Un ricordo di Guglielmo Cavalli

Da “la Repubblica” del 21 aprile 2025, cronaca di Torino, un bel racconto dell’avvocato Fulvio Gianaria che ricorda un viaggio in Argentina e Uruguay compiuto insieme a Guglielmo Cavalli e promosso da Amnesty International.

Ricordo bene i racconti di Cavalli a proposito di quel viaggio avventuroso (1984) per contattare l’opposizione sindacale in carcere in Uruguay. In Argentina Cavalli incontrò anche dei parenti. Una iniziativa che mi ha convinto ad iscrivermi ad Amnesty, un’adesione che prosegue tutt’ora.

Guglielmo Cavalli, socialista, di Casale Monferrato, è stato Segretario responsabile della Camera del Lavoro di Alessandria (1978-1983), Segretario generale aggiunto della Fiom-Cgil del Piemonte e della Camera del Lavoro di Torino. E’ mancato nel 1993 a causa del mesotelioma, la malattia dell’amianto, pur non avendo mai lavorato all’Eternit.

MISSIONE A MONTEVIDEO IN DIFESA DEI DIRITTI CIVILI

Alessandria, 2 giugno 1982 – Sciopero industria, comizio di Guglielmo Cavalli in via Legnano, di fronte alla sede dell’Unione Industriale

“Sono Passati quarant’anni e Guglielmo Cavalli, sindacalista di Alessandria, merita un ricordo che riporta a un frammento emozionante della sua e della mia vita. Era il 1984 e Cesare Pogliano, al tempo presidente di Amnesty International Italia che già mi aveva incaricato di seguire ufficialmente come osservatore un processo politico a Zagabria, chiese a Guglielmo Cavalli, un attivo sindacalista alessandrino, e a me, di recarci clandestinamente a Montevideo per contattare le famiglie dei detenuti e le forze politiche che si opponevano al regime dei militari. Era un momento delicato. La feroce giunta militare argentina, , indebolita dalla sconfitta delle Falkland, era stata costretta a cedere il potere alle forze democratiche del presidente Alfonsin, ma il vicino governo golpista uruguayano che aveva preso il potere sostenuto dalle forze armate nel 1973 era ancora al comando e controllava il paese violando i diritti umani e portando avanti una guerra sporca analoga a quella condotta dalla Giunta argentina di Videla: detenzioni di massa, torture, sparizioni, divieto di esercitare i diritti coivili.

Il compito affidato a Cavalli e a me era quello di arrivare a Montevideo, di contattare l’opposizione sindacale e le famiglie dei detenuti portando loro dollari, documenti e solidarietà, raccogliendo denuncie e notizie. La prima meta del viaggio fu Buenos Aires, dove un giovane funzionario della nostra ambasciata ci fornì i contatti necessari e preziosi consigli. Impauriti e fortunati siamo riusciti a raggiungere Carmel e poi, con una corriera, la capitale. Furono dieci giorni di ansia, di riunioni in edifici vuoti, di incontri con le madri dei Tupamaros detenuti, con i rappresentanti dei partiti clandestini (blanco e colorado) e con gli esponenti della centrale sindacale. Andrenalina pura e paura vera smorzata dalla forza tranquilla e dal coraggio di Guglielmo Cavalli. L’ultimo giorno, a cose fatte, siamo riusciti ad incontrare un addetto stampa dei militari al quale abbiamo svelato la nostra identità e al quale abbiamo parlato delle torture di cui ci avevano raccontato. Ci ha accompagnato alla porta impassibile e gentilissimo. Siamo tornati a casa. Pochi mesi dopo è tornata la democrazia. Invece Cesare Pagliano e Guglielmo Cavalli non ci sono più.”

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