Olimpiadi? L’ennesimo rischio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il testo del civis Elvio Bombonato. Su questo tema (quello dei “grandi impianti”, sulle modalità di costruzione degli stessi e, soprattutto, sul loro utilizzo non temporaneo), si sono cimentati in molti e, di sicuro, con l’assegnazione a Milano-Cortina delle “Invernali 2026”, ci saranno altri interventi.  …Siamo qui apposta (n.d.r.)

Ripropongo la parte finale del mio articolo, dell’11/9/2016 “Perché abolire le Olimpiadi”, pubblicato da:  Post Blog di Lava; Città Futura, Appunti Alessandrini, Alessandria News, Corriere Alessandrino.

Tutte le città del mondo che hanno ospitato i giochi olimpici sia estivi, sia invernali, hanno sopportato un’ enorme differenza tra le spese effettuate e il budget iniziale, a causa soprattutto dei costi supplementari (le infrastrutture e non solo). Unica con il bilancio in pari fu l’Olimpiade di ATLANTA 1996, in quanto le spese furono sostenute dalla Coca Cola, al risparmio: molte tribune vennero costruite coi tubi. La crisi economica della Grecia iniziò proprio con i bilanci falsi per coprire il deficit delle Olimpiadi.

Esiste un eccellente dossier curato dai radicali (Roma, 25/1/16), dotato di grafici e tabelle: “Abbiamo davvero bisogno delle Olimpiadi? Una scommessa molto rischiosa”, che analizza i costi dal 1960 al 2012: esaminate 16 Olimpiadi su 27, quelle di cui si dispone di dati.

Ricordo solo alcune spese (lo stesso accadrà a Vancouver 2010) delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 (2 miliardi di euro per le opere e 1,5 per l’organizzazione).  Villaggio Olimpico: 4 palazzine al Lingotto, per soggiorni brevi, 140 milioni (adesso, degradato, è occupato da extracomunitari); la pista bob di Cesana, 145 milioni di euro, quando a pochi km in Francia a La Plagne ne esisteva una; il CONI si impuntò e volle la pista in Italia. Mai più usata, chiusa nel 2010 per gli spropositati costi di manutenzione. Per costruire il trampolino, anziché usare una struttura smontabile, fu disboscata mezza montagna e spesi 37,3 milioni di cemento; a tutt’oggi inutilizzato e a pezzi. Mega albergo di 120 posti letto chiuso definitivamente. L’anello per lo sci di fondo è costato 20 milioni, ed ora è declassato per insufficiente manutenzione; l’ illuminazione della pista Agnelli al Sestriere, costata 7 milioni, oggi spenta (Corriere della sera 21/12/14; Repubblica 5/1/2010). Il denaro fresco venne prestato dalle banche, con i consueti interessi e dilazioni nei pagamenti. Furono giudicati i giochi invernali più riusciti della storia, che diedero lustro a Torino e alle sue montagne. Sarà. La ricaduta sicuramente accertata  è quella sulle tasse supplementari tuttora pagate dai contribuenti.

Oggi col Decreto sui cantieri, voluto da Salvini, l’infiltrazione delle imprese mafiose nei subappalti è garantita.

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