La tempiternità di Kiefer e il non spazio di Fontana

Le due Mostre alla Pirelli Hangar Bicocca di Milano

Non è forse un caso che queste due installazioni alla Pirelli Hangar Bicocca di Milano siano una accanto all’altra, separate solo da una tenda nera, come a lasciar intendere che tutto è relazione, che noi siamo tempo e spazio in un passato e futuro che non si oppongono più, privandoci – secondo le ultime scoperte della fisica quantistica – dell’unico elemento sicuro a cui da sempre ci aggrappiamo: il presente.

L’Arte, quella vera e che in queste due mostre vive, ha il compito di dare casa a quel che casa ancora non ha, risvegliandoci all’Invisibile, alla rivelazione del possibile del Mistero, lasciandoci liberi e pronti alla nuova intuizione ben coscienti che la qualità dell’Artista è la capacità di creare un enigma da una soluzione.

La visita di queste due installazioni mi ha permesso di essere “partecipante”, dunque non spettatrice o visitatrice, ma di “partecipare” all’Opera, dentro a tutti gli stupori, le contraddizioni, i malesseri che ogni partecipazione comporta, disarmandoci di ogni nostra certezza per entrare in una relazione altra, perturbante, destabilizzante, scandalosa, incestuosa.

Se in Kiefer la “religiosità” dei Sette Palazzi Celesti ci conforta e ci sorregge a patire meno la vertigine dell’ampiezza cosmica, con Fontana ricadiamo dal volo, scorgendo il limite vertiginoso di quel che credevamo reale.

Il sentimento che più mi ha accompagnato nella vita è la Malinconia e dunque non è un caso che il metallo che sin da bimba ho più amato, insieme allo stagno, sia il piombo, metallo che Kiefer ha molto utilizzato in queste installazioni.

Nella quarta Torre: “Linee di Campo Magnetico “ una pellicola di piombo percorre interamente la sua forma, sino a depositarsi ai piedi dell’edificio, a fianco di una bobina cinematografica e di una cinepresa, composte dallo stesso metallo.

Il piombo è un materiale che non può essere attraversato dalle radiazioni luminose (che sia un gioco ironico di Kiefer con Fontana ?!) e non permette quindi la produzione di alcuna immagine . Questo uso simbolico del piombo, come lo stesso catalogo indica, si presta a diverse interpretazioni: dal tentativo nazista di cancellare la cultura ebraica e le minoranze etniche, alla lotta iconoclasta che percorre periodicamente la cultura occidentale dall’epoca bizantina.

Quella che io azzardo, che a me appare, che sento-vedo-vivo-respiro-patisco- e quotidianamente tento di disarmare, è il “piombo” che ci sta invadendo, il piombo che ogni giorno cola sui nostri occhi e sui nostri pensieri, rendendo il mondo un luogo opprimente e buio, privato delle immagini che possano riportare il colore della Passione della Vita.

Stiamo diventando una pellicola nera, fatta di una umanità in via di estinzione, incapace di ribellarsi ad una tecnocrazia che ha reso cieca l’immaginazione e muto il cuore. Vale la pena di trascorrere una mattinata in questo luogo dove spazio e tempo si muovono “dentro sotto sopra”, dove Shiva danza la sua danza di vita e di morte, dove ancora arriva la voce di Orazio :

L’arco breve dei giorni / O Sestio / ci vieta di avviare lunghe speranze .