La schiacciante vittoria del non voto al 51%: una mozione di sfiducia a questa classe politica

Grafico elaborato da Pagella Politica (link sull’immagine)

Meno siamo meglio stiamo? A quanto pare sì per lorsignori di governo e opposizione. Più comodo così farsi gli affari propri. Ma poco intelligente a lungo andare. Elly e Giorgia, Bonelli & Fratoianni, Tajani, i presunti “vincitori” della tornata elettorale europea non fanno neanche finta di mostrarsi contriti e preoccupati per la bassa affluenza ovvero per la maggioritaria non partecipazione al voto che per la prima volta nella storia scende sotto al 50%. Vincitori presunti perché con una partecipazione così bassa ci perdiamo tutti e non ci sono né vincitori né vinti, l’esito del voto è valido formalmente ma è una sconfitta democratica epocale ed è un segnale di sfiducia molto forte (essendo al 50%+1, una vera e propria mozione di sfiducia andata a segno) per tutta l’attuale classe politica italiana. Tutte quante le liste insieme non raggiungono il 50% degli elettori e dunque nessuno di loro, a partire dalla “premier” Meloni, anche lei al settimo cielo per la gioia di rappresentare il 14% reale degli italiani elettori, che sono naturalmente ancora meno se prendiamo l’insieme di tutti gli italiani, può moralmente o politicamente fregiarsi di parlare a nome degli italiani. E a seguire tutti gli altri che mantengono (chi più chi meno) gli stessi voti ma con l’illusione ottica che siano aumentati a dismisura come Alice (*) quando prende la pillola giusta per diventare enorme (e chissà che pillole prendono lorsignori!) e vede cose fantastiche che esistono solo nella sua immaginazione.

Il buon senso suggerirebbe a questi poveretti di fermarsi a riflettere sui danni di autonomia differenziata e “premierato” (la “madre di tutte le riforme” che non interessa a nessuno nel mondo reale alle prese con inflazione, liste di attesa e precariato), perlomeno avere il buon senso di passare il tema al Parlamento e studiare insieme una riforma condivisa e che non scassi la Costituzione… ma conoscendo i nostri polli, il fatto che sono “più furbi che intelligenti” cioè consapevoli, sappiamo già bene che se ne fregheranno altamente e andranno avanti a cento all’ora contro un muro. In fin dei conti loro hanno “vinto” (anche se qualcuno di loro a partire dalla premier ha aumentato la percentuale delle politiche, il che le fa girare la testa guardando i numeretti salire, ma in assoluto ha preso meno voti) e questa considerazione tribale prevarrà su tutto il resto.

C’è una diffusa e radicale sfiducia che non può essere sbrigativamente catalogata sotto l’etichetta del qualunquismo. Fossi in loro (io sono tra quelli che con fatica comunque a votare ci va) mi presenterei non con tutti i denti scintillanti di fuori per la soddisfazione del buon risultato della mia listarella ma metterei al primo punto del discorso la preoccupazione per il declino di democrazia e partecipazione. Ci farebbero solo bella figura a mostrarsi più umili. Ma non sono abbastanza avveduti. Sono troppo impegnati nella difesa del loro ristretto clan un pochino allargato a servi e famigli. Specialmente per quelli che si rifanno a valori di “sinistra” che della partecipazione ha sempre fatto quasi una religione civile, quando la sinistra in Italia era una cosa seria, una realtà di massa e popolare.

Pur avendo personalmente votato ed espresso anche delle preferenze per persone che sono state elette (vista l’inconsistenza delle proposte programmatiche in materia di politica economica per non parlare della totale assenza di visioni di riforma democratica della UE mi sono almeno concentrato, per una volta, sulla essenziale difesa dei diritti umani e civili in una Europa sempre più “nera” e destrorsa, salviamo il salvabile!) non possiamo che ribadire la disistima per questa classe politica di mestieranti senza passione se non per sé stessi: immaginiamo cosa direbbero un Nenni, un Pertini o un Berlinguer di fronte a una partecipazione così bassa, sarebbe certamente il primo punto del loro discorso (sincero o meno, ma perlomeno dignitoso e professionale!). Mi spiace dunque apparire sempre il solito “bartaliano”, preferirei di gran lunga essere un entusiasta ma qui gli è tutto da rifare per davvero se si vuole riacciuffare il bianconiglio per le orecchie. Feed your head!

Filippo Boatti

10 giugno 2024

(*) nella versione psichedelica dei Jefferson Airplane della storia di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*