In Toscana gira questa simpatica espressione, che denota un forte interesse verso gli avi.
C’è un motivo ben preciso.A parte gli affetti parentali, c’è una sorta di abitudine, per cui molti nonni comprano per i nipoti appartamenti quando si sposano e gli fanno una sorta di super-regalo per dimostrare, credo, il loro affetto.In modo altrettanto naturale i genitori quando si sentono affaticati e stanchi passano ai loro figli ristoranti e trattorie, assicurando a queste attività una sorta di ereditarietà.Ciò presenta degli aspetti positivi e negativi, poiché, se toglie preoccupazioni economiche dalle spalle di figli e nipoti, in compenso non assicura loro nessuna prospettiva autonoma di sviluppo.Cioè li invoglia a fare ciò che genitori, nonni e bisnonni hanno sempre fatto.Si tratta di un “huit clos” che pur permettendo di sopravvivere non ti invoglia ad espanderti in altre attività autonome, non ti fa crescere.A questo tipo di mondo io contrappongo quello degli studenti americani anni ’50-’60, che, arrivati alla fine dell’High School, si pongono il problema del college.Molti di essi non potrebbero recarsi al college, non ne hanno le possibilità economiche: subentra a questo punto il famoso “prestito universitario”, per cui un istituto bancario offre una sorta di “grant” per 4 anni di college, sino ad arrivare al titolo di Bachelor, 5 anni per raggiungere quello di Master, ed infine 7 anni per raggiungere il top dell’educazione PhD (il dottorato di ricerca).Che significa?La banca finanzia gli studi, permette a un giovane di divenire un professionista (medico, dentista, avvocato o altro), ma lo studente deve restituire entro 10-15 anni l’importo ricevuto.E’ chiaro che le sue entrate si attestano ai massimi livelli della società americana, quindi egli sarà in grado dai 35-40 anni in poi di esercitare una professione rispettata, rispettabile e soprattutto ben pagata.I suoi problemi economici saranno risolti.Questa forma di finanziamento obbliga però lo studente al raggiungimento di risultati, di tappe ben precisi, per cui non può permettersi di sgarrare, ma diventa egli stesso un elemento dinamico nello sviluppo della società.In poche parole, le banche finanziano l’educazione, l’educazione sostiene lo sviluppo, culturale, finanziario, globale.Questo modello è indubbiamente una molla della società americana.E’ chiara la differenza fra il primo tipo di vita, che rappresenta una sopravvivenza talvolta agiata, ma è comunque un qualcosa di “statico”, mentre il modello universitario americano è indubbiamente “dinamico” e permette numerose ramificazioni, anche inaspettate.E’ chiaro da quale parte di questo confronto debba parteggiare un’economia sana, che voglia evolversi in una società sana, anche culturalmente.C’è poi un altro punto che riguarda il mondo del futuro prossimo, quando fra il 2030 e il 2040 i futuri padroni del vapore, cioè i Cinesi, al momento di acquisire il controllo di questi paesi europei, ormai in netto declino, dovranno scegliere fra mantenere la struttura dell’oggi, ratificare l’esistente oppure dare libero sfogo alla dinamicità e alla voglia di lavorare dei popoli del Sud-Est asiatico quali Vietnamiti, Filippini, Indonesiani: cosa sceglieranno?Avete qualche dubbio in merito?Il loro confucianesimo li spingerà inevitabilmente verso chi ha l’etica del lavoro, ne fa una religione nei confronti di chi per troppo tempo si rivolge pedissequamente al passato.Ed allora salteranno questi rapporti, apparentemente simpatici, fra nonni, genitori, figli, e rimarrà soltanto una realtà dura e semplice: la globalizzazione totale.
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