Giusto per ricordare a coloro che dicono…sempre il solito “trombone”…si tratta di un professore universitario nonchè direttore del Center for Sustainable Development della Columbia University. Per tre volte consulente economico di tre segretari generali delle Nazioni Unite, ha contribuito in modo significativo alla formulazione e all’attuazione dei “Sustainable Development Goals” (SDGs) delle Nazioni Unite stesse. E’ lo studioso che ci ha fatto presente come e con quali tempi gli Stati membri delle Nazioni Unite sono riusciti a raggiungere gli obiettivi nel 2015. Tra le altre cose, essi mirano a porre fine alla povertà, a proteggere il pianeta e a promuovere la prosperità per tutti. Specifici obiettivi devono essere raggiunti entro il 2030. ricorda spesso che per lo sviluppo sostenibile sono necessari finanziamenti globali, in particolare per l’istruzione, la sanità, le energie rinnovabili e le infrastrutture digitali. Tutto il contrario di quanto ci sta succedendo in questi giorni con il PIL nazionale legato sempre di più alle produzioni di armi e alla sicurezza. Non solo…si tratta di colui che, in più occasioni ci ha ricordato quanto la competizione per il potere mondiale abbia bisogno di regole certe e applicabili ovunque.
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Alla luce di questa estrema competizione, in particolare tra Stati Uniti, Russia e Cina, è necessario un sistema di regolamentazione delle relazioni internazionali più forte, guidato dalle Nazioni Unite, per stabilire e garantire la pace. Per quanto riguarda le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e le biotecnologie, il professor. Sachs chiede trasparenza e buona governance per massimizzare i benefici pubblici.
Il professor Sachs cita i meccanismi di finanziamento globali come prerequisito per garantire che ogni bambino abbia accesso a un’istruzione di qualità. Come quinta tesi, lo scienziato chiede un’ONU più rappresentativa e meglio finanziata, che non dipenda più da pochi Paesi potenti. Ha proposto tasse internazionali per garantire la stabilità finanziaria dell’ONU e l’introduzione di un’assemblea parlamentare che rappresenti tutti i popoli. Esattamente il contrario di quanto sta succedendo ora, almeno a partire dal febbraio 2022. E riguardo ad Israele è ancor più duro… La “Clean Break” di Pearle, ormai di fine XX secolo, vera applicazione del sionismo più intransigente, prevede l’allontanamento del competitor “primo” cioè il popoo palestinese. Parole taglienti come il vetro che condannano senza appello l’attuale regime di Netaniahu con un occhio fisso e implorante nell’area contraddittoria della sinistra israeliana. Vedremo gli sviluppi a breve.
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