I Verdi nuovamente presenti in provincia di Alessandria

Segnaliamo l’importante riunione che si è svolta lo scorso sabato a Cantalupo alessandrino e che ha visto la presenza del coportavoce  regionale dei “Verdi” Pizzi e del decano Giuseppe Sammatrice (come rappresentante nazionale). Si è trattato di questioni delicate e importanti per il futuro della nostra città e per tutto il territorio provinciale. Preparato con la massima cura e democraticità onde permettere a tutte le componenti locali e associative di  esprimersi con loro delegati (tutti regolarmente con tessera) si è arrivati collegialmente alla stesura di un importante documento che è stato sottoscritto da tutti. Un voto “bulgaro”, si sarebbe detto in altri tempi. In questo caso non è stato così: la discussione è stata ampia, articolata e approfondita e, in sintesi, ha portato a queste conclusioni: portavoce locali sono stati indicati la dott.ssa Alessandra Bovone e il geom. Mauro Trombin che si impegneranno per un uso del suolo più razionale, per un’attenzione particolare al ciclo dei rifiuti, per il sostegno alle lotte delle popolazioni locali contro le discariche, per una posizione netta contraria al Terzo Valico ferroviario Genova Milano, per una immediata applicazione delle prescrizioni dell’Autorità di Bacino in tema di salvaguardia idraulica (con le aree di laminazione più volte richieste) e con un impegno per il sociale e per l’integrazione che continua un profilo “etico” del movimento verde. Un gruppo dirigente che in media è inferiore ai quarant’anni e, cosa rara, presenta  maggiore presenza femminile rispetto a quella maschile. Di sicuro sentiremo parlare di loro. (1)   

Ecco, qui di seguito, uno dei documenti su cui ci si è confrontati in modo ampio ed approfondito. E’ tratto da un articolo de ” Il Fatto Quotidiano” a firma Elena Grandi (coportavoce nazionale)  e riguarda l’inquinamento da smog. Su questo e su altri argomenti si cimenteranno i Verdi col loro nuovo “Esecutivo”.

Scoraggiare l’uso dell’auto privata e rendere gratuiti i trasporti pubblici

I dati parlano chiaro. Sarebbe ora, in un sussulto di coraggio, financo di audacia, di restituire dignità e valore alle parole. Quando si dichiara l’emergenza climatica bisogna rassegnarsi a prendere decisioni all’altezza della situazione. L’Italia è avvolta da una cappa letale di smog, e Milano purtroppo non fa eccezione. Anzi è una delle città più inquinate d’Italia e d’Europa.
Qualcuno spera nella pioggia, un rimedio vecchio come il mondo. Qualcun altro si rassegna all’andazzo per non mettere in discussione le proprie abitudini. Noi non ci stiamo e chiediamo misure radicali perché siamo in guerra. E questa guerra vogliamo vincerla. O, almeno, provarci. E dunque: blocco del traffico e mezzi pubblici gratuiti.A Milano si respira male, anzi malissimo. Lunedì 13 gennaio le centraline dell’Arpa hanno registrato concentrazioni di polveri sottili oltre i limiti di 50 microgrammi per metro cubo. La media di Pm10 è stata quasi del 25% superiore alla soglia. Dal 2 gennaio sono attive in città le misure di primo livello e da otto giorni si registrano valori medi di Pm10 sopra i limiti. Il Comune ha deciso di anticipare di due giorni, al 15 gennaio, le misure del secondo livello previste dal “Protocollo regionale sulla qualità dell’aria” per contrastare la diffusione delle polveri sottili. Una decisione saggia, ma insufficiente. Con le misure di secondo livello scatta lo stop dei veicoli trasporto persone fino a Euro 4 e trasporto merci fino a Euro 3 dalle 8.30 alle 18.30 anche sabato, domenica e festivi, e trasporto merci Euro 4 dalle 8.30 alle 12.30 dal lunedì alla domenica, festivi inclusi. L’ordinanza prevede il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) con prestazioni che non rispettano i valori previsti per la classe 4 stelle.Non basta. Non basterà questa volta, non basterà la prossima. Se negli anni il livello delle concentrazioni atmosferiche degli inquinanti si è ridotto, grazie ai miglioramenti del parco auto e degli impianti di riscaldamento, la situazione precipita quando bisogna fronteggiare condizioni climatiche avverse. Come in queste settimane.Le riforme strutturali non bastano più da sole, in tutta evidenza. E anche il governo se n’è accorto. Stefano Buffagni, viceministro allo Sviluppo economico, promette battaglia. Ursula von der Leyen, dall’Europa, assicura priorità d’investimenti alle regioni che affronteranno le sfide più grandi. Vedremo. La salute dei cittadini non può attendere.Una cosa è certa, e lo dico senza polemica: le azioni e le scelte fatte finora sono insufficienti. Se davvero vogliamo combattere l’inquinamento, quello che stiamo mettendo in campo è troppo poco e troppo a rilento. Punto. Da qui dobbiamo partire. E Milano deve dare l’esempio.Area C e area B non bastano più. Abbiamo bisogno di scadenze molto ravvicinate per essere efficaci. Tre milioni di alberi nel 2030 rischiano di diventare uno slogan se non investiamo in parcheggi d’interscambio, se non alziamo le tariffe di area C, e non la allarghiamo (così come previsto nei referendum del 2011) alla Cerchia filoviaria 90/91. Rischiano di diventare uno slogan se non facciamo dell’area interna alla cerchia dei Navigli una zona a traffico limitato, se non alziamo le tariffe della sosta su strada, se non puntiamo i piedi con Regione Lombardia perché inverta la sua dissennata tendenza a depotenziare il trasporto pubblico locale e, in generale, il trasporto su ferro, se non impediamo con severe sanzioni le porte aperte nei negozi, se non salvaguardiamo ogni singola area verde della città, se non risolviamo il problema della sosta abusiva, se non facciamo funzionare i mezzi anche di notte. A Milano entra ogni giorno quasi un milione di auto (la fonte è Giuseppe Sala). Bisogna fare qualcosa e farla subito, e scegliere tra consenso elettorale e volontà di risolvere il problema. In piena emergenza smog è dunque necessario bloccare il traffico, salvo orari ristrettissimi per rifornimento merci, e non far pagare il biglietto sui mezzi pubblici.Sono scelte impopolari? Sono scelte necessarie. Un articolo pubblicato lo scorso dicembre dal British Medical Journal evidenzia una correlazione tra esposizione prolungata, anche sotto la soglia, alle polveri sottili e ricoveri in ospedale per insufficienza cardiaca, polmonite, aritmie, setticemia. Per non parlare degli effetti a lungo termine. Può bastare?Articolo originale pubblicato sul Fatto Quotidiano “Contro lo smog a Milano servono scelte impopolari. Inutile girarci attorno” il 15/01/2020 “

Già in settimana sono previsti incontri con i vertici dei principali partiti di centrosinistra e, sicuramente, alle prossime elezioni comunali avremo una gradita sorpresa: la nuova presenza forte dei “Verdi”.

(1) Su questa parte, evidenziata in corsivo, ci è giunta la seguente dichiarazione che pubblichiamo integralmente: “Buona sera. Ringrazio la redazione per l’articolo pubblicato sulla vostra testata online, in merito all’assemblea Provinciale dei Verdi – Europa Verde di Alessandria.  Dobbiamo solo fare alcune precisazioni nella sottostante parte evidenziata, precisando che NON c’è stata nessuna citazione degli argomenti evidenziati in assemblea, preghiamo di togliere questa parte. Noi siamo un Partito Politico e non mettiamo cappelli ad altre Realtà .( se forse sono state fatte in passato non lo sappiamo). Sarà nostra premura comunicarvi il nostro comunicato stampa e se ritenete di pubblicarlo lo fate. CO-PORTAVOCE   MAURO TROMBIN – GIULIA BOVONE. Cordiali saluti. Questo il pezzo segnalato: “la discussione è stata ampia, articolata e approfondita e, in sintesi, ha portato a queste conclusioni: portavoce locali sono stati indicati la dott.ssa Giulia Bovone e il geom. Mauro Trombin che si impegneranno per un uso del suolo più razionale, per un’attenzione particolare al ciclo dei rifiuti, per il sostegno alle lotte delle popolazioni locali contro le discariche, per una posizione netta contraria al Terzo Valico ferroviario Genova Milano, per una immediata applicazione delle prescrizioni dell’Autorità di Bacino in tema di salvaguardia idraulica (con le aree di laminazione più volte richieste) e con un impegno per il sociale e per l’integrazione che continua un profilo “etico” del movimento verde. Un gruppo dirigente che in media è inferiore ai quarant’anni e, cosa rara, presenta  maggiore presenza femminile rispetto a quella maschile. Di sicuro sentiremo parlare di loro. “. Un membro della redazione (il direttore Pier Luigi Cavalchini) era presente ed ha sentito accennare queste tematiche nella relazione del programma; nel caso è possibile ricorrere ad un recupero appunti presi dallo stesso direttore.

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