L’ “ambiente” in Costituzione…ma non è in prima pagina

Ci sono voluti molti anni e diverse legislature per arrivare a questo risultato. Il concetto di ambiente, di biodiversità e di ecosistemi è entrato nella nostra Carta costituzionale.
È un fatto dei più importanti. Il fatto più importante della giornata.
Questo cambia del tutto il nostro approccio con la tutela del nostro Paese. Avviene 50 anni dopo la prima Conferenza mondiale sull’ambiente umano (Stoccolma, 1972), 50 anni dopo il rapporto “I limiti dello sviluppo”, commissionato dal Club di Roma di Aurelio Peccei al Mit di Boston, 30 anni dopo l’Earth Summit di Rio de Janeiro (1992), a quasi cento anni dalla nascita di Antonio Cederna (1921), a 100 anni dall’istituzione del primo Parco nazionale d’Italia (il Gran Paradiso, 1922), a 200 anni dalla creazione del Corpo forestale italiano (1922).
Ma nonostante tutto, per i siti dei grandi quotidiani, l’ambiente in Costituzione è una notizia da quinto, sesto, settimo e persino nessun posto sulle loro home page e nelle loro prime pagine.
Sintomo che l’ambiente non interessa, non fa notizia se non per alimentare la polemica della cronaca politica quando serve, se non quando si parla di capitali e di energia, se non quando è utile sbertucciare Greta o criticare i giovani in piazza, se non quando è rotocalco, curiosità, amenità o “colore”.
Persino la notizia dell’estetista cinica viene prima.
Per un momento ieri ci eravamo illusi: ci eravamo detti tutto cambia. E, a leggere le notizie, nulla è cambiato.
Ha detto una volta Philip K. Dick che la realtà è quella cosa che anche quando smetti di crederci continua ad esistere. E questo vale anche per le notizie. Anche se tu non le dai, la Storia cambia comunque pagina.
Sembra che solo Avvenire ci faccia l’apertura. Beh…l’importante è vederne gli effetti nella realtà.

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