Si parla tanto della Russia di Putin, come se fosse una cosa vergognosa, come se le azioni di un autarca in questi ultimi anni potessero cancellare quello che è stata la Russia in realtà.
A me piace affrontare le questioni di petto, confrontandomi realmente con i fatti, e quindi ricostruire la memoria storica delle mie rare visite in Russia: San Pietroburgo (allora preferivo Leningrado) e Mosca, la terza Roma.
Più che la fotografia di queste città, ritengo sia necessario rammentare la grande letteratura, quella che mi ha formato, cioè il Dostoevskij di “Delitto e castigo”, de “L’idiota”, de “I fratelli Karamazov” e di tanti altri scritti che mi hanno letteralmente fulminato nella mia giovinezza.
Per non parlare poi di Lev Tolstoj, da “Guerra e pace” ad “Anna Karenina” per giungere a “Resurrezione”; come poi dimenticare Gogol con le sue “Anime morte” e Turgenev di “Le memorie di un cacciatore”?
Infinite le storie, le vicende narrate, le epiche battaglie e le fatiche nei campi, descritte da tante generazioni di scrittori, che hanno accompagnato la storia della Russia negli ultimi duecentocinquanta anni.
Per quanto riguarda la poesia, poi, dobbiamo dire che quella russa è veramente formidabile, da Puskin in poi, non rinunciando a ricordare Majakovskij ed Anna Achmatova, da me amatissima.
Ma, per un amante del cinema come me, è impossibile mettere da parte ed ignorare autori quali Eisenstein, Pudovkin e Dovzenko, colonne del cinema moderno.
Recentemente ho scritto un saggio su Andrej Tarkovskij, che un “piccolo” autore quale Ingmar Bergman reputava il più importante cineasta del ‘900. Io non so se lo sia, ma indubbiamente la visione di un film come “Stalker” ti lascia senza fiato.
Questa cultura russa è quella che amiamo, anzi, questa è la Russia che amiamo, non tanto le grandi città, quanto gli spazi immensi, che solo un grande balzo verso l’Est poteva promuovere.
Ma sembra che di questa grande Russia non si ricordi più nessuno, che tutti pensino solo ad un piccolo zar, che dai palazzi del Cremlino possa decidere delle sorti dell’umanità, ed alcuni lo vedono come una sorta di AntiCristo pronto a portare il mondo verso l’Apocalisse.
Certo con Putin non è facile trattare, egli è una creatura prodotta da Eltsin e dalle lusinghe dei paesi occidentali, America in testa, che non hanno assolutamente compreso come questo personaggio fosse l’erede di Ivan il Terribile, dei Romanov, di Caterina la Grande.
Sì, gli antenati di Putin sono questi, coloro che resero sterminata la Russia, attaccando i popoli della steppa e combattendo strenuamente contro l’Impero Ottomano.
E, poi, diciamolo francamente, per Putin non esiste l’Ucraina, essa è solo un’appendice del grande impero russo, a cui qualche “folle” politico del passato (Lenin? Krusciov?) ha concesso l’indipendenza.
Per Putin, la guerra con l’Ucraina è un affare interno, in cui nessuno dovrebbe ficcare il naso, men che meno l’Occidente.
Per questo le trattative sono così difficili, poiché ognuno dei belligeranti ha un punto di vista incrollabile, quindi missili e droni sono soltanto un mezzo per sostenere le proprie tesi.
Ma, allora, come ricomporre la situazione precedente, come ricercare una pace?
Io, da convinto antinazionalista e fervente internazionalista, punterei sulla rilettura della grande cultura russa e sulla rilettura della non meno importante cultura ucraina (Shevchenko, Gogol), per ricomporre questa sanguinosa frattura fra due popoli fratelli, che non hanno motivo di creare un iato, dal momento che per tanti secoli sono stati uniti nel bene e nel male.
Vorrei ricordare una nota storica: nell’ultima Guerra Mondiale, dopo un primo momento in cui sembrò che gli Ucraini fossero propensi ad accettare l’invasione tedesca, in funzione anti russa, verso la fine della guerra, si creò quella unione politica e morale che permise ad entrambi i popoli di scacciare l’invasore.
Nella mia mente vedo un grande tavolo di trattative, in cui i delegati delle due parti, assieme agli arbitri, si inchinano a due maestose statue, l’una di Puskin, l’altra di Gogol.
L’intera Umanità ne trarrebbe sollievo e giovamento.
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