Nel turbinio delle molti tristi vicende di questa nostra estate torrida, un pezzo di sereno me lo ha offerto Renzo Piano, architetto che non mi è mai passato per la mente di chiamare “archistar”.
Perchè uno che mette sempre l’ Amore nel suo lavoro ( e osa parlarne come straordinario collante per umanità e cemento )- è semplicemente un ” buon Artigiano”, che ogni volta , appassionatamente, sapientemente, e coraggiosamente osa il suo capolavoro.
E un buon Artigiano non può rimanere indifferente a qualsiasi tipo di catastrofe, dato che la sua peculiare dote, eminentemente umana e coltivata inseparabilmente dalla sua opera, è proprio l’Amore.
E l’Amore, quello vero, è una spinta al fare, sapendo contenere anche il dolore di quel fare, come è successo al genovese Piano, rimasto attonito davanti a quell’arteria viva, spezzata dal mal fare di chi ancora è ignorante della potenza dell’Amore.
Come puoi rimanere con le mani in mano? Solo capace di indicare l’altro come colpevole? Solo capace di fare ingiunzioni e accuse?
Che cosa temi uomo? Hai così paura delle tue profondità da non riuscire a stare fermo e zitto e ascoltare?
Ascoltare, come da bambino, la voce del mare dentro la conchiglia.
Ecco che allora, nell’intensità di quel silenzio, emergerebbe una voce più profonda, un’antica voce di marinai e profeti , una salvifica voce di memoria che ci può insegnare nuovamente l’arte della solidale remata per rimettere insieme i tanti pezzi spezzati della nostre comune vita.
E’ sempre un gesto che ci salva, un esempio che ci può risvegliare alla gratuità del vero dono e alla gratitudine.
Ecco qui – forse ha parlato così Piano – sediamoci intorno a questo tavolo, tu ministro, tu artigiano, tu e tu e tu e guardiamo e pensiamo insieme.
Questo modellino è un’idea, è il mio modo di essere dentro alla Vita, di onorare i morti, di essere vivo tra i vivi. Genova è ora il mondo. Aiutiamoci. Ognuno porti la sua acqua, abbandoni il suo desiderio di potere, sia umile e confidente, sentimento che chiede sempre relazione. E insieme edifichiamo il nuovo nel rispetto del passato.
Usiamo buoni materiali, mettiamo buone fondamenta, il rischio c’è sempre, è insito nella Vita, ma insieme possiamo portarne il peso, perchè se ci sarà errore in questa nostra nuova opera, non sarà errore d’indifferenza e disattenzione, non sarà stata sete di potere e danaro, ma solo ancora un passo d’umanità imperfetta e mai finita, che a nessuno però permette di scagliare la prima pietra.
C’è un tempo per ogni cosa, noi siamo il tempo e lo spazio, architettura imperfetta e sempre costruita sulla sabbia.
Solo l’Amore costruisce l’eterno, e noi, qui e ora siamo le mani del Destino.
Patrizia Gioia, 31 agosto 2018
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