Ovada e il santuario di San Paolo della Croce

 

Alessandria: cosa vedere e fare, le migliori attrazioni ed esperienze

Alessandria

Ovada - Wikipedia

Ovada

Tra Alessandria e Ovada ci sono 40 km circa

Popolazione 12mila circa

STORIA DI OVADA

Sorge Ovada in Provincia di Alessandria, al termine delle valli preappenniniche dei torrenti Orba e Stura ed alla loro confluenza. Si eleva sul mare di 192 metri e dista dal capoluogo di provincia solo 34 Km. E’ sulla statale che congiunge Genova con Acqui Terme ed Alessandria, e dista dal mare 37 Km.”. (da ‘La Nostra Ovada’ – G.Borsari – 1968).

Le origini di Ovada risalgono ai tempi dei Romani. Essa già esisteva come piccolo villaggio ma molto importante poiché si trovava alla confluenza di due torrenti (Orba e Stura) e rappresentava un punto di guado obbligato sulle strade che allora dal mare portavano alla pianura padana; il suo nome di allora ‘Vada’ o ‘Vadum’ la indicava, appunto, come punto di guado e transito obbligato. Già la si trova citata nelle lettere di Decimo Bruto a Cicerone.

Nel 967 d.C. Ottone I la donò, assieme ad altri territori, al Marchese Aleramo. Dopo essere passata in possesso dei Marchesi di Gavi e poi dei Marchesi Del Bosco, pervenne ai Malaspina che, nel 1277, la vendettero, a più riprese, alla Repubblica di Genova.

Ovada seguì le sorti della Repubblica di Genova, con esclusione di un periodo di pochi anni durante i quali fu sotto il dominio dei Duchi di Milano, fino al 1814 quando, a seguito del Congresso di Vienna, passò sotto la sovranità del Regno di Sardegna.

Chiesa della Immacolata Concezione

La chiesa fu costruita dal 1640, in seguito al voto solenne fatto dagli Ovadesi alla Vergine perché li liberasse dalla peste.
La chiesa fu affidata ai francescani, presenti da anni ad Ovada ma privi di un convento: per questo fu edificata in stile sobrio, con una forma a capanna, la facciata semplice e senza decorazioni, l’interno ad una sola navata con due cappelle laterali.
L’attuale facciata, dipinta a strisce bianche e nere, con un rosone centrale e bifore in cemento, risale al 1935; un intervento degli anni ’70 del 1900 ne ha stravolto anche l’impianto interno.
L’altare maggiore, ligneo, conserva lo stile semplice dei Cappuccini ed è opera degli ebanisti Piantanida da Cedrate Milanese: su ordine del Doge di Genova, Nicolò Spinola, fu realizzato fra il 1742 e il 1744.
Una sontuosa statua in legno della Madonna dal ricco panneggio bianco celeste ed oro, posta in alto nella nicchia centrale, risalta fra i Santi Rocco e Sebastiano.
Si segnalano alcune tele: Gesù Cristo incoronato di spine e la Flagellazione di Gesù, entrambe opere del pittore ovadese Geronimo Buffa; e Sant’Antonio di Padova che riattacca un piede ad un giovane e il miracolo di San Felice da Cantalice cappuccino, attribuite al genovese Giuseppe Palmieri (Genova 1674 – 1740).
Le molte manomissioni subite dall’edificio hanno disperso le numerose lapidi tombali: ricordiamo quelle di Niccolò Vela (1665 – 1732), generale dell’Impero, combattè nelle Fiandre, in Ungheria ed in Corsica, dove fu inviato per reprimere le rivolte; e quella di Ortensio dei marchesi Faà di Bruno, noto come Abate di Carentino, che seminò terrore e morte nei territori monferrini, fino al suo ritiro in Ovada dove morì nel 1709.

 

https://www.comune.ovada.al.it/it-it/immagine/img-5999-O-36-455-0-0-e28cc2199fb1a5d448eb3772d16e23aa

 

 

Chiesa di Nostra Sigora Assunta

nel XVIII secolo, la vecchia chiesa parrocchiale di Ovada, dedicata all’apostolo e martire san Bartolomeo, divenne insufficiente per la popolazione della città, Alla fine d

in continua crescita. Nel 1770, quindi, si decise di costruire una nuova chiesa, più grande.

La progettazione della nuova chiesa venne affidata all’architetto comasco Gio Antonio Delfrate, che per essa si ispirò alla barocca basilica di Santa Maria delle Vigne di Genova; la costruzione ebbe inizio nel 1772 e terminò nove anni più tardi, nel 1781; tuttavia, la nuova chiesa venne consacrata soltanto nel 1801 e dedicata non più a san Bartolomeo, ma a Nostra Signora Assunta.

Nel 1808, venne costruito, alla destra della facciata, secondo il progetto originario, un campanile; nel 1853 venne costruito quello di sinistra, gemello del primo e anch’esso presente del progetto originario di Gio Antonio Delfrate.

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Il santuario di San Paolo della Croce di Ovada è un santuario dedicato a Paolo della Croce, santo che fondò la Congregazione della passione di Gesù Cristo ed è stato inaugurato nel 1988.

La “concezione” della chiesa è moderna, attuale; certamente occorre “farci l’occhio” e scoprire le “idee” in essa sottintese dagli ideatori.

L’ESTERNO si inquadra nella vista d’insieme che se ne ha da Corso Italia. Eliminate scale e barriere architettoniche, si sale dolcemente al piano della chiesa, accompagnati da due piccole piazzuole. Le lame di cemento armato, curve e slanciate , sembrano unirsi verso l’alto come due mani in preghiera. La statua di bronzo (di circa sei quintali) posta in alto rappresenta San Paolo della Croce e il fratello Giovambattista attorno alla croce di Gesù risorto e qualifica la struttura come edificio sacro dedicato al santo cittadino.

L’INTERNO caldo, accogliente e raccolto. Tutti apprezzano il soffitto di legno ed i travi di legno lamellare che rischiarati di luce riflessa, offrono una tonalità calda e distesa.
Il pavimento di marmo di Carrara è segnato da strisce nere che guidano l’occhio e i passi dei fedeli verso il centro “vivo” di tutta la costruzione: la mensa dell’Eucarestia.

ILPRESBITERO E L’ALTARE
La forma tonda del presbitero corrisponde al fondo circolare dell’edificio. Al suo centro l’altare, formato da quattro pannelli di marmo statuario di Carrara, propone scene di vita del nostro Santo:
di fronte all’assemblea si notano le sagome della chiesa parrocchiale e su questa chiesa accanto a due angeli che sorreggono (proprio al centro) la reliquia del Santo.
La grata in ferro battuto tondeggiante raccoglie l’altare e concentra l’attenzione dei fedeli al tabernacolo.

LA VETRATA ideata da Padre Tito, propone ai fedeli scene della vita del santo: dalla nascita, alla vocazione, al Monte Argentario
I colori caldi e vivi creano una giusta luminosità all’interno. Le immagini immediate e chiare e le scritte aiutano a comprendere il messaggio dell’artista.

Santuario di San Paolo della Croce « Parrocchia di N. S. Assunta - Ovada

Giancarlo Patrucco Clemente Accornero

Testi e immagini qui riportati vengono dal libero web

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