Alcuni mesi fa la nostra attivissima Primo Ministro si era recata in Albania per conferire con il Presidente Rama su un progetto ambizioso.
Si trattava di trasferire in Albania una parte degli emigranti arrivati in Italia, per lo più a Lampedusa, in modo da creare una hub dove effettuare uno screening accurato e stabilire quali immigranti potessero rimanere in Italia e quali dovessero essere rispediti nei loro paesi d’origine.
Uno scherzetto da ottocento milioni di Euro, visto che l’Italia dispone di tanto denaro da poter fare sostanziosi investimenti all’estero…
La stessa Prima Ministra ha strombazzato di questa iniziativa come se potesse essere copiata o imitata da Francia, Germania o Gran Bretagna, ma per il momento sembra che nessuno voglia fare la scimmietta della Meloni.
Dopo alcuni mesi e un consistente lavoro edilizio, finalmente il progetto è partito il 16 ottobre 2024.
Abbiamo assistito ad uno spettacolo hollywoodiano, in cui numero sedici immigranti sono stati trasferiti nell’impianto italo-albanese.
Con mia grande sorpresa, ho visto una sorta di cacciatorpediniere, di quelli che sono varati a Genova o Monfalcone, una vera e propria moderna nave da guerra, delegata a portare i sedici sperimentatori.
Potete soltanto immaginare il costo in carburante del passaggio Italia-Albania, da moltiplicare per due: ci scapperà forse un importo di mezzo milione di Euro, forse di più.
Arrivati sulla solida terra skipetara, i sedici hanno finalmente avuto l’onore della visita medica.
Risultato: due sono bambini, quattro sono malati, quindi sei persone da riportare immediatamente in Italia; dieci rimangono in Albania a godersi il villaggio turistico…
Dimenticavo di sottolineare che lo scherzetto meloniano verrà a costare una cifra intorno agli ottocento milioni di Euro, un quarto di quanto destinato al servizio sanitario nazionale nel 2024.
Questo è il modo di condurre le finanze allegre in Italia, mentre il ministro Giorgetti esorta a fare sacrifici, specialmente agli operai sottopagati e ai pensionati.
Questa operazione, che si potrebbe definire “vacanze romane in adriatico”, si è già dimostrata dal primo giorno per quello che è, una colossale presa in giro di chi lavora.
Qui non si tratta di governi di destra o di sinistra, si tratta di cattiva gestione del denaro pubblico, che viene considerato come una sorta di torta gigante da affettarsi secondo gli interessi “particulari”.
Chissà perché, è sempre da Roma che partono queste iniziative fallimentari, ed io, come tanti altri mi chiedo: quando le singole regioni si occuperanno seriamente della loro reale esistenza, pagando in Emilia Romagna le spese per le alluvioni subite, senza mandare i soldi a Roma e così, una per una, tutte le regioni concentrate sui loro problemi, senza che un governo centrale, ma inadeguato ed incapace di seguire i problemi locali, aspiri le risorse prodotte dalle singole regioni e ne faccia scempio a proprio uso e consumo.
Ce lo dicono chiaramente la Germania Federale e gli Stati Uniti d’America, che non mi sembrano dei paesi sottosviluppati.
Sono centocinquanta anni che le regioni periferiche si sottomettono al diktat di Roma, ma a me sembra che non ci sia mai stato un Mosè, un Cristo, o un Maometto che abbia delegato a Roma, tramite un potere divino, l’autorità di succhiare il sangue agli altri italiani.
Facciamo funzionare il buon senso e vedrete che le cose, almeno un po’, andranno meglio.
Viator
Commenta per primo