11 settembre 1973

E’ una data fondamentale nella storia dell’America Latina.

Sono passati cinquant’anni e quindi si possono oggi sapere molte cose su quanto è accaduto.

Il 1973 è l’anno in cui Henry Kissinger tesse con Richard Nixon le trame di un contenimento complessivo dell’influenza sovietica nel mondo, e specialmente qui, in Cile, nel giardino di casa degli Stati Uniti.

Alla strategia del containment succede quella del roll-back, cioè dalla difensiva all’offensiva.

Salvador Allende e la sua coalizione aveva vinto le elezioni popolari del 1970 con un programma che prevedeva ampie nazionalizzazioni, anche di società USA; ricordiamo il potente gruppo “Anaconda” per quanto riguarda le miniere di rame e la “ITT” per quanto riguarda le fonti di energie, più molte altre multinazionali che tenevano in scacco l’economia cilena.

Se, alla mente diplomatica di Henry Kissinger, si univa il potere delle multinazionali, mancava solo un elemento per poter effettuare un golpe, la quinta colonna e cioè l’esercito cileno.

Pinochet, il capo dell’esercito, aveva giurato fedeltà ad Allende e al suo governo, ma, come vedremo, tradì completamente quanto aveva detto.

Gli elementi dell’ingranaggio si scatenarono all’inizio del settembre 1973 e portarono a questo improvviso golpe che sembrava quasi creato dal nulla ed invece era una tela costruita in modo perfetto.

Seguirono tanti anni di dittatura militare, e Pinochet, in un modo o nell’altro, riuscì a salvarsi dalle accuse fondate di genocidio, praticamente sino alla morte, avvenuta oltre trenta anni dopo.

La longa manus della diplomazia americana e forse della CIA lo protesse praticamente per tutta la vita e sicuramente Pinochet non ha pagato per tutti i crimini commessi.

A me piace ricordare i fatti di cui sono stato spettatore, che mi hanno coinvolto, non credo molto alle chiacchere televisive, sempre di parte.

Tre anni dopo il golpe, 1976, assistetti ad un concerto degli Inti Illimani, a cui seguì un dibattito sulla situazione in Cile e che portava tanti dati ignoti ad una popolazione italiana spesso manipolata dalle informazioni americane, anche se provenienti da una amministrazione dal volto ridente come quello di Carter.

Più tardi, quattro o cinque anni dopo, mentre visitavo Santiago per motivi di lavoro, ebbi modo di vedere il “Palacio de la Moneda”, girarci attorno ed accorgermi di un grande buco sulla sua facciata provocato da quel caccia di cui Allende aveva parlato nel suo ultimo discorso alla radio.

Ma, scusate la mia passione quasi fanatica per il cinema, un bellissimo e crudissimo film in cui si parla del golpe è “Missing”, dove uno straordinario Jack Lemmon passa da sostenitore del sistema americano, attraverso la morte del figlio torturato, a capire come i sistemi del potere politico possano portare al crimine giustificato, all’azione anti-popolare, e quindi ritornerà negli Stati Uniti assieme alla salma del figlio, pronto a combattere per una Vita Nuova. Un grande Costa-Gavras, una grande interpretazione di attori per una tragedia greca trasportata in America Latina, anche se “il tocco del male“ proviene da molto lontano, da Washington D.C.

Facciamo in modo che questi cinquant’anni non siano passati invano, facciamo in modo che nessuno si approfitti di “las venas abiertas de la America Latina”, come scriveva Eduardo Galeano.

Viator

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