Sorprese agostane

Sorpresa agostana: i giornali riportano la notizia che dal 1 ottobre toccherà ai condòmini mettere in strada i cassonetti dei rifiuti. L’autore dell’articolo mette in evidenza il malumore dei residenti e degli amministratori dei condominii.

Innanzitutto credo sia doveroso fare un paio di considerazioni preliminari:

  1. A mio parere la scelta di togliere i cassonetti dalle strade stabilendo il “Posizionamento dei contenitori su aree private per la raccolta domiciliare”[1] non trovava motivazione nella mancanza di spazi o per il disagio che creano alla circolazione stradale, ma venne fatta per ragioni, più o meno conscie, di “estetica del centro”, anche se sembra che, alla fine, i costi e i disagi graveranno solo sugli abitanti delle zone in cui si pratica questo tipo di raccolta. Nessuno può negare che la presenza di cassonetti deturpi un luogo. Con numerosi studi le scienze cognitive ci dicono che la sensazione di disgusto fisico è in grado di influenzare i nostri giudizi spingendoci quindi a considerare “cosa buona” evitare la vista dei rifiuti e “brutta” la loro presenza. Se nella scelta intervenissero anche altri criteri, ad esempio si tenesse conto dei disagi alla circolazione stradale, non si capisce perché vengono non solo tollerati ma addirittura sostenute le presenze di dehors e le chiusure delle strade in favore di esercizi commerciali.
  2. Le valutazioni esposte non hanno la pretesa di rappresentare la verità unica e indiscutibile e, per evitare il rischio del “fondamentalismo” con cui ormai si affrontano questi temi, mi piacerebbe che le mie osservazioni da cittadino coinvolto nel problema fossero integrate o smentite da altri.

Come già detto è pressoché naturale constatare che l’assenza di cassonetti nelle strade rende le vie del centro più gradevoli, ma i costi conseguenti devono ricadere solo sui residenti? Anche per la TARI si introdurrebbe una sorta di “zona censuaria” che produce un aumento di spesa per i residenti, ma solo per gli abitanti di edifici che sono in grado di ospitare i cassonetti; se un fabbricato non ha spazi per posizionare sul suolo privato i cassonetti l’estetica della via peggiorerà, ma per i fortunati abitanti nessuna variazione dei disagi o delle spese!

È l’estetica a portare alla moltiplicazione di dehors, chiusure strade che comportano disagi per i cittadini ma sono sostanzialmente a costo zero per gli esercizi commerciali? Non sarebbe più gradevole il centro se, come in nazioni con abitanti, che oserei definire più dotati di senso civico di noi italiani, fosse vietato parcheggiare sul suolo pubblico? E se il traffico veicolare in centro fosse di molto ridotto non migliorerebbe solo la qualità dell’aria ma non sarebbe anche più gradevole passeggiare nelle vie del centro? Non sarebbe già un grosso miglioramento far rispettare i divieti esistenti? Mi rendo conto che queste misure non portano voti e conseguentemente difficilmente saranno proposte o realizzate e spesso, nel caso alcune norme esistano, queste sono fatte rispettare con estrema “oculatezza”; d’altra parte le cronache ci raccontano che queste misure non sarebbero gradite dai gestori degli esercizi commerciali!

Per tornare alle spese che graverebbero sugli abitanti proviamo a pensare quale potrebbe essere il costo per un condominio che deve sobbarcarsi la spesa necessaria per far spostare 3 sere a settimana i cassonetti in strada e poi farli riportare nella notte, mentre un giorno alla settimana occorre spostare il contenitore per la raccolta del vetro. Una prima difficoltà che viene in mente è di che tipo potrebbe essere l’eventuale rapporto di lavoro? E del tutto cervellotico ipotizzare che per un condominio di una decina di unità il costo annuale sia pari a quello che l’insieme dei condòmini spende per la TARI? E i piccoli condominii non sarebbero più penalizzati di quelli grandi?

Qualcuno potrebbe obiettare: i condòmini si organizzino con opportune turnificazioni per spostarseli in proprio. Chi abita in un condominio sa quanto questo tipo di cose siano complicate (basti pensare alla difficoltà di sanzionare gli inadempienti), ma in questo caso se ci fossero anziani e/o disabili questi dovrebbero provvedere a proprie spese ad ingaggiare qualcun’altro?

Se ogni condominio si deve organizzare autonomamente ne verrebbe fuori un caos ingestibile. Nel caso si intenda proseguire su questa strada, almeno Amag provveda a fare accordi a costi controllati con cooperative a cui i condominii possono rivolgersi per un eventuale affidamento del servizio, ci sarebbe almeno la possibilità di avere servizi garantiti sia nel tempo che nei costi.

Certo il problema di un surrettizio aumento della TARI per gli abitanti sfortunati di un condominio con cortile resta. Si sa anche le grandinate agostane non trattano tutti allo stesso modo ma in caso di maltempo, al momento, nessuno è in grado di fare nulla.

È sperabile che la qualità di differenziazione dei rifiuti con la raccolta domiciliare sia migliorata. Se cosi fosse c’è da considerare che questo risultato, aumentando il recupero dei materiali riciclabili, contribuirebbe a migliorare il bilancio di AMAG riducendo le spese per lo smaltimento dei rifiuti in discarica a vantaggio di tutti i cittadini. Non so quali risparmi ci siano o potrebbero esserci, ma sono valutabili? Nel caso possono compensare le spese che Amag Ambiente ha intenzione di scaricare sugli abitanti delle zone interessate?

Sono ipotizzabili altri sistemi di raccolta come ad esempio sacchetti specifici per tipologia di rifiuti consegnati a ogni utente che provvede a depositarli in strada nelle ore e nei giorni previsti?

È ipotizzabile che vengano allestite aree con cassonetti per la differenziazione distanziate opportunamente in modo che ciascun utente facendosi qualche centinaio di metri di camminata vi possa depositare i rifiuti? Queste aree potrebbero essere videosorvegliate e, se chiuse come succede nei vicoli di Genova, l’apertura potrebbe avvenire solo se si possiede l’apposita tessera rilasciata a chi paga la TARI. Certamente resta il fatto questo sistema creerebbe problemi ad anziani e/o disabili.

Sarebbero forse possibili anche altre modalità per la raccolta dei rifiuti, purtroppo difficilmente ipotizzabili considerando la scarsità di senso civico/capitale sociale in circolazione, assisteremmo ad uno spropositato, indiscriminato ed impunito abbandono di rifiuti.

Nel periodo ferragostano anche la politica va in ferie. Prima o poi le ferie finiranno e anche la politica non potrà far finta di nulla, sostenendo che si tratta di una scelta di competenza di Amag Ambiente.

  1. (Art. 12 del REGOLAMENTO COMUNALE SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI)

4 Commenti

  1. Isola ecologica di zona( per più condomini) o ritorno al porta a porta vecchia maniera prima che il sindaco fabbio distruggesse un sistema che funzionava in modo soddisfacente. C’erano le cooperative? Le si cerchi nuovamente. E si paghino degnamente i lavoratori (delle Cooperative)

  2. Molti condomini non avrebbero la forza fisica per fare l operazione e comunque con una tariffa così cara e con risultati tanto scarsi in generale prima di fare certe proposte tutte a carico del singolo cittadino ci penserei 10 volte.

  3. Nell’ambito della gestione dei servizi di raccolta rifiuti urbani “porta a porta” il fatto che Amag Ambiente provveda all’ingresso pedonale nei cortili degli addetti al servizio per l’esposizione dei cassonetti e per il successivo ricollocamento, costituisce una costosa anomalia. L’ingresso nelle proprietà private potrebbe essere sempre attuato, se possibile con i mezzi di svuotamento dei contenitori.
    Nell’ambito dei centri storici delle città e anche in quello di Alessandria la collocazione di contenitori per la raccolta dei rifiuti su suolo pubblico è di difficile attuazione, perchè gli utenti (sia abitazioni che attività) chiedono contenitori abbastanza vicini ma non davanti alla propria casa o esercizio.
    Nell’ottica di adottare azioni nel breve periodo considerando le problematiche che deve affrontare Amag Ambiente, l’iniziativa di non attuare più ingressi “pedonali” nelle proprietà private ha un immediato riscontro sul fronte delle spese utile per il bilancio aziendale
    che si collega conseguentemente alla TARI applicata.
    Considerando inoltre le note problematiche di Alessandria attinenti: basse percentuali di raccolta differenziate; rifiuti fuori cassonetto; scarichi abusivi e alta produzione di rifiuti indifferenziati procapite destinati allo smaltimento. Tutti dati che evidenziano come nel flusso dei rifiuti indifferenziati finiscono molti materiali riciclabili, un’altra azione attuabile nel breve periodo che determinerebbe una netta riduzione dei costi è quella dell’isola ecologica incentivante che “premia” i conferimenti differenziati, da realizzare presso uno o più centri di conferimento aziendali già esistenti. Esperienze simili adottate in altre realtà hanno dato risultati sorprendenti e possono essere anche utili, per non dimenticare che in base alla normativa vigente, che a finanziare i servizi di gestione dei rifiuti urbani non dovrebbero essere solo gli introiti della tariffa rifiuti.

  4. Sono per “È ipotizzabile che vengano allestite aree con cassonetti per la differenziazione distanziate opportunamente in modo che ciascun utente facendosi qualche centinaio di metri di camminata vi possa depositare i rifiuti?” favorevole da sempre ad una raccolta differenziata basata su isole ecologiche ben controllare e ben organizzate

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