Tentazioni estive

Bagna i polmoni di vino, l’astro il suo giro ha compiuto.
La stagione è opprimente, assetato è tutto sotto la calura.
Dolce risuona dalle frasche la cicala …
È in fiore il cardo, e ora le donno sono più lascive,
molli son gli uomini, giacché Sirio[1] il capo e le ginocchia
inaridisce

Alceo poeta greco VII-VI secolo A.C. [2]

 

L’avvento del divorzio è stato un evento epocale da paragonarsi all’accorciarsi delle gonne e alla comparsa delle caviglie. Ha tolto il gusto della trasgressione, quando l’infedeltà diventava sublime nella ricerca di equilibri familiari delicatissimi.

Oggi non c’è più eroismo nell’infedeltà, come nell’onestà: per l’una è stata cancellata la colpa, l’altra è un lusso che ciascuno può permettersi avendo alternative. L’eroismo della fedifraga che pagava il prezzo altissimo dell’emarginazione, del disprezzo e del rimorso, ha lasciato il posto all’eroismo di quelle che si accontentano di fare le amanti, rimanendo fedeli a uomini che adducendo mille ragioni, tutte ipocrite, si concedono il duplice lusso dei festivi in famiglia e dei feriali con “il vero amore”. A meno di essere così affezionate alla propria libertà da preferire una condizione che garantisca ad entrambi soltanto il bello della diretta.

Azzerando tutto, resta il fatto che non siamo monogami né costituzionalmente fedeli, siamo semmai fedeli all’idea di fedeltà. Il nostro percorso sentimentale è disseminato di tentazioni, soprattutto se si è soggetti dinamici e fantasiosi.

Quando s’investono energie nel matrimonio, talvolta è meglio cedere per non pregiudicarne la durata, ritornando poi come nuovi dopo un bagno purificatore che lava via ogni pensiero inquieto e predispone alla tolleranza, a patto di abbracciare alcune certezze:

– Un solo uomo o una sola donna in una vita è un abominio che contrasta con il fine stesso dell’esistenza, che è la conoscenza.

– Si può essere fedeli per viltà, per pigrizia, per obbedienza, per predisposizione al martirio, per mancanza di occasioni, per offerta scadente, senza merito alcuno.

– Si può essere infedeli per allegria, che è il modo migliore per esserlo.

– Non ricorrere alla giustificazione dell’amore per assolversi ma riconoscersi una predisposizione naturale: dalla cintola in giù non c’è né ragione, né fermezza.

La gelosia, di conseguenza, è un pigiama mortifero: se il clima familiare è sereno, i regali ricevuti onorevoli, è indice di lungimiranza non indagare su quei segni rivelatori che potrebbero indurre al sospetto. L’infedeltà che si mantiene nell’anonimato non costituisce motivo di separazione né sottopone all’umiliazione del perdono, l’aspetto più insopportabile della colpa. Altrimenti… :

QUESTIONE DI CORNA

Si dice erroneamente che il gabbato
sia sempre l’ultimo ad essere informato

ma i segni primi di quella distrazione,
che all’alba d’amor nuovo coglie l’altro,
palesi son come un regal bubbone

sguardo che vede senza niun guardare
simile a pettine apresi il sorriso,
muto di replica, al cauto dimandare.

Non vale differir la decisione
per timor del triste argomentare
che porti luce all’ingrata situazione…

il corno sulla fronte sia ornamento,
e con altera ragion dell’imo fallo,
convien dire a quell’equestre monumento
che gli si è inginocchiato il cavallo.

[1] Sirio: stella della costellazione del Cane Maggiore (Canicola)

[2] Trad. Antonietta Porro ed. Giunti

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