Accendiamo il televisore in ogni istante della giornata.
Femminicidi ogni giorno, gang di ragazzi che si scontrano per futili motivi, truffe ai danni di pensionati, eletti dal popolo che si distinguono per malefatte o incompetenze: è un panorama di situazioni negative che sembrano non avere mai fine.
Non parliamo poi delle guerre e guerriglie in tutto il mondo, che sembrano avere come speciale obiettivo i bambini.
Inefficienza nelle scuole, negli ospedali, in tutte le infrastrutture, e mentre tutti gridano “al lupo, al lupo”, nessuno è in grado di fare nulla.
Il deserto delle buone intenzioni.
L’ottimo Robert Bresson direbbe “Il diavolo, probabilmente”, ma non siamo più nell’Alto Medioevo, per cui la parola Diavolo potrebbe essere facilmente sostituita dalla parola Uomo.
Allora tutto assume un senso.
L’uomo pecca contro se stesso, contro la sua umanità, da qui tutta la serie di atti nefasti che ci coinvolgono.
Sono ormai un uomo attempato e quindi ho attraversato un bel po’ di anni e ricordo la TV degli anni ‘60, con Amintore Fanfani che inaugurava autostrade, il suo alter ego Aldo Moro a porre la prima pietra sui capannoni dell’IRI, una società dinamica che correva sulla Giulietta Sprint verso balere o luoghi di vacanze, mentre un’Italia giovane, uscita dai grigiori della guerra, si inebriava in una vita ritrovata a base di spumante o champagne.
I rotocalchi ci parlavano di divi hollywoodiani, ci portavano sulle spiagge più amate della Costa azzurra, ci si stordiva con le canzoni e i ballabili.
Un mondo leggero, forse futile, ma pieno di una giovinezza non ben diretta, ma sicuramente scoppiettante.
Vogliamo fare un confronto con l’oggi? Sono passati sessanta anni, eppure sembra che ci sia stato un decadimento morale, culturale spaventoso, ci si occupa soltanto delle ricchezze altrui e di questi leader che non sono assolutamente carismatici, ma che anzi appaiono terribili, senza gioia e capaci di incutere solo timore.
Sic transit gloria Mundi.
Viator
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