In generale non è cosa semplice adottare, in tema di rifiuti urbani, il sistema della “raccolta domiciliare” (o porta-a-porta) in luogo della più rudimentale e poco “ecologica” raccolta stradale a cassonetti.
Ad Alessandria la possibilità di procedere in tal senso è, di questi tempi, assai più complicata trattandosi, nel caso, di una ri-adozione (c’era già, è stata smontata, si dovrebbe riprendere) realisticamente suscettibile di trascinarsi appresso più d’un residuo delle feroci polemiche (qualcuno si ricorda gli argomenti contundenti?) suscitate dal centro-destra contro l’innovazione della Giunta Scagni. Puntualmente seguita, appena possibile (Giunta Fabbio), dal ritorno dei cassoni stradali che ci presidiano tutt’ora con tutti i problemi al seguito a cominciare dal “fuori contenitore”.
Che si sia trattato di un errore fatale,sotto il profilo ambientale e finanziario, indotto dal pregiudizio ideologico (il porta-a-porta è di sinistra, abbattiamolo! Peccato che in pari tempo, a Novara, la Giunta leghista ne magnificasse i risultati, veleggiando il comune verso il 70% di differenziata), sembra ormai chiaro e penoso anche a molti degli adepti attuali del Centrodestra in carica. Non foss’altro perché la raccolta domiciliare ha continuato, pur faticosamente, ad espandersi in generale e anche nella nostra provincia (arco Acqui-Tortona).
Una riapertura del discorso porta-a-porta ad Alessandria è stata in effetti più volte ventilata – dai discorsi programmatici del nuovo sindaco, alle recenti dichiarazioni dell’assessore all’ambiente – anche se i pretoriani che vigilano in ogni partito hanno subito “stoppato” le voci dal sen fuggite.
Attualmente sulla raccolta domiciliare si registra perciò, in maggioranza, un provvisorio compromesso di idee. Lo “sdoganamento” è in effetti partito: il porta-a-porta non sembrerebbe più indiscutibile farina del diavolo e se ne potrebbe persino discutere.
Salvo che i costi per una riedizione del sistema domiciliare di raccolta rifiuti parrebbero raggiungere, dai primi calcoli, qualche milione di euro e dunque, in termini di risorse disponibili per la bisogna: spiacenti, neanche a parlarne. Finché, almeno, non arrivi un capace Zio d’America, pubblico o privato, che presieda finanziariamente al traghettamento di sistema. Punto.
Col che l’aspetto sfuggente del gradimento dei cittadini verrebbe di botto accantonato per via dell’insuperabile problema quattrini.
Punto per modo di dire, però, giacché la situazione alessandrina, quanto a raccolta e smaltimento rifiuti urbani, permane a dir poco precaria e sollecita di per sé qualche tentativo “politico” di proposta migliorativa, visto che sullo “spettacolo rifiuti” continua a battere la gran parte delle rimostranze dei cittadini, raccolte e illustrate dalla stampa in carta e in web. Dicesi migliorativa, ma non cervellotica quale sarebbe invece, in alternativa al “porta-a-porta, il ricorso diffuso ai “cassonetti a scomparsa, con badge”, tipo quei due magnificati e costosi marchingegni che fanno ancora bella mostra di sé davanti al Comune, pur ridotti da gran tempo a ruderi vandalizzati e inoperosi.
E’ comprensibile, in definitiva, l’esigenza politica di fare qualcosa, di mostrarsi attivi “sul pezzo”. Ma fare che cosa, che non produca appena vecchie polemiche o nuove rivincite inconcludenti?
Ove tuttavia si prevedesse, pur con scarso entusiasmo, che la “nuova svolta” sarebbe comunque, prima o poi, intonata al porta-a-porta, magari riveduto e corretto, i tempi per decidere e concludere il salto di sistema in questo mandato amministrativo si farebbero piuttosto stretti.
La spicciola grammatica politica suggerisce, infatti, che interventi o riforme complessi e risicati (tipo, appunto, rifiuti), o si mettono in atto con una certa decisione nella prima parte del mandato politico – onde avere tempo e modo di aggiustare il tiro e recuperare consensi ballerini nella seconda parte – o è meglio rimandare..alla prossima.
Per non trovarsi a metà di uno scomodo guado all’avvicinarsi delle prossime urne: contingenza, tra l’altro, esaltata attualmente dall’improvviso ritorno dello smaltimento rifiuti all’apice tormentato della convivenza governativa e relativi indirizzi.
Commenta per primo