Per quanto si riesce a capire, o immaginare, la serie di recriminazioni e contro-annunci che ha lastricato la cronaca di questi ultimi mesi sulle serrande abbassate e le vie intristite, registra una sorta di nuovo compromesso tra Amministratori e Commercianti. Più o meno in linea con le concessioni politiche precedenti e i desiderata del Centro storico che si possono così riassumere: il commercio è malato (di stenti) e la città rischia un nuovo dissesto, ma medici e pillole sono pronti al capezzale. Come dire: preoccupati sì, ma non rassegnati e inattivi.
L’armistizio verte sostanzialmente sul mantenimento dello status quo : un intreccio di iniziative già viste, che avrà pure i suoi limiti d’efficacia, ma rassicura i soggetti interessati.
I Commercianti vedono nuovamente riposta nel cassetto ogni ipotesi di altre limitazioni alla circolazione e alla sosta delle auto nel Centro storico. Disposti a tollerare la sgangherata presenza di ZTL e isole pedonali, ma non di più. Meglio, anzi, se si recupera la piena rotatoria in Piazza della libertà. Godranno inoltre del “rifacimento elegante”, tipo porfido o lastroni (noblesse oblige!) di alcune vie centrali – già “risanate” ma rimesse a mal partito, vedi caso, dal traffico veicolare – e riceveranno una quota ulteriore di cosiddetto arredo urbano “alla bella alessandrina”.
Il Comune disporrà, con opportuna “copertura stampa”, gli interventi e gli appalti stradali di una discreta consistenza, a valere sui “bonus” già previsti o su quelli in arrivo per riqualificazione del Centro storico.
I Promotori di eventi ed i procacciatori di folla in città, vengono frattanto riconfermati e riveriti come detentori e gestori della pozione magica che rianima le stanche atmosfere cittadine: la premiata banchetteria alessandrina, che per otto-nove mesi invade allegramente strade, piazze e giardini promettendo ossigeno ai commerci.
Detta così, la vicenda si presenterebbe con discreti caratteri di déjà vue. Con tutte le scelte implicite sottostanti (tipo: più risorse in fioriere e vasi multicolori, allineati come soldatini, e strette di cinghia sulle vernici per rinfrescare l’evanescente segnaletica stradale orizzontale) nonché il ripetuto rinvio alla fase di studio della diatriba “nuovi parcheggi”.
Senonché sembra affiorare in città qualcosa di nuovo: una variante d’opinione che, se confermata, potrebbe far pensare ad una sorta di pax mercatoria intervenuta, di necessità, a raffreddare asprezze polemiche di lungo corso, in presenza di inaspettate e comuni avversità commerciali d’ordine tecnologico, organizzativo e di costume.
Sarà pure un’ipotesi tirata per i capelli, ma è l’unica che offre una spiegazione, non meramente affidata alle solite alchimie politico-affaristiche, del fatto eclatante che ad Alessandria – uscita per Spinetta – stia inopinatamente sorgendo da qualche mese una nuova cittadella commerciale, periferica e arieggiante alla grande distribuzione. E stia procedendo a spron battuto senza che siano state divulgate spiegazioni urbanistiche in merito (salvo un paio di comparsate a mezzo stampa) e senza che si siano levate e moltiplicate le consuete, aspre polemiche sulle iniziative e localizzzazioni cosiddette ammazza negozi, in genere, e “centro-storici” in particolare.
Sembrerebbe tirare un’aria diversa tra quanti si occupano di commerci (da salvare o da incentivare), con ridefinizione degli obiettivi e dei mezzi, il rimescolamento delle alleanze e delle inimicizie e il profilarsi di atteggiamenti più raccordati nei confronti di una inedita, comune minaccia esterna. E questa incombente “nuvola nera” non può che identificarsi con l’e-commerce, i cui tassi di sviluppo e sostituzione mettono ormai in discussione l’intero assetto distributivo e con esso il tradizionale ventaglio di sostegni al commercio.
Può essere che, partendo dal solito assedio delle auto alla città, le elucubrazioni di questa nota siano trascese nella pura fantasia, ma le occasioni di verificarne la tenuta non mancheranno, probabilmente, all’appello dei fatti.
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