Di Claudio Simonelli avvocato, politico e anche, ahimè, grande cacciatore, abbiamo letto molto in questi giorni, su articoli, testimonianze e nei tanti messaggi che ci sono arrivati da amici, colleghi e anche da avversari politici, tutti di profonda, e credo sincera, stima.
Gli appellativi più ricorrenti sono “uomo di grande cultura” “intelligenza” “signorilità” “ironia e auto ironia”…
Credo che le molte persone presenti sappiano quasi tutto della sua vita professionale e politica. Vorrei quindi raccontare qualcosa del padre e nonno che è stato per noi.
Non posso evitare di dire che da bambina mi sia mancata molto la figura del padre tradizionale, quello presente alle udienze o alle recite scolastiche per esempio… Cosi come i nostri figli non hanno avuto un nonno seduto in poltrona a leggergli le fiabe. Tutti i suoi molteplici impegni ci hanno rubato molto tempo. Ma, soprattutto negli ultimi anni, ho capito che la qualità di ogni momento passato insieme valeva molto di più della quantità.
Certo ricordo ancora come un incubo le tante gite culturali con spiegazioni dettagliate guida alla mano: una per tutte, Pompei, metà agosto, ore 13 perché in quel momento non ci sono i turisti e si può vedere bene tutto, sasso per sasso per sasso… avevo 3 anni credo. O ricordo i lunghi discorsi politici che sentivamo in casa, o le divagazioni di storia che ci toccava sorbire se gli facevano una piccola domanda… tutte queste cose una bambina piccola non le poteva apprezzare. Ma sono state qui da qualche parte, custodite ed elaborate, e sono la grande eredità che ci lascia nostro padre.
La curiosità, il desiderio e piacere di vedere e conoscere a fondo quello che ci circonda, in ogni campo, l’amore per i libri di qualunque genere. Mio padre era un tuttologo, ma di altissimo livello. I ragazzi dicevano sempre che avrebbe dovuto partecipare al Milionario perché sapeva tutto di tutto e almeno saremmo diventati ricchi. E nel remoto caso che non conoscesse qualcosa o qualche posto dove doveva andare, correva subito ai ripari e comprava un libro da studiarsi un po’.
Quello che ho sempre ammirato poi era il suo vivere positivamente e serenamente ogni situazione, anzi a volte ci faceva arrabbiare, mia mamma soprattutto si imbestialiva perché sembrava che niente lo toccasse davvero: ma era solo grazie al suo equilibrio e alla sua grande testa, non certo per mancanza di sensibilità.
Non era solo un grande oratore ma un vero comunicatore, sapendo rapportarsi con tutti allo stesso modo: che fosse il papa, il Presidente della Repubblica o l’ultimo degli ultimi, trentenni o novantenni, era sempre se stesso, interessato, disponibile, gentile, simpatico, affascinante, e incantava tutti.
Quante cose avrei da dire.
Ci mancherà così tanto…
A me personalmente mancheranno le nostre chiacchierate di politica, commentando gli accadimenti nazionali o cittadini, i racconti sui libri che stavamo leggendo o sui film che ci erano piaciuti.
Mi spiace di averlo deluso in più occasioni ma so che ci siamo voluti molto bene e credo che alla fine fosse contento di me.
Sono serena perché so che ha vissuto la sua vita fino all’ultimo come voleva, facendo quello che gli piaceva e se n’è andato nel migliore dei modi, esattamente nel suo stile.
Beatrice Simonelli
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