L’enciclopedia Treccani, per “Soggettivismo intende la dottrina o concezione che risolve la realtà delle cose in quella stessa del soggetto che la pensa”. “Abbiamo detto che il 2019 sarà un anno felice con una crescita del Pil oltre l’1% e così sarà” ripete con insistenza il presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Il triunvirato, prigioniero delle proposte demagogiche avanzate in campagna elettorale e in seguito formalizzate nel “contratto di governo”: reddito di cittadinanza, quota 100 per le pensioni e flat tax, quindi un’espansione della spesa pubblica a fronte di una contrazione delle entrate, non vuole fare marcia indietro, almeno fino alle elezioni europee del 26 maggio, e risponde a muso duro a chiunque avanzi critiche.
Così, mentre tutti gli osservatori economici, sia nazionali che internazionali: dalla Banca d’Italia alla Confindustria, dall’Istat all’Inps, dall’U.E. alla Bce, dal Fondo monetario internazionale all’Ocse, dicono, da mesi ormai, che l’economia mondiale – per effetto della guerra doganale innescata da Trump contro la Cina e in parte l’Europa – sta rallentando e che l’Italia si presenta come il fanalino di coda, e ne ridimensionano drasticamente le previsioni di crescita portandole prossime allo zero.
L’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, nel suo rapporto annuale sottolinea come il nostro paese registri ritardi per quanto riguarda i livelli di produttività complessivi per il peso della burocrazia e la lentezza dei processi civili, nonché per le strozzature presenti a livello di infrastrutture come viabilità e trasporti, e come le recenti misure varate dalla maggioranza su reddito di cittadinanza e su quota 100 per le pensioni, rallenteranno la crescita ed aumenteranno il debito, riducendo l’occupazione degli anziani e accrescendo la disuguaglianza generazionale. Tali risorse, a parere dell’Ocse, andavano utilizzate per investimenti nei settori produttivi, riducendo il costo del lavoro e potenziando la formazione professionale e scolastica. Il bilancio dell’economia reale è critico. La disoccupazione quest’anno sarà al 12%, 2 punti in più rispetto al 2018, il reddito pro capite è tornato ai livelli del 2000, la povertà tra i giovani aumenta, cresce il divario tra Nord e Sud e sono sempre di più i giovani che emigrano in cerca di lavoro. Quest’anno il Pil registrerà una contrazione dello – 0,2% contro una previsione del governo del +’1%.
Il Ministro del tesoro Tria, chiamato per il ruolo che ricopre a confrontarsi con Bruxelles e il sistema finanziario, è consapevole della difficile situazione in cui versano i nostri conti pubblici, cerca di porre resistenza alle pretese di spesa facile del triunvirato, non escludendo una manovra correttiva di almeno 36 miliardi di euro in sede di Finanziaria 2020. Non a caso gli strali e le minacce dei due vicepresidenti si concentrano contro il ministro del tesoro. Sanno però di non poter tirare troppo la corda perche rimuovere il ministro del tesoro, in questa situazione, significa anche intaccare ulteriormente la fiducia dei risparmiatori interni ed internazionali e far lievitare verso l’alto lo spred e quindi il costo del nostro debito pubblico.
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