Anne Applebaum è una giornalista di successo americana, naturalizzata polacca da un po’ di anni. Recentemente ha pubblicato un volume sulla crisi della democrazia di grande successo, (Il tramonto della democrazia, il fallimento della politica e il fascino dell’autoritarismo, Mondadori 2021). Sugli argomenti della sua pubblicazione ha rilasciato una intervista per Huffington Post, datata 27 aprile scorso. Il titolo dell’intervista è già un commento generale sulle tesi esposte dalla scrittrice, ovvero, ‘ Un liberalismo di destra salverà la democrazia’. In sostanza, la deriva di destra nazionalista e populista che si esprime attraverso Trump in America, nei regimi neo autoritari della Polonia e dell’Ungheria, nel revanscismo ‘franchista’ del partito Vox in Spagna, può essere fermata solo dalla centralità politica e tattica di una forte organizzazione che faccia riferimento al pensiero liberale di destra. Che cosa sia questo pensiero liberale di destra non è ampiamente descritto nella intervista, credo per le ragioni redazionali che limitano le possibilità espressive tipiche di ogni testo giornalistico di tale fattura. Tuttavia si può provare a descrivere succintamente ciò che intende Applebaum per destra liberale e per democrazia raccogliendo gli spunti che comunque dissemina lungo l’intervento sull’Huffington Post. Per Applebaum vi è democrazia se essa preserva la divisione dei poteri, se vi è difesa dei diritti civili e libertà di parola e di espressione nel senso più ampio. Più in là non pare che vada; tralascia tematiche che riguardano i temi sociali e dello sfruttamento del lavoro, il rapporto fra istituzione parlamentare e le espressioni della società, pur esse molteplici e articolate, e infine, il tema della salvaguardia della difesa della assemblea elettiva rispetto alle ingerenze ministeriali. Insomma, trascura un bel po’ di roba! E si mi è consentito, cancella anche larghe esperienze storiche. Comunque procediamo.
Ciò che mi ha stupito di più delle affermazione della Applebaum risiede nel suo dire che la destra populista e trumpiana può essere battuta se non la si insegue sul terreno delle suggestioni culturali fantasiose e immaginifiche che essa propaganda, ma agendo sul terreno economico e sociale come sta facendo giustamente Biden. La Applebaum afferma che gli interventi economici del Presidente attuale saranno così popolari che relegheranno il populismo dei repubblicani nel solo ambito della critica valoriale classica del conservatorismo americano. E’ certo, per nostro conto, che la politica economica dei democratici, cercando di sanare le ferite sociali che negli Stati Uniti hanno costituito la forza della rivolta conservatrice, possano essere efficaci per trovare la cura di un corpo così tanto provato com’è in questo momento la democrazia americana. Ma se ciò sopra descritto e segnalato è esatto, ne deriva che la destra liberale dovrà porre in questione fino in fondo i propri precetti economici liberisti e rivedere la centralità del mercato che è così pervasiva nella propria visione filosofica. Certamente, la destra liberale rischia così di dar ragione a posizioni neo keynesiane e neo marxiste, e vorrei qui sottolineare come la Applebaum tratti queste sinistre, sopra citate, con totale sufficienza, come forze escluse dalla lotta politica che conta, e in ultimo addirittura dannose per la battaglia in difesa della democrazia. Inoltre, preme sottolineare il punto, se il terreno economico sociale è decisivo nella battaglia per salvare la democrazia, come ciò non può che significare che il consenso alle destre populiste non deriva solo da fantasticherie culturali, da facili suggestioni sostenute da apparati ideologici astuti e menzogneri, ma esso affonda le radici nella società e si alimenta nella crisi economica , culturale e di senso che ha investito quei ceti medi declassati senza più il ruolo precedentemente ricoperto all’interno della società, e che sono stati, infine, per tanto tempo l’architrave su cui ha appoggiato il sistema democratico liberale.
Per questo credo che si debba dire che se vi è un difetto nel ragionamento della Applebaum, esso risiede nella incomprensione di quanto sia grave la crisi e la nuova qualità della stessa. Su cosa significhi ‘qualità’ della crisi voglio provare a spiegarmi. Le posizioni sostenute da Anne Applebaum rappresentano chi si pone in difesa del sistema costituito, ovvero la democrazia liberale ben gestita dalle élite militari politiche e finanziarie dell’Occidente guidato dagli USA. La Applebaum, dunque, difende la stabilità del sistema, vuole rinforzare lo stato e le sue caratteristiche attuali. Per tutti coloro che intendono preservare lo stato di cose presenti, la dialettica politica deve essere limitata entro confini ben stabiliti, e ciò comporta che le opposizioni debbano essere poco più attive di quelle del Re e il conflitto sociale non può mai trascendere i confini che il sistema sociale fondato sul mercato capitalistico ha tracciato. Tuttavia, come abbiamo potuto verificare il 6 gennaio dopo l’assalto a Capitol Hill, nel terreno della politica è ritornata l’opzione del ‘colpo di stato’, dell’atto eversivo pieno, e non si può non considerare, che piaccia o meno, che questa nuova e antica possibilità non ci abbandonerà presto, se le basi dell’ordine sociale continueranno a fare fondamento su premesse economiche e politiche così fragili. Vanno, quindi, poste due riflessioni; da un lato, se si segue il filone di pensiero definito ‘teologia politica’, dobbiamo considerare come la natura e il destino dello stato moderno, da Hobbes in avanti, risieda nella sua permanente instabilità, dalla sua esigenza di ricercare con costante affanno un fondamento solido delle sue ragioni costitutive. Inoltre, si può certamente scommettere che le forze liberali a cui si sente così vicina la Applebaum, siano in grado di recuperare un terreno di sostegno solido alla attuale democrazia, tuttavia non si può dare il dato della stabilità del sistema come un elemento certo del nostro futuro prossimo. E’ su questa scommessa, e sul ripensamento del nostro sistema, sociale e istituzionale, che la sinistra può giocare una partita, e aggiungo ha il dovere di giocarla, contro le previsioni di irrilevanza avanzate con malcelata soddisfazione da molte parti. Ma questa è il tema su cui è necessario esercitarsi in prossimi e specifici interventi.
Alessandria 4-05-21 Filippo Orlando
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