Considerazioni sui risultati dell’indagine epidemiologica sugli abitanti della Fraschetta

Finalmente conosciamo i risultati dell’indagine epidemiologica. E’ stato il principale obiettivo che mi ha indotto ad ottenere l’incarico di assessore all’Ambiente del Comune. E non è stato facile poter far realizzare l’indagine. Ho avuto a che fare con una cultura vetero-industrialista di scarsa sensibilità al problema, con immotivate paure di scontro con potentati locali, con immotivate carenze di fondi per finanziare la ricerca ad ASL e ARPA. Eppure il mio obiettivo, la domanda alla quale volevo avere risposta con le associazioni ambientaliste Medicina Democratica e Legambiente, era la seguente: la chiusura dei più inquinanti reparti del Polo Chimico per la produzione del Biossido di Titanio, dei Pigmenti coloranti, dei Bicromati e dell’Acido Solforico hanno portato a tangibili miglioramenti della salute degli abitanti di Spinetta e della Fraschetta? I risultati dell’indagine epidemiologica condotta hanno mostrato che in Fraschetta ci si ammala e si muore assai di più (fino al 50% per alcune patologie tumorali) che nel resto della provincia di Alessandria ed in Piemonte. Questa la risposta al quesito che posi: i miglioramenti fatti nel corso degli anni ai reparti del Polo Chimico non sono sufficienti a salvaguardare la salute degli abitanti. Nell’aria, nelle acque continuano a fuoriuscire composti altamente nocivi per l’uomo e per l’ambiente. Tutto ciò non può e non deve più essere tollerato. Questo il drammatico messaggio che i risultati dell’indagine inviano alle autorità pubbliche: a cominciare dal Comune di Alessandria ad arrivare al Ministero dell’Ambiente. Ma cosa fare urgentemente? 1) il biomonitoraggio della popolazione – analisi del sangue per valutare la presenza di veleni quali i PFAS – 2) aggiornare con cadenza annuale l’indagine epidemiologica sui residenti circoscrivendola eventualmente alle aree più critiche, quelle a ridosso del polo Chimico 3) installare l’analizzatore dei gas fluorurati -i componenti più nocivi e pericolosi – nella centralina di monitoraggio degli inquinanti emessi dal Polo Chimico 4) campagne di prevenzione sui rischi dell’uso delle acque inquinate e sui rischi di incidenti rilevanti. 5) Revisione completa dell’A.IA. le cui prescrizioni si stanno dimostrando insufficienti a salvaguardare la salute dei cittadini.

I risultati emersi devono infine indurre il Comune di Alessandria ad esprimere parere negativo al rilascio dell’autorizzazione richiesta dalla Solvay al nuovo e più grande impianto per la produzione di C6O4 in assenza di risultati di indagine condotta da centri di eccellenza “super partes” che ne comprovino la non nocività.

Claudio Lombardi

>>> Vedi anche: Solvay di Spinetta, nuove e vecchie produzioni pericolose

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