Quando si entra nell’età che non c’è più la discrasia tra ciò che appare e ciò che ancora senti di essere diventa opprimente e poco consola la consapevolezza di sentirsi migliori.
Ho speso bene il mio tempo, le mie carte sono bellissime ora che ho imparato tanto dalla vita … pensi di te stessa, peccato non serva più a nessuno. Dell’età che non c’è più la fatica è indossarne l’abito, ma da ciò che vedo noi donne siamo più coriacee e la solitudine domestica può diventare una conquista di spazi e di libertà.
Ho letto recentemente che in Italia ci sono oltre tre milioni di vedove e circa ottocentomila vedovi, un rapporto che si commenta da solo.
Siamo impavide e resistenti, di forte temperamento, basta guardarsi attorno: le università delle tre età annoverano sparute presenze maschili, per lo più solitarie e se qualche amazzone volesse ancora investire su incontri tardivi rimarrebbe delusa. I superstiti in esposizione sono aggrappati alle mogli unghiute e i singoli non sempre godono dell’energia necessaria a prendere iniziative: si ripiegano come campanule avvizzite. La quota restante è degli irriducibili che rianimati dai supporti farmacologici di ultima generazione, indossano dentiere fatte di canini con malcelato intento: accasarsi.
La sindrome del cuculo, occupante abusivo del nido della femmina per lasciarsi finalmente andare per sempre, è impresa difficile e rischiosa: la femmina adulta colpisce di becco e di ali, liberandosi dell’intruso ancor prima che ci metta zampa. E’disposta a cedere solo se da un oculato calcolo patrimoniale e da una maggiore speranza di sopravvivenza, valga la pena soffrire una parentesi di malcelato sacrificio.
La conseguente vedovanza sarà supportata da plurime “crociere del dolore” alla memoria, come maliziosamente ho udito affermare.
Una volta accantonata ogni velleità le femmine si concentrano su se stesse: curano la casa con animo lieto, conseguendo armonia e stabilità interiore, hanno tempo e voglia di migliorarsi cogliendo le opportunità offerte in città. Riposta ogni illusione, cinguettano nei bar con le amiche che diventano una piacevole occasione di confrontarsi nell’aspetto e nell’intelletto.
Questa visione idilliaca non tragga in inganno: lo zampino del diavolo sta nella competizione e nello sguardo grifagno di chi cerca nella decadenza altrui conforto alla propria, contando sul viso della ex bella i segni che la rendano finalmente uguale … ma con più clamore. O chiedendosi dove l’una o l’altra trovino i soldi per mantenersi tanto in forma per l’età che non c’e più, non risparmiando allusioni malevole.
Tutto sommato gli uomini sono più prevedibili e fortunati come se, entrati nell’età che non c’e più, l’avessero dimenticata.
Commenta per primo