Dall’ANPI provinciale non vi è solo adesione alla campagna dei Referendum promossa dalla CGIL e da numerose associazioni, ma il pieno coinvolgimento.
Ricordo che, insieme, nel dicembre 2016 – presidente dell’ANPI era Carlo Smuraglia – ci siamo impegnati nel bocciare il Referendum di riforma, per noi stravolgimento, della Costituzione
I quesiti sono tutti importanti: Precarietà – Sicurezza sul lavoro – Tutela licenziamenti – Cittadinanza (certo se fosse stato accolto quello sull’autonomia differenziata, specie nel mezzogiorno, avrebbe aiutato).
Tutti elementi che sono alternativi alle politiche economiche e sociali degli ultimi 40 anni. Per questo vedo, nella proposta della CGIL, l’ambizione di un nuovo e alternativo progetto politico.
Per motivare questa affermazione facciamo un po’ di storia. A Metà degli anni 70 negli USA e in Inghilterra si realizza il passaggio dalle politiche keynesiane alla dottrina del neoliberismo. Si ridimensiona l’intervento dello Stato, il mercato senza regole e la concorrenza diventano centrali, finisce l’obiettivo della piena occupazione e il lavoro perde valore. Iniziativa promosso dalla Destra Repubblicana americana e da grandi Corporation che hanno investito miliardi di dollari in quanto preoccupate per l’occupazione delle Università e le manifestazioni dei giovani contro la guerra in Vietnam.
Sono gli anni del documento: “La crisi della democrazia” della Commissione Trilaterale (USA, Europa, Giappone) dove si sostiene che le democrazie a contenuto sociale, quelle che si occupano di sanità, scuola, pensioni, tutela dei più deboli, sono insostenibili.
La società non esiste, per Thatcher e Reagan al governo di Inghilterra e Stati Uniti negli anni 80, ma esistono gli individui che sono imprenditori di se stessi e possono fanno a meno della solidarietà sociale e del sindacato.
E si affermava (siamo nel 75) che i problemi di governabilità: “nascono da un eccesso di democrazia” da parte dei cittadini nel tentare di influire attraverso scioperi, manifestazioni, pressioni, sull’operato degli eletti.
L’accusa recente ai Sindacati tossici e i nuovi Decreti Sicurezza in discussione al Parlamento vi dicono qualcosa?
Sono i presupposti della cosiddetta “democrazia decidente”, dove assumono un ruolo preminente gli Esecutivi, si ridimensionano i poteri dei Parlamento (legislativo), si attacca la Magistratura (potere giudiziario) e le stesse Costituzioni si devono adattare alle nuove esigenze. La Banca d’affari JP Morgan, nel 2013, ha esplicitamente sostenuto che bisognava liberarci delle Costituzioni antifasciste e tra gli ostacoli ha citato: “la eccessiva tutela garantita ai diritti dei lavoratori”.
La soluzione è il “presidenzialismo”, un uomo solo al comando, auspicata dalla Presidente del Consiglio. Insomma il modello Trump.
Però le politiche liberiste hanno avuto un grande successo, non ostacolate dalla sinistra: dai democratici in Usa, dai socialisti, socialdemocratici e laburisti in Europa, che è risultata (salvo poche eccezioni) subalterna e le ha assecondate specie nello sviluppo della finanza (la finanziarizzazione dell’economia per dirla con Luciano Gallino) e della globalizzazione.
Così negli anni 90 si è affermato che le classi sociali sono finite (il 12 febbraio la ‘Scuola del popolo’ della Camera del Lavoro e ‘Città Futura’ hanno commentato il libro di Pir Giorgio Ardeni sulle Classi Sociali oggi in Italia che dimostra l’esatto contrario), che siamo diventati tutti classe media, mentre nel lavoro la parola d’ordine è flessibilità e il conflitto sociale è bandito
I ricchi poi non devono essere tassati perché spendono, investono e qualcosa “sgocciala” (Trickle- down) anche per chi sta sotto.
Altro che la progressività fiscale come dice la Costituzione.
La Unione Europea nel 1992 con il trattato di Maastricht si è allineata agli indirizzi del liberismo, non quelli auspicati a Ventotene da Spinelli e compagni: pace, stato sociale uguaglianza (Per l’Italia ha firma il ministro Guido Carli).
Però nel nuovo secolo il meccanismo si è rotto con la devastante crisi finanziaria dei mutui subprime del 2007-2008 e nel 2019-20 con l’epidemia da Covid che mettono allo scoperto gli errori e i limiti della globalizzazione e di quel modello di Capitalismo (termine per decenni impronunciabile).
Conseguenze: la concentrazione ricchezza in poche mani, l’aumento delle disuguaglianze, la povertà anche lavorando e per rispettare l’austerità e i parametri non si prendono i soldi “dove sono”, come direbbe Landini, ma si taglia la sanità, la scuola, le pensioni e in prospettiva, viene da più parti detto che dobbiamo spendere di più in armamenti
Una situazione che ha portato molti alla sfiducia nei confronti dei partiti e delle istituzioni, con l’astensione dal voto. Mentre quella parte di lavoratori che ancora vota, vota in maggioranza le destre (vedi Trump negli USA, la Meloni da noi e l’ultradestra in Germania).
I Referendum quindi rappresentano anche le basi di un nuovo e alternativo progetto politico.
Da qui la loro importanza e la necessità di un grande impegno
Renzo Penna
* sintesi intervento svolto a nome dell’ANPI provinciale all’Assemblea della Camera di Lavoro di Alessandria, il 24 febbraio 2025, presso il cinema Ambra.
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