C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico: io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viole…….Si respira una dolce aria che scioglie le dure zolle…un’aria d’altro luogo e d’altro mese e d’altra vita: un’aria celestina che regga molte bianche ali sospese…..
Ecco, è proprio questo il respiro con cui ti accoglie la nuova Biblioteca di Celle Ligure, un’utopia del nostro oggi !
Oggi, dove la Cultura è in esilio forzato, dove i libri si scaricano invece di caricarci, dove chi ancora legge e odora il libro come un cane prima di azzannare l’osso, oggi dove tutto pare essere solo liquido informe e l’architettura un’arte umana dimenticata …ecco che questo piccolo paese ligure osa l’eresia: una conturbante biblioteca affacciata sul mare, un faro per chi ancora ama stare in silenzio arruffato tra sale, parole e mare.
E’ dagli anni 60 che vengo qui al mare. E questo edificio basso appollaiato lungo la bella passeggiata a mare ne ha viste di tempeste. Bar, ristorante, balera, e di nuovo bar e nuovo ristorante e per un bel pezzo il nulla. Come un tempio egizio silente, questo luogo rammentava a chi come me l’aveva vissuto un perpetuo dolore ogni volta che ci si passava davanti.
Respiravo l’aria di un tempo, rivedevo noi ragazzi davanti al jukebox che ascoltavamo rapiti Dio è morto dei Nomadi, la gioventù con i nostri primi discordi filosofici-religiosi, e quell’amico biondo, morto di over ,che sbuffava perchè non lo capivamo, non vedevamo il mondo che lui vedeva. Si pecca soprattutto per omissione, ora che più giovane non sono lo so e lo sento il suo tormento.
Ma ecco che improvviso s’apre il cielo e dal mare, come Ulisse, quell’edificio torna e ritrova i tanti Argo come me che riconoscono la sua sofferenza di tutti questi anni. Era BIBLIOTECA la sua Anima!
Non bar, non ristorante, non balera ! Era questa la sua natura e ora che la guardo come si guarda un’amante ritrovato, riconosco nuovamente il peccato d’omissione. Come non averla riconosciuta prima, e sì che la sua anima chiamava!?
Forse il rumore del mare, forse il grido dei gabbiani, forse i temporali me l’hanno nascosta ? Ma no Patrizia, accetta la tua ignoranza, quando si ama troppo si sbaglia. E’ nel riconoscere la nostra impermanenza, nel tentare di praticare l’amore intransitivo che l’Anima del Mondo si rasserena e in noi si placano i desideri per offrirci nudi al Mistero che chiede solo silenzio e attesa.
Ed è stato grazie a questo lungo saper attendere che La Biblioteca ha ri-trovato la sua anima e il suo giusto posto.
Via la malinconia! Eccomi qua osso delle sue ossa, la nuova carne sta crescendo, il nuovo sangue scorre tra le file di libri, tra gli odori della carta, dei rosmarini, della salsedine. Tutte le omissioni placate, ecco gli amici di un tempo, il jukebox … Dio non muore mai se noi ogni volta – con lui – rischiamo e creiamo la vita!
Un gabbiano mi passa accanto, un raggio di sole ci trafigge e la casa comune s’illumina d’immenso.
P.S. sono grata alle persone del Comune di Celle Ligure che hanno permesso questa Resurrezione !
di Patrizia Gioia
Commenta per primo