Le coincidenze significative. Da Lovecraft a Jung, da Mussolini a Moro, la sincronicità e la politica

Le coincidenze significative. Da Lovecraft a Jung, da Mussolini a Moro, la sincronicità e la politica

Giorgio Galli

Editore: Lindau

Collana: I Draghi

Anno edizione: 2017 2017 (prima edizione 2010)

 

Recensione di Valerio Calzolaio

Storia italiana dell’ultimo secolo. All’inizio degli anni cinquanta Jung suggerì un concetto innovativo per interpretare (almeno alcuni) processi ed eventi storici, la sincronicità. La definì come “un principio di nessi acausali”, le relazioni non causali tra fenomeni, un legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro ma non in maniera causale, cioè non in modo tale che l’uno influisca materialmente sull’altro; essi apparterrebbero piuttosto a un medesimo contesto o contenuto. Il noto docente, studioso e politologo italiano Giorgio Galli usa quel concetto per cercare e sottolineare “coincidenze significative”, narrare dinamiche e personalità notorie della vicenda contemporanea, tenendo conto di altre “cronache” che accadono insieme o che hanno nessi numerici, esoterici, oppure etimologici, e che, generalmente, non vengono messe in relazione. Galli riconosce e motiva subito il debito verso “l’ipotesi di Jung e i suoi rischi”: vi sarebbe una stretta connessione fra quell’approccio e il corso dell’evoluzione della fisica nei primi decenni del Novecento; avrebbe raccolto a conferma materiale specifico di studiosi di varie discipline; ne avrebbe avuto varie esperienze personali in momenti diversi della vita. E sottolinea che la conoscenza può articolarsi in modi misteriosi, non si sviluppa solo in forma intellettiva. Legge così fenomeni e notizie attraverso un esame di eventi in sincronia (di anno o mese o giorno), definizioni e principi di materie meno “sociali” (siano scienze fisiche e biologiche da una parte, astrologia o stregoneria o telepatia dall’altra), ripetendo di continuo e con polemiche frizzanti che le coincidenze aiutano comunque a capire. Si va dal movimento del ’77 al programma socialista, dalla simbologia religiosa e alchemica alla descrizione scientifica dei tre cervelli, dai fumetti alle spy-stories, dai terremoti alle feste dei lavoratori, e così via, citando innumerevoli fatti e protagonisti della politica e del pensiero politico.

Giorgio Galli (Milano, 1928) lavora da decenni sulla sincronicità e sulle coincidenze significative, prendendo spunto da quella che ritiene essere una grande intuizione dello psicologo analitico svizzero Carl Gustav Jung (1875-1961). Ne scrisse dal 1977 al 1986 su varie riviste per addetti ai lavori (come “Critica sociale”) o a grande diffusione (come “Panorama” e “Linus”) e raccolse molti articoli già in un volume del 1992. Quasi venti anni dopo, la raccolta fu riedita con notevoli aggiornamenti scritti nel 2009. Ora siamo alla seconda edizione del volume del 2010, senza nuovi testi, né aggiornamenti bibliografici. In tal senso, la lettura non appare sempre scorrevole: vi sono frequenti riferimenti a “questa rubrica” (quella del 1977-1986) e a rilievi delle cronache giornalistiche di allora; poi a fine paragrafo o capitolo vi sono frasi che riflettono oggi (nel 2009!) sugli spunti riletti. Insomma, si fa un po’ fatica. Eppure vengono ancora stimoli culturali e curiosità linguistiche da questo modo di fare storia. L’autore ha ovviamente scritto anche dotti manuali, quasi un centinaio di testi su argomenti generali e specifici della storia contemporanea, mostrando di possedere studi e conoscenze notevoli. Qui non fa un discorso sul metodo ma segnala un metodo che per lui ha spesso funzionato per capire meglio od offrire spunti: cercare “altrove” il senso di una vicenda, farsi domande incongrue e illogiche rispetto all’ordinario. Coglie l’occasione dell’uscita di un libro (fiction e no-fiction) per tentare paralleli interdisciplinari, buttar là un pensiero diversamente profondo. Certo il rischio è spesso di forzare la mano, di rinviare genericamente ad altro, di insistere su pochi principi rispetto a ogni tema. Tuttavia, l’approccio ai misteri della politica talora funziona, senza lasciare spazio a ipotesi complottiste.