Lilliput contro Goliath

Proprio in questi giorni appare in tutta evidenza l’assoluta impotenza dell’Europa.

Questo gigante economico, che ancora potrebbe dire la sua per quanto riguarda la forza di questi trenta paesi, che sarebbe straordinaria se avessero una vera politica comune, in realtà si presenta debolissima sul palcoscenico della storia, e ciò dipende dalle sua debolezze intrinseche, dipendenti da una supposta rappresentatività democratica, che però crea una forza centrifuga che impedisce un centro politico stabile.

Le quote rosa, rappresentate da Ursula Von Der Leyen, Christine Lagarde, Roberta Metsola e, in piccolo, la nostra bacia-in-capo Meloni, parlano, urlano, gracchiano dappertutto, ma non sembrano combinare granchè.

Proprio in questi giorni si avverte in tutta la sua ampiezza l’assurdità della posizione europea, in cui le vere superpotenze si accordano alle spalle e sulle spalle dell’Europa.

Crisi in Medio Oriente: solo la presenza americana riesce a creare un lieve battito di pace, che non si sa quanto potrà durare, comunque Israele è più forte che mai e più determinata che mai a schiacciare il popolo palestinese.

Crisi Ucraina: anche qui soltanto gli Stati Uniti sono in grado di negoziare la fine del conflitto, che sicuramente sarà dolorosa per gli ucraini, che stanno disperatamente combattendo da tre anni.

Ma agli europei, che pure hanno sganciato decine di miliardi di euro, non viene riconosciuto alcun ruolo se non quello del comprimario e nella trattativa ciò che conta è il confronto Trump e Putin, mentre l’Europa può stare soltanto a guardare.

Questa situazione umiliante dura da decine d’anni e gli europei hanno pensato al quieto vivere sotto l’ombrello atomico americano, mentre prima o poi era chiaro che il Pentagono avrebbe chiesto un adeguato rimborso.

Questo momento è arrivato e l’Europa si trova completamente spaesata, senza una difesa comune, senza piani strategici, raccolta intorno alla piccola force de frappe francese, che è però pigmea in confronto a quella degli Stati Uniti e della Russia.

Circa cinquant’anni fa un solo europeo di grande visione aveva previsto il futuro ed aveva voluto una Europa slegata dagli interessi anglosassoni, e quest’uomo si chiamava Generale De Gaulle, che, Francia a parte, è stato un illuminato europeo.

Dopo di lui il vuoto, mezze tacche magniloquenti, uomini o donne, che ci hanno condotto a questa situazione dolorosa.

Al tavolo da gioco siedono gli Stati Uniti, la Cina , la Russia e forse qualche potenza emergente come Brasile o Giappone, mentre la vecchia Europa può solo sistemare le sedie per i veri giocatori.

È doloroso affermare che questa Europa della difesa, questa EDD si potrà realizzare soltanto se si uniranno la potenza industriale tedesca, il nucleare della Francia e la tradizionale difesa insulare britannica, mentre gli altri europei dovranno seguire a ruota, nella funzione di spettatori attenti.

Ma basterà questo per non farsi fagocitare dall’orso russo? C’è un bel dire che la Russia non ha un grande potenziale economico, però, in ogni modo è una superpotenza militare e bisogna ricordare che settant’anni fa un certo Stalin ambiva a conquistare tutti i paesi dell’Europa occidentale.

Certo, non è l’Europa populista e nazionalista che può opporsi ai piani della Russia, ma è una forza politica che abbia ben studiato il passato dell’Europa e ne sappia trarre le giuste conseguenze per un futuro non subalterno.

Per gli europei il risveglio sarà scioccante, ma indubbiamente necessario, non c’è altro da dire o da fare.

Viator

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