Lo so, è il titolo di un bellissimo film di Woody Allen, qui si parla soltanto di tennis.
Sin da ragazzino, ho giocato a tennis, in singolo e in doppio, e mi è rimasta attaccata la passionaccia.
Più che per altri sport, ancora oggi mi appassiona il tennis.
Il tennis italiano sta attraversando oggi un momento magico, non soltanto perché Jannik Sinner è il numero uno al mondo, ma anche perché ci sono due squadre, maschile e femminile, finalmente all’altezza.
Chiaramente non è tutto oro quel che luccica, poiché c’è sempre il pericolo che i media, assetati di sangue, si buttino su questi poveri atleti e li possano mettere in difficoltà.
Sinner è un grande tennista, ma ricordiamoci che viene da uno sperduto villaggio del Sud Tirolo, non sappiamo se saprà resistere alle luci della ribalta e ai corteggiamenti di chi bada alle chiacchere e non alla sostanza.
Un grandissimo tennista di molti anni fa, John Mcenroe, che io ho visto giocare splendidamente moltissimi anni fa a Bologna, sostiene che il vero nemico di Sinner è il clima mitopoietico che stampa, televisione e media stanno creando attorno a lui, un ragazzo di soli ventidue anni.
Sinner non può perdere, neppure se centra il bersaglio di trenta vittorie consecutive, ma il pubblico-avvoltoio vuole da lui continui successi per coprire i propri continui insuccessi.
Ciò è tipicamente italiano, anzi italiota.
Anche quella piccola e sorridente ragazza toscana, la Paolini, è sottoposta ad un fortissimo stress e nessuno considera tecnicamente che è arrivata in finale sia al Roland Garros che a Wimbledon, un’impresa titanica.
Ma cosa hanno in comune questo spilungone proveniente dal Tirolo e la piccola ragazza di Lucca? Una notevole stamina, una notevole forza di carattere, che supera talvolta le caratteristiche tecniche.
Ricordo molti anni fa al Tennis Club Milano uno sgraziato Gardini strapazzare il bellissimo tennis di Pietrangeli, che tornava a leccarsi le ferite a Roma.
Signori, il tennis è tecnica, è bellezza, ma non si può fare a meno di una determinazione, di una sostanza che ha permesso a campioni quali Connors, Becker e Mcenroe di vincere e stravincere.
Meglio non lasciarsi stravolgere dalle ali della vanità, ma convincersi che il percorso dei campioni è comunque pieno di difficoltà, non di discese libere.
Forza Sinner, forza Paolini, dimostrate che potete passare indenni attraverso il tunnel delle congratulazioni, e concentrarvi, giorno per giorno, sui tornei che vi attendono.
Viator
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