Strada Statale 715

La Strada Statale 715 collega Siena all’autostrada A1.

1985: percorrevo spesso questo tratto di strada provenendo dal profondo Nord per visitare la mia fidanzata, poi mia moglie.

Non potevo fare a meno di notare che questo percorso di circa 50 kilometri era pieno di dossi, buche, irregolare e metteva a rischio le sospensioni della mia vettura, fra l’altro un’automobile sportiva.

Nel 2019 mio fratello mi ha visitato e ha fatto un lunghissimo viaggio, provenendo da Grenoble, e mi ha detto che il tragitto era stato del tutto confortevole, ad eccezione di quei famosi 50 kilometri che collegavano, appunto, Siena all’autostrada A1.

Erano passati 34-35 anni, ma nessuno si era preoccupato di procedere al ripristino di una strada molto frequentata, per cui, a distanza di così tanto tempo, le condizioni erano simili, cioè orribili.

Non si riesce ad individuare colui o coloro che possono riparare a questa strada, comunque difficilmente percorribile, e non si può neppure supporre che le sospensioni delle automobili toscane siano diverse da quelle dei turisti.

Si potrebbe coinvolgere il Presidente della Regione Toscana, il Presidente dell’ANAS, oppure qualche addetto alle strade regionali, ma sicuramente non ne verrebbe fuori niente: perché?

Perché una caratteristica di queste autorità è il procedere per compartimenti stagni, per cui, se qualche allogeno europeo come me chiedesse: “Ma, si può fare qualcosa per migliorare la viabilità?”, sono convinto che ci sarebbe una serie di personaggi pronti ad aggrottare le ciglia, guardarmi in cagnesco e pronunciare fra sé e sé: “Ma cosa vuole questo? Io non guadagno abbastanza”.

Questa è un’attitudine molto comune in Italia e molto comune anche in Toscana, dove spesso ho avuto modo di interrogare persone su questioni generali e sentirmi rispondere solo del loro “particulare”, come se non ci fosse interconnessione fra i problemi.

Forse, come dicevo, è una mia abitudine, quella di rivolgere domande di carattere generale ed attendermi risposte di buon senso, ma qui sembra che le azioni dipendano non dalla buona volontà degli uomini, ma da una sorta di arcano potere.

In certe zone della Toscana sembra che non sia mai arrivata notizia della Rivoluzione Francese e che il rapporto con l’Autorità sia quello di sudditi, non di cittadini.

La sanità, le concessioni, le visure, in generale tutta la burocrazia è octroyée, concessa, e non vista come un diritto di cittadini.

Può darsi che la mia visione sia pessimista, troppo negativa, non lo so.

In questo continuo rivolgersi al passato, non vorrei, per usare una metafora marinara, che un trabiccolo con lo stemma dei Medici dovesse incocciare contro qualche superpetroliera cinese o giapponese.

Passato contro presente, passato contro futuro.

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