Il presunto (discutibile) accostamento del Terzo Reich alla Russia attuale (non all’URSS di Stalin) è solo un pretesto.
Per questo oggi dobbiamo tutti difendere Mattarella come un sol uomo dai violenti e inquietanti attacchi del Cremlino, al di là di tutti i possibili se e ma (che pure ci sono e ne farò rapidamente cenno).
Quando si commentano le notizie bisogna cercare di capire onestamente quali sono le motivazioni di fondo delle cose che accadono e non dipendere dalle emozioni né attaccarsi a dettagli che servono a distrarre i molti gonzi e sprovveduti in circolazione. Anzitutto non è vero che in Italia dilaga la russofobia, come dicono i vari propagandisti russi a buon mercato di casa nostra e come dice la solerte portavoce del Cremlino (formalmente di Lavrov). E’ una solenne bufala. Anzi gli italiani da sempre sono perfino troppo ben disposti nei confronti dei vari regimi russi, che nei decenni e nei secoli si sono succeduti. Ne abbiamo traccia perfino nella Bottega del Caffè di Goldoni: il seccatore Don Marzio legge le gazzette dell’epoca piene di pettegolezzi e commenta i movimenti invernali delle truppe dello zar, esattamente come oggi farebbe un bighellone al bar… non è cambiato niente. Oggi me lo vedo a commentare gli articoli di Capezzone sfogliando Libero sul frigo dei gelati mentre sorseggia il suo spritz.
Anche se l’Italia prima con Draghi e poi con Meloni (e certamente con il sostegno del Quirinale) si è schierata ufficialmente e troppo acriticamente con il fronte della NATO e anti-russo ed è andata incontro, insieme a Biden e a tutti gli altri pards europei, a una disfatta. Ma il paese reale (e la sua economia dai tempi di Gianni Agnelli e dell’intermediazione del PCI fino alle pacchiane esibizioni di amicizia fra Berlusconi e Putin) è filorusso, per rapporti storici e politici lunghi e profondi, affinità popolari, tutte cose note che non sto a elencare. I gonzi nella fattispecie in questione, sono tutti quelli che “guai se mi tocchi la Russia” per cui non si può mai criticare la politica della Russia e valgono due pesi e due misure (esattamente come i tifosi ultra-atlantisti sull’altro lato dello stadio nella curva nord) e cascano come pere nella “disinformazia” di cui i governanti russi sono da sempre i campioni mondiali, dai tempi dei famigerati Protocolli dei Savi Anziani di Sion (precisamente quello che i gonzi di cui sopra si rifiutano di vedere).
E’ del tutto ovvio che anche se ha esagerato, certamente, ad accostare la Russia attuale al Terzo Reich, il discorso di Mattarella a Marsiglia (lectio magistralis per accettazione di un dottorato honoris causa) era incentrato sui nuovi oligarchi che si stanno comprando l’Occidente rottamando la democrazia liberale. E su Elon Musk, anche se non veniva mai nominato: ma il suo profilo combaciava perfettamente con quei plutocrati (apolidi dico io, non nazionalisti né cosmopoliti ma apolidi la cui patria è unicamente il loro conto in banca) che si stanno “pappando” i beni comuni, dai social media, all’energia, allo spazio. Mattarella lo ha definito un nuovo tecno-feudalismo, termine inventato da Yanis Varoufakis in un suo recente libro (*). Nel discorso di Mattarella, che si può rimproverare altresì per essere tardivo, manca però uno parte importante: sono stati i banchieri centrali come Draghi, da lui poi chiamato alla Presidenza del Consiglio, a finanziare la fortuna dei nuovi oligarchi: con un “quantitative easing” globale che dopo la crisi del 2008 ha stampato trilioni di dollari e di euro e salvato il circuito finanziario molto più che l’economia reale, finendo nelle tasche dei nuovi signori feudali che ora fanno il bello e il cattivo tempo del tutto incontrastati. Imponendo contestualmente la più dura austerità sulla popolazione UE e USA: spianando in questo modo la strada a Trump e ai suoi tecno-feudatari.
La notizia è comunque che Mattarella ha una presa di coscienza e si mette di traverso a Musk e al suo tentativo, maldestramente spalleggiato dal governo dei dilettanti alla riscossa meloniani, di prendere il controllo delle comunicazioni riservate dell’Italia con i suoi satelliti e di compromettere (quel che resta) della sicurezza nazionale ai massimi livelli.
Diversi giorni dopo, i portavoce russi per conto del Cremlino attaccano a più riprese Mattarella. Mostrandosi offesi per una parte marginale del discorso di Mattarella a Marsiglia. Ma guarda il caso, subito dopo avere ottenuto il pieno sostegno di Trump che ha sbrigativamente liquidato l’Europa e Zelensky. Naturalmente gonzi, gazzettieri e sprovveduti ci cascano subito e si mettono a sindacare sui dettagli del discorso di Mattarella, anziché difenderlo, tutti quelli per cui “non mi devi toccare la Russia” e financo ossessionati che “Benigni ha falsificato la storia ne La vita è bella” per aver fatto, secondo loro, liberare Auschwitz dagli americani anziché dai russi, come storicamente avvenuto (ma il campo di concentramento di invenzione descritto da Benigni insieme allo sceneggiatore Vincenzo Cerami, evidentemente non era Auschwitz, che ovviamente è stato liberato dalla truppe sovietiche, il nostro Parlamento lo ha persino scritto nella legge che celebra il 27 gennaio come “giorno della memoria”).
Come cercavo di argomentare, quando si commentano le notizie bisogna essere più freddi e quello che manca è l’analisi politica condivisa (del resto non ci sono più i partiti) che cerchi di enucleare il cuore di un fatto politico, locale o internazionale, lasciando i dettagli anche importanti e perfino le proprie simpatie personali (il lato emozionale) nel loro ruolo di contorno. I partiti sono stati destrutturati e tolti di mezzo proprio per questo, per renderci dei burattini che reagiscono in modo emozionale alle varie propagande spianando la strada al grande capitale neoliberale. Non ci sono più luoghi dove si discutono collettivamente i fatti politici in modo (il più possibile) appassionato ma razionale e il risultato è quello che il progetto neoliberale si attendeva: la vittoria delle classi dominanti, oggi i super ricchi, sui dominati, le classi più deboli, ma anche tutti quelli che sono in cuor loro poco convinti della competizione esasperata fra gli umani e vorrebbero piuttosto dare il proprio contributo alla dimensione collettiva nel rispetto del lavoro di ciascuno e dell’ambiente.
Personalmente non credo che la Russia attuale, un regime reazionario e liberticida che nulla ha a che spartire con l’Unione Sovietica, nemmeno quella di Stalin! che ha sconfitto il nazismo insieme agli Alleati e liberato Auschwitz, sia paragonabile al Terzo Reich, né che la Russia voglia arrivare a Lisbona, a Vienna o ad abbeverare i cavalli dei cosacchi a San Pietro. Queste ovviamente sono tutte scemenze propagandistiche che hanno portato l’incauto Zelensky, la UE e la NATO alla sconfitta in Ucraina. Zelensky è stato senz’altro un uomo coraggioso, che non merita di venire escluso in questo modo da qualunque trattativa. Ma ha anche dimostrato i limiti di una leadership politica improvvisata che non ha capito che i paesi dell’est dovranno sempre barcamenarsi fra l’Europa e la Russia cercando di individuare e favorire in questo contesto un proprio interesse nazionale. Come hanno capito, sia pure in modo approssimativo, per loro fortuna paesi come la Georgia e la Serbia, che saggiamente pur guardando ancora, io penso, verso l’Europa, si barcamenano fra est e ovest per non finire rosolati come Kiev.
Ma come dicevo non è il cuore della notizia. La realtà è che la Russia (cioè il Cremlino, la “verticale” del potere russo con il suo neo-zar e i suoi boiardi e i mille tirapiedi, non il buon popolo russo) attacca Mattarella per rendere un favore a Musk (e dunque a Trump) che vuole mettere le mani sulla nostra sicurezza nazionale sfruttando l’amicizia con l’ingenuotta Meloni, solo una delle tante povere illuse “sedotte e abbandonate” dai nuovi signori globali. La Russia si espone contro Mattarella per indebolire le nostre difese e ringraziare in questo modo Trump della rapida liquidazione della UE e dell’odiato Zelensky.
La conclusione è che dobbiamo convintamente difendere Mattarella dagli attacchi esterni e sostenere la sua sincera opposizione alla prepotenza dei nuovi apprendisti signorotti “vitaminici” (Gratteri dixit) globali. Nostre rimostranze su molti errori e scelte commesse dal Presidente Mattarella nel corso non solo della sua presidenza, ma della sua intera carriera politica, esistono eccome ma sono un “affare interno” nostro: il maggioritario, le privatizzazioni, l’incarico di governo a Draghi anziché andare a elezioni. Permettere ai propagandisti del Cremlino (e al “vitaminico” Musk) di fare così facilmente breccia nelle nostre difese mentali, immateriali, e istituzionali, prima ancora che materiali, è da “stupidotti globali” quali siamo stati per troppo tempo, che seguono l’emozione del momento senza sospettare che attori potenti, assai interessati a levarsi di torno un potenziale concorrente come l’Italia, per quanto da tempo in crisi e derelitto, ma che potrebbe un giorno riprendersi con tutte le sue risorse creative, ci stanno portando in giro come i proverbiali scemi del villaggio… globale.
Filippo Boatti
17 febbraio 2025
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(*) Fausto Bertinotti nella trasmissione di Gramellini su La7 ha erroneamente attribuito l’invenzione del termine “techno-feudalism” a Steve Bannon, l’ex stratega di Trump, che è un “ragazzo” sveglio e aveva probabilmente letto il saggio di Varoufakis
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