlo e raffozzarlo. Col tempo l’intera sostanza sarebbe probabilmente passata da una delle immagini all’altra e ne sarebbe rimasta una sola: Leo. Egli doveva crescere, io diminuire. Mentre stavo a guardare e cercavo di capire ciò che vedevo, mi tornò in mente un breve colloquio che nei giorni di festa a Bregmarten avevo avuto con Leo. Si era detto che i personaggi di opere poetiche sono di solito più vivi e reali dei loro poeti.”
Questo , a volte, è vero ma, come sempre si tratta d’essere la differenza. Oggi più che mai anche il Poeta ha da mettere le mani nella spazzatura e vederla e annusarla e dire No.
A chi ci chiede arrogante: “allora tu che dici no, dimmi una soluzione, dammi la procedura per cambiare!” Come se ci fossero procedure o modelli alla trasformazione che è sempre in atto ! Oggi, qui e ora è la vita, la resurrezione, la trasformazione, la rivelazione. Un formidabile silenzio per una nuova parola non vana.
Oggi dire NO è un atto rivoluzionario ! Non ci sto. Sto con Don Chisciotte e Sancho, pronti a scendere da cavallo e finalmente iniziare quel dialogo non dialettico, il solo che porta la Vita al suo centro, dove tutto e tutti hanno il loro posto.
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