
Non solo un bel libro, anche un libro bello; di grande formato, ricercato nella fattura, guarnito con tavole a colori, fotografie dei protagonisti e documenti vari, ricco di riferimenti bibliografici e note puntuali. “Salvaguardare la natura, rispettare gli animali, proteggere l’ambiente, difendere la Terra” di Fabienne Charlotte Vallino, proposto da Edizioni ETS, è un’opera certamente da leggere ma, oltre, da apprezzare per la sua raffinatezza; è un dono prezioso da concedersi, ma anche da dedicare a chi è innamorato dell’ambiente e delle sue vicende.
Nelle oltre 400 pagine vengono tratteggiate le esistenze di personalità che, dal tardo diciottesimo secolo in poi, hanno ragionato e agito in favore del pianeta, in qualità di letterati, politici, artisti, medici e via discorrendo.
Affascinante è seguirne le biografie, ben narrate, cogliendo i di loro pensieri e sfumature, anche grazie ai generosi corsivi riportati. Iniziando con Alexander von Humboldt, affiorano dal suo “Kosmos”, opera scientifica e letteraria al tempo stesso, parole ricolme di una sensibilità dalle tinte già contemporanee, che invitano a «riconoscere l’unità nella diversità».
Nel suo grido in difesa delle foreste rinveniamo, disciolta, l’idea di salvaguardia della natura come via maestra. Segue Thomas Cole e, con lui, l’approccio al ruolo della pittura statunitense, quale rivelatrice della bellezza e della fragilità degli ecosistemi. Qui si presenta almeno l’occasione per ragionare sul concetto di “landscape painting”, ovvero “pittura di paesaggio”, soffermandoci opportunamente sul termine specifico (paesaggio), che fa pensare più a un mondo modellato dall’essere umano che a un ordine primigenio.
Troviamo preoccupazioni a noi prossime leggendo, già nel 1836, «un’altra generazione vedrà luoghi, oggi pieni di bellezza, profanati da ciò che è chiamato progresso» e, proseguendo, impariamo ad apprezzare il ruolo unico e insostituibile dell’arte, quale “interprete” della scienza, a beneficio di tutti, per connetterci alla natura e alle difficoltà in cui versa.
Conosciamo poi Frederic Edwin Church, i suoi pensieri e le sue opere, nonché la poderosa opera dell’intellettuale e diplomatico George Perkins Marsh, con il suo “Man and nature”, lavoro teso a stimolare consapevolezza e senso di cura nei riguardi del pianeta.
Procedendo, incontriamo Gifford Pinchot, che ci dà modo di meditare sulla differenza tra preservare e conservare, Thomas Erskine e la sua lotta in favore degli animali dotati, come l’uomo, di «organi e sentimenti per il piacere e la felicità» e altre voci di pari sensibilità fino ad arrivare, con grandi balzi, all’incantevole figura di Albert Schweitzer, filosofo, teologo, musicista e medico, con la sua esistenziale ricerca etica, distillata nell’espressione “rispetto per la vita”.
Non manca la monumentale figura di Rachel L. Carson, con il suo “Silent spring”, pietra miliare del movimento ecologista, in cui descrive ciò che chiama «fuoco di sbarramento chimico […] scagliato contro il tessuto della vita».
Con l’ultimo capitolo approdiamo all’età dell’ecologia, con James E. Lovelock e la sua “Teoria di Gaia”, attraverso le scoperte, le responsabilità e le speranze che il momento storico porta con sé e che facciamo nostre, fino alla nascita dell’Earth Day, come celebrazione planetaria in favore della salvaguardia della Terra.
Non è possibile addentrarsi in ogni anfratto del volume e, come nelle migliori narrazioni delle vacanze, il consiglio è di non farsi bastare immagini e ricordi altrui, ma di viverle in prima persona; il viaggio proposto da Fabienne Charlotte Vallino vale il biglietto.
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