Overkilling

È un’espressione non più usata, ma molto comune negli anni ‘70.

Guerra del Vietnam: difronte ad un attacco dei Vietmin , l’aviazione USA rispondeva con bombardamenti a tappeto e a napalm: una reazione assolutamente spropositata.

Una situazione molto simile sembra ripetersi nel conflitto israelo-palestinese; al pogrom di  Hamas del 7 ottobre 2023, è seguita una reazione israeliana terrificante, che ha colpito per mesi la striscia di Gaza e massacrato oltre quarantamila abitanti.

Secondo Israele, una reazione determinata dal fatto che l’Iran e i suoi alleati (Hamas, Hezbollah, Houthi) vogliono distruggere completamente lo stato israeliano.

Quindi nella visione di Netanyahu e dei suoi accoliti, bisogna combattere i nemici fino a distruggerli.

Israele non si pone il problema del numero dei nemici, più sono meglio è, per dare una spallata finale e costruire quella Grande Israele voluta da molti fondatori.

Quindi il pogrom del 7 ottobre 2023, con tutte le sue vittime, sembra una grande occasione presa dai dirigenti israeliani per fare piazza pulita.

Non si ascolta più nessuno, né i vecchi alleati europei, né gli eterni protettori americani, questa volta Israele deve agire senza ascoltare nessuno, sostenendo che è in gioco la propria esistenza e la vita di sette milioni di ebrei.

Chiaramente non si pone sul piatto della bilancia l’enorme superiorità tecnologica di Israele ed il pacchetto di duecento bombe nucleari in suo possesso, di cui tutti conoscono l’esistenza.

Si tratta quindi di un overkilling verso il popolo palestinese, ma Israele non si ferma qui, è pronta a portare la guerra in Libano, Siria e colpire l’Iran in tutti i modi (missili, droni e quinta colonna).

È un piano ben definito e ben precisato, che ci fa capire come esso sia stato preordinato da lungo tempo, probabilmente da anni.

Il bello è che Israele, o meglio la sua classe dirigente, non sembra preoccuparsi delle violente reazioni politiche e di anti-semitismo che esplodono in tutto il mondo, come se ci fosse un Davide pronto a sfidare Goliath, ben sapendo che la sua fionda è mortifera.

Alcuni conoscenti ebrei mi dicono che non riescono a capire il loro governo, ma io ritengo invece che molti esponenti della ortodossia religiosa siano pronti a giocare il tutto per tutto.

Con la stessa forza e convinzione con cui ottanta anni fa i nazisti volevano spazzar via gli ebrei dal mondo, così oggi sembra che i dirigenti israeliani vogliano applicare questa dura legge ai loro nemici, e per primi i palestinesi.

Forse la mia è una affermazione forte, non lo so, ma indubbiamente Israele sta seguendo una legge biblica, quella del taglione.

Potrà l’overkilling esercitato sui palestinesi oggi portare ad un risultato definitivo?

Mi sembra molto difficile, ho l’impressione che questa reazione violenta farà nascere migliaia e migliaia di terroristi nel futuro.

Cui prodest? A chi giova?

Probabilmente a nessuno, ma in questo momento osserviamo una tempesta di missili e droni, che falciano moltissime vite innocenti.

Viator

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