Preciso, mi sono sposato ed ho avuto molti figli, così da formare una tribù.
Ma, nella mia vita, ho avuto una ed una sola fidanzata: la meravigliosa Alfa Romeo 2000 Bertone; quando l’ho vista ho avuto il classico colpo di fulmine e nonostante il fatto che colui che voleva vendermela sostenesse che consumava un pochino, non ho avuto dubbi.
In quel periodo della mia vita viaggiavo continuamente fra Italia, Francia, Spagna e praticamente non facevo mai soste.
Ebbene, devo dire che la mia Alfa è stata una compagna fedele, non troppo silenziosa ma molto sicura, potente nel motore e nei freni.
Non dimenticherò mai le due volte che mi ha salvato letteralmente la pelle, la prima, quando dopo aver sorpassato un camion, stavo per incocciarne un altro, ma un colpo all’acceleratore mi ha messo in salvo; l’altra volta quando, dopo un sorpasso in curva, mi sono trovato di fronte ad un veicolo e Dio solo sa come l’ho evitato.
Motore, velocità, tenuta di strada, ecco i miei tre santi.
Altri due fatti particolari sono quando i meccanici francesi, notoriamente supponenti, aprivano il cofano e vedevano quel popò di carburatore doppio corpo, una cosa impressionante e le loro facce erano sbalordite.
Un altro ricordo imperituro è quando nel tratto Bologna-Firenze ebbi modo di fare un piccolo duello con una Ferrari, credo una California. Chiaramente il duello durò poco, ma allora ebbi veramente l’idea di cosa fosse guidare una vettura sportiva, in piena notte, sugli Appennini.
Questo è veramente il racconto di come l’Italia, in un recente passato, abbia saputo produrre delle vetture di altissimo livello, che erano non soltanto sicure, ma che ispiravano sicurezza al conducente.
Siano sempre benedetti i santi A.L.F.A. e ingegner Romeo per i frutti del loro lavoro.
Viator
Commenta per primo