Da quando è iniziato il piacevole lavoro di documentazione di questo giornale che le parole “Ausimont”, Montefluos”, “Solvay”, “SyEnsQo” ce le troviamo praticamente ovunque: nei progetti industriali di improbabile rilancio di un territorio, nelle carte processuali di più procedimenti che hanno visto alla sbarra generazioni di dirigenti e responsabili di lavorazioni dell’impianto di Spinetta M.go, nelle lettere di centinaia di cittadini preoccupati, se non indignati, per il perdurare di una situazione difficile, per non dire insostenibile. . Si sono levate con forza anche le segnalazioni (e le conseguenti proteste) degli organi di controllo ARPA e ASL impegnati da sempre nel monitorare l’attività di fabbrica in tutti i suoi aspetti, pur con le limitazioni determinate da una normativa non sempre all’altezza del compito. Gli stessi Sindacati hanno fatto fronte comune con la cittadinanza più cher preoccupata perchè proprio in quelle parti di popolazione ci sono gli operai, i tecnici, i dirigenti, gli operatori che, giorno per giorno sono a contatto diretto della fabbrica spinettese nei suoi vari settori. E’ in questo clima di giusta preoccupazioone che sono maturate le operazioni che hanno portato a smascherare l’ultima famiglia di inquinanti (i PFAS) da qualche anno ufficialmente riconosciuti come “cancerogeni”. E’ il lavoro indefesso di indagine, di ricerca dei lavoratori, delle associazioni e dei tecnici ad aver determinato questo rovesciamento oggettivo di posizioni e di sentimenti. Prima la “fabbrica” era di fatto “intoccabile” quasi un moloch positivo, anche se ingombrante, dispensatore di lavoro e, pertanto “amico”. E chi se la prendeva con le attività di fabbrica, anche quelle più chiaramente pericolose e inquinanti come i prodotti da composti di titanio, di piombo, di cromo e di solfati legati all’agricoltura intensiva, veniva tacciato come “pericoloso nemico” del bene sociale, della buona azienda che dà lavoro e paga. Bene. Ora le cose sono diverse e assai bene hanno fatto Legambiente, il Sindacato CGIL, alcuni Comuni e centinaia di cittadini a manifestare tutta la loro rabbia e frustrazione…. perchè lo sanno tutti che l’azienda guadagna molto e investe col contagocce, specie nei settori strategici dell’interruzione di linee pericolose e nella eterna querelle delle bonifiche, sempre promesse, ipotizzate e progettate ma, all’atto dei fatti poco incisive o, peggio, perennemente in ritardo.
L’associazione CittaFutura e la libera associazione “Laboratorio Synthesis”, perciò, sostengono con forza l’idea qui ripetuta dalla responsabile locale dott.ssa michela Sericano, tesa non tanto a chiudere “sic et simpliciter” la fabbrica ma a interromperne le lavorazioni manifestamente pericolose e cancerogene e fra queste tutti i PFAS/PFOA e loro collegati. Il nostro è anche un appello a non interrompere l’attuale indagine processuale perchè se ne ritiene altamente importante il significato intrinseco e traslato. Cioè, in parole povere, l’effettiva consistenza dei danni , di chi li ha causati e di chi ha trascurato eventuali interventi e, ancor più rilevante, il segnale forte di una popolazione, di una comunità che non si flette e chiede garanzie per i suoi diritti sacrosanti. Ben vengano le bonifiche, ben vengano le attività concertate con l’Università locale e altri portatori di interessi ma che – effettivamente – portino a qualcosa di concreto. Come pure, su un altro piano, ben vengano le interruzioni delle lavorazioni a forte rischio e l’apertura di nuovi canali (sull’idrogeno, su altri prodotti a impatto zero ma a pari efficienza) che darebbero lustro ben maggiore alla dirigenza attuale. Ma questa fabbrica, questi dirigenti di azienda sono in grado di operare queste trasformazioni? Benissimo l’impiego di nuove maestranze, soprattutto giovani, con media alta professionalità ma con quali scopi e con quali obiettivi? Non certo per continuare sulla “strada vecchia” visto che la nuova, anche se difficile, deve essere affrontata. E’ su questi temi che attendiamo risposte forti e non uscite in sordina per non affrontare l’imponenza delle problematiche. La questioni ci sono…e sono grosse. Bisogna avere la forza e la capacità di affrontarle. Qui di seguito il Comunicato integrale di Legambiente.
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Solvay vuole trattare sui risarcimenti per il disastro ambientale. Il territorio chiede la fine di qualsiasi emissione e la completa bonifica.
Avremmo voluto che si entrasse finalmente nel vivo del processo penale che vede imputati gli ex-direttori dello stabilimento di Spinetta Marengo Bigini e Diotto e Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A., quest’ultima per illecito amministrativo “…commesso a vantaggio e nell’interesse dell’ente per il risparmio dei costi di
bonifica e la maggior efficacia della produzione industriale…” (cfr Decreto di Fissazione di Udienza,
19.04.2024) e non consideriamo una notizia positiva il rinvio al 26.06.2025.
Nella seduta di venerdì 20 dicembre, presso il Tribunale di Alessandria, Solvay Société Anonyme, l’azienda belga che dirige e coordina tutto il gruppo Solvay, ha chiesto di uscire dal processo nel quale la Procura della Repubblica di Alessandria incolpa la sua controllata Solvay/Syensqo Specialty Polymers Italy dei reati
dovuti al colpevole “perdurare della condotta di contaminazione dal 2015” e richiede a suo carico adeguate sanzioni pecuniarie, mentre Solvay/Syensqo Specialty Polymers Italy ha proposto trattare sui risarcimenti per il disastro ambientale colposo che ha generato.
Tutti soddisfatti, solo Legambiente Ovadese pone irrinunciabilmente al primo posto l’immediata interruzione della condotta di contaminazione che continua a “perdurare”, perché solamente interrompendo la contaminazione si potrà effettuare una reale e definitiva bonifica.
L’avv. Gian Maria Mosca, che rappresenta Legambiente Ovadese ed i cittadini che si sono costituiti al fianco dell’associazione, ha dichiarato: “L’avvio di un negoziato tra Solvay e le parti civili rappresenta un’ottima notizia se ciò prelude al venir meno in tempi ristretti di sversamenti inquinanti ed all’avvio delle conseguenti bonifiche a carico dell’azienda. Il territorio richiede questo, la tutela dell’ambiente e della salute collettiva lo impone. Il resto è del tutto marginale. Su questi temi Legambiente Ovadese non penso possa transigere.”
Ed infatti non transigiamo.
Fermo restando il diritto di tutti i cittadini, che sono stati riconosciuti come parti civili, a verificare la possibilità di una transazione che porti loro compensazioni per i danni che hanno subito e stanno continuando a subire per colpa dell’azienda, riteniamo che, all’udienza di venerdì 20 dicembre 2024, il Giudice abbia concesso un
rinvio volto principalmente a consentire al Ministero e alla Regione Piemonte di interloquire sulla eccezione con la quale l’Azienda Belga direttrice e coordinatrice dell’intero gruppo Solvay ha richiesto di essere esclusa dalla responsabilità civile.
In quanto alla “…volontà della società [di] intraprendere un percorso che consenta di risolvere concordemente con le parti civili quanto si frappone a un rapporto sereno tra società e il territorio”, espressa dal legale di Solvay/Syensqo Specialty Polymers Italy e riportata anche dai mezzi di informazione, ci sentiamo di manifestare non poche perplessità.
Il nostro territorio troverà la serenità solamente con l’arresto della produzione e dell’utilizzo delle sostanze perfluoroalchiliche, con l’azzeramento delle emissioni in aria, nel sottosuolo ed in falda e col procedere contestualmente ad una efficace e completa bonifica dell’inquinamento fino ad oggi generato.
Se consideriamo la richiesta di questo rinvio alla luce del nuovo ricorso amministrativo di Solvay/Syensqo al Consiglio di Stato per l’annullamento delle pur blande prescrizioni imposte nella autorizzazione della Provincia di Alessandria per limitare l’inquinamento di PFAS, nonché per l’annullamento della legge Regionale del Piemonte che impone limiti a tale inquinamento e per la quale Syensqo ha richiesto la verifica della legittimità costituzionale, appare evidente, ancora una volta, la mancanza di volontà di adottare rapidamente e seriamente misure volte alla vera e reale interruzione dell’inquinamento per consentire una credibile, completa e definitiva bonifica.
Alessandria 21.12.2024
per Legambiente Ovadese: Michela Sericano 349.5363809
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