Il pasticcio delle “primarie aperte” conferma la natura trasformistica del PD

Quelle di Schlein e di Bonaccini erano due candidature di sistema, due opzioni possibili che il PD si trovava davanti. La vittoria della Schlein non è dunque una grossa sorpresa ma una delle due soluzioni possibili al problema dato: la sopravvivenza del PD e della sua oligarchia. A ben vedere la Schlein si afferma tramite il meccanismo principe del potere PD, le primarie aperte a chiunque che ribaltano il risultato degli iscritti, un meccanismo truffaldino che non esiste al mondo, essendo il PD italiano un unicum nel panorama occidentale: un partito di sistema non dichiaratamente di sistema ma truffaldino, fondato sul gattopardismo (sempre grazie al principe Tomasi di Lampedusa che ci ha aperto gli occhi su questo precipuo ed ambiguo fenomeno italiano del discorso del potere). Quella della Schlein è infatti una candidatura fortemente voluta da Letta e Franceschini, con Paolo Mieli a sostegno. Non stiamo parlando di critici del sistema, mi pare. E’ la solita operazione trasformistica del PD. La prima opzione era chiara: potevano fare la guerra ai 5 Stelle come voleva Bonaccini (e in maggioranza la base degli iscritti). Il meccanismo delle primarie ha invece favorito l’altra opzione: sempre fare la guerra ai 5 Stelle, ma in modo soft, rubandogli il programma (le parti più inoffensive del programma a ben vedere). Ormai la disoccupazione, la povertà, le disuguaglianze sono un fatto riconosciuto da tutti, la Schlein arriva buon ultima! Perfino Draghi e la Meloni ne hanno parlato nei loro discorsi di insediamento. Se la neosegretaria queste cose le avesse dette 10-15 anni fa quando la gente in America occupava Wall Street o – da noi – raccoglieva firme per i referendum per l’acqua pubblica, era un conto; ma lei invece occupava… il PD! Una battaglia veramente fondamentale! Mentre la gente vive la povertà a causa delle riforme neoliberali volute dal PD (e da Berlusconi naturalmente nello schema del finto bipolarismo con uguali programmi) e la neo-segretaria non ha mai fatto una critica credibile delle origini ambigue del suo partito.

Inoltre il meccanismo delle primarie ha messo in atto una scelta palesemente irrazionale: due partiti di opposizione col medesimo programma nominale (PD e 5 Stelle) non aiutano ad allargare il campo di opposizione al dannoso governo dei post-fascisti. Se noi vogliamo mandarli via, giusto? Invece assistiamo al solito schema del PD che tende a mangiarsi i potenziali alleati anziché sviluppare la sua politica, necessariamente di centro, che sarebbe un discorso “sano”. Ma questo ovviamente non aiuta a liberarsi della destra postfascista al governo… al contrario aiuta Meloni a stabilizzare il suo potere! L’elezione della Schlein non è una grossa sorpresa, era nelle cose possibili, visto lo schieramento mediatico e di potere a suo sostegno. Il PD non fa dunque che confermare la sua natura ambigua e trasformistica, pensando unicamente alla sua sopravvivenza non solo a danno dei suoi possibili alleati ma anche dell’allargamento del discorso democratico e antifascista (antifascismo vivo e praticato nel quotidiano, secondo il dettato costituzionale, e non declamato nei soliti riti ipocriti).

Naturalmente la critica non è rivolta a chi è andato alla primarie a votare chiedendo un cambiamento. Questo è perfettamente comprensibile. E’ rivolta a chi ha apparecchiato sapientemente il solito raggiro. Il problema è che nella natura fluida del partito postmoderno per eccellenza rientra anche questa criticità, il vendere con una efficace campagna di marketing l’illusione che basti cambiare una leadership a seguito di un vasto battage mediatico (in realtà una leader perfettamente integrata nel sistema di potere tanto che fino a poche settimane fa era la vice di Bonaccini in Emilia-Romagna) per cambiare il segno del discorso, senza radicamento e senza un pensiero politico strutturato, largamente discusso e combattuto nella dimensione sociale, ben “prima” che arrivino le prevedibili interferenze mediatiche a intorbidare le acque.

Filippo Boatti

28 febbraio 2023

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