Dopo la manifestazione nazionale del 29 novembre ci saremmo attesi che, almeno in parte, il Governo raccogliesse il grido d’allarme dei sindacati del settore, dei cittadini, delle regioni e invece siamo costretti a leggere, con sconforto e grandissima preoccupazione, una linea fondata ancora una volta sul definanziamento della sanità e sui tagli ai servizi.
Sembrava che la consapevolezza degli errori fatti negli ultimi dieci anni di scelte sbagliate sulla sanità e anche dopo la pandemia, fosse diventata “patrimonio della politica” ma purtroppo non è stato così. Il grido di allarme lanciato dai sindacati ha messo in evidenza che in sanità sia necessario investire e non continuare a tagliare come si sta facendo attualmente, dove parallelamente si assiste sempre di più nell’affidare ai privati i servizi.
A tutto ciò sono sempre più frequenti le denunce di cittadini che non riescono ad accedere ai servizi pubblici senza dover ricorrere al privato, sono sempre più diffusi i casi di operatori che scelgono di abbandonare le strutture pubbliche per un lavoro meglio remunerato e organizzato anche all’estero, dove la carenza di alcune figure professionali, prime tra tutte quelle infermieristiche, sta diventando drammatica, a maggior ragione a fronte dell’invecchiamento della popolazione e della necessità di rafforzare la medicina di prossimità e territoriale.
Di fronte a tutto questo la scelta del Governo Meloni è quella di imboccare decisamente la strada della riduzione degli investimenti del Fondo Sanitario Nazionale;infatti in termini di percentuale il Pil scenderebbe dal 6,12 del 2024 al 6,05 nel 2025 e 2026, per poi precipitare al 5,9 nel 2027, come pure le briciole che vengono destinate per i rinnovi contrattuali agli ex eroi!!
Nella manovra inoltre restano escluse priorità importanti per la tenuta del SSN una su tutte un piano straordinario di assunzione medici e infermieri e altro personale del comparto, la valorizzazione economica e professionale del personale del SSN a partire dal rinnovo dei CCNL,garantendo la piena tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni l’abolizione del tetto di spesa per il personale, come pure vanno rivalutati e rivisti i Lea (Livelli essenziali di assistenza) e garantire adeguate risorse e misure a sostegno dei bisogni delle persone non autosufficienti dando attuazione alla L.n.33/2023.
La manifestazione della CGIL ha voluto denunciare pubblicamente un malessere che non può essere più sottovalutato. Oggi non si tratta più di adattare i diritti fondamentali delle persone alle esigenze del profitto ma al contrario rimuovere tutte le contraddizioni che esistono tra la salute e l’economia. Senza un adeguato potenziamento del SSN con adeguate risorse e coraggiose riforme di sistema non ci restera che assistere al suo declino dove saremo costretti a dire definitivamente addio all’universalismo, all’uguaglianza e all’equità, principi fondanti e inseriti nella nostra costituzione.Perchè alla fine solo il servizio pubblico è il vero garante del diritto alla salute.
Vincenzo Costantino
Funzionario FP/CGIL con Delega alla sanità
FP CGILSEGRETERIA PROVINCIALE DI ALESSANDRIA
Via Cavour, 27 -15121 Alessandria
Commenta per primo