Votato al Parlamento Europeo con una maggioranza schiacciante il testo finale del Regolamento ASAP ( Atto di Supporto alla Produzione di Munizioni). Un “atto di supporto” che significa vie preferenziali per procedure, progetti e finanziamenti che hanno qualcosa a che vedere con il comparto militare. Un settore che in Italia ha fatturato nel 2022 il 12 per cento in più del 2019 e che a livello europeo ha visto, per alcuni sottosettori, percentuali di sostanziale raddoppio delle vendite. Sono saltati tutti i filtri precedenti che ponevano attenzione ai compratori, arrivando anche a condizionare le vendite ad un successivo utilizzo di “eventuale” guerra di aggressione. Sono saltate, soprattutto, tutte le barriere etiche che, fino a inizio 2022, facevano percepire le vendite d’armi come “una necessità” e un contributo alla difesa degli Stati. Con l’aggressione della Russia di Putin all’Ucraina, a prescindere dal controverso periodo che l’ha preceduta, si sono aperte tutte le porte prima sigillate, tutte le trombe di guerra si sono rimesse a suonare su uno sfondo a tinte forti tra il rosso cupo il giallo sulfureo e il nero profondo. L’impressione è che chi potrebbe intervenire (ci sono rappresentanti europei validissimi in diverse formazioni politiche) non vogliano o non possano esprimersi. Mai come in questo momento vale la parola d’ordine “zitti e volare basso”, perchè chi tiene le fila delle varie commissioni e dei vari gruppi potrebbe aversene a male. Già…. ma a chi devono relazionarsi questi “intermediari”? Troppo semplicistico liquidare la questione con un legame a doppio filo con la cosiddetta “lobby” delle armi. Troppo semplice e puerile ….semplicemente perchè questa “lobby” non esiste o, almeno, non esiste in quanto realtà autonoma. Provate a sfogliare per qualche settimana (sono sufficienti una decina di giorni) il più diffuso quotidiano economico nazionale (Il Sole 24 h) o a seguire, anche per solo qualche decina di minuti al giorno “Radio 24h” operante in modulazione di frequenza con estensione su tutto il territorio nazionale e oltre. Fatelo….e capire il perchè di quella “maggioranza schiacciante” che, giustamente , fa preoccupare ANPI nazionale, Arci, Rete Pace e Disarmo e molti altri. Ci troverete gli ingredienti base di tutte le guerre, di tutti i conflitti, con la “creazione di un nemico necessario” come ha scritto Umberto Eco nel suo “Costruire un nemico” del 2011 (1): possesso prioritario e commercializzazione esclusiva delle risorse (di tutti i tipi e ovunque), manipolazione e/o uso forzato delle informazioni, della comunicazione in generale, sfruttando algoritmi, intelligenze artificiali e tutto quanto utile all’orientamento del “sentire” generale. Per ultimo, creare le condizioni per arrivare ad una sola modalità di pensiero, su tutte le questioni possibili e immaginabili, dall’influencer sul dentifricio o sul calzino più in, a come votare per giustificare la presenza di armi nucleari tattiche sul proprio territorio. Vi viene spiegato tutto….come si muove la Borsa nazionale e quella americana o giapponese rispetto ad una delle 4.000 aziende quotate che producono nel mondo (ufficialmente e in modo “tracciabile”) ogni tipologia di sistema d’arma. Come si muovono tra di loro, come si inglobano, come scompaiono, falliscono e, miracolosamente, rinascono. Chi sono i “tycoons” che le possiedono, le vendono, le amalgamano, le spezzettano, le fanno fallire o di cui fanno decuplicare il fatturato nel giro di due anni. E’ tutto spiegato, è tutto scritto, pagine di .pdf o di .excel che, dati alla mano, ci fanno capire che una pallottola all’uranio impoverito è, alla fine, come un formaggino “Tigre” e va trattato commercialmente allo stesso modo…. Più ne sparano/mangiano, meglio è. Come chiaramente spiegato neppure il PNRR ultramiliardario è esente da tale logica… “Ci sono i soldi, bene….non sono nostri, ci vengono prestati o dati in regalo, meglio…. con questi possiamo variare i nostri investimenti…(ragionamento che si conclude con la domanda chiave)… come guadagnare di più?” Ovviamente nel settore armi, sperando che i vari focolai accesi non si spengano… alla faccia della gestione responsabile delle risorse mondiali “bene assoluto” di tutti gli abitanti della Terra e non di chi è (temporaneamente) “amico” e “alla faccia” del pianeta Terra stesso e di tutti i suoi esseri viventi, declassati a variante non influente.
Qui di seguito la comunicazione delle associazioni ancora libere di esprimenrsi…. (ma fino a quando?).
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La nota di Anpi, Arci nazionale, Rete Italiana Pace e Disarmo, Libertà e Giustizia :
“Seguendo una procedura d’urgenza straordinaria, che di fatto ha limitato formalmente anche lo spazio di intervento dei Parlamenti nazionali, il voto del Parlamento europeo sancisce, con l’approvazione del regolamento ASAP, un pericoloso precedente nell’iter giuridico, nel sostegno finanziario all’industria bellica e nel rischio di vedere calpestati i diritti dei cittadini.
Con questo voto il Parlamento europeo ha di fatto rinunciato ad ogni sua prerogativa politica ed istituzionale, avendo prima approvato il testo della Commissione europea senza alcun emendamento, ed assumendo ora gli emendamenti del Consiglio senza neppure pretendere quel ruolo di controllo nella fase attuativa del Regolamento. E’ quanto meno strano che il programma di messa in opera di questo testo venga adottato come misura esecutiva, quando invece richiede una alta discrezionalità strategica e come tale in base al trattato richiede l’associazione del Parlamento e del Consiglio.
Il Parlamento europeo ne esce svilito nel suo ruolo di co-legislatore, rinunciando a richieste e proposte proprie in materia di difesa e sicurezza europea e perdendo credibilità anche in vista delle prossime elezioni.
Si accelerano gli investimenti destinati alle imprese del settore, e, oltre all’utilizzo del Fondo Europeo per la Pace (500 milioni che si aggiungono al miliardo già precedentemente stanziato), si delinea anche la possibilità di utilizzare il bilancio dell’Unione, contraddicendo l’art. 41 del trattato che esclude “l’utilizzo di spese che hanno implicazioni nel settore militare e della difesa, a meno che il Consiglio non deliberi all’unanimità” . Inoltre permane la possibilità di riformare i PNRR nazionali con misure a sostegno dell’industria militare e a discapito di beni e servizi destinati ai cittadini europei. Il bilancio europeo diventa così di difficile tracciabilità.
Le normali procedure legislative europee prevedono valutazioni ex-post, valutazioni d’impatto, consultazioni delle parti interessate; niente di tutto questo è stato fatto per un settore sensibile come quello dell’industria bellica. Inoltre si ritiene necessaria una semplificazione e un’accelerazione delle gare di appalto. Tale procedura solleva molti dubbi sul controllo effettivo e sulla trasparenza delle gare di appalto in particolare in questo settore industriale.
L’Unione Europea decide di utilizzare soldi dei cittadini europei per finanziare un settore industriale che ha visto solo nel 2022 la spesa militare europea cresciuta del 13%, ed i profitti spaventosamente aumentati. Invece di tassare i super profitti, arriveranno finanziamenti.
Il Regolamento ASAP mette tra l’altro a rischio direttive fondamentali in materia di ambiente (Reach e Direttiva Seveso) salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini là dove si afferma che “la loro attuazione può anche produrre C.” e contraddicendo in parte quanto sancito nella “Nature Restoration Law” votata solo il 12 luglio. Siamo davvero allo smantellamento del Modello Sociale Europeo !
Spiace notare che a differenza di quanto avvenuto per il voto “Nature Restoration Law” in questo caso le forze politiche, compreso quelle progressiste, si siano limitate a sostenere le lobby delle industrie militari, invece di porre le basi della auspicate politica di difesa e sicurezza europea (art. 21 del trattato della UE)”
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.1. “Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro. Pertanto, secondo Umberto Eco, quando il nemico non c’è, bisogna costruirlo”
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