Cascina Boida di Alessandria. Perplessità di “Pro Natura”

“Vetro, cemento ecologico (poco), fibre in carbonio/non carbonio, sprazzi di mura, finestre istoriate, lesene, tetti in strutture classiche in legno pregiato, porte, portoni, recinzioni rimesse a nuovo stanno facendo rivivere un tratto importante dell’antica via per Acqui e Savona. Quello che va a lambire la cascina Boida. Lavoro svolto con l’aiuto della Soprintendenza alle Belle Arti, con il consenso convergenze di maggioranza e minoranza comunale grazie anche, e soprattutto, ad un cospicuo aiuto ottenuto da privati, associazioni e fondazioni bancarie. Il tutto riuscedo a rispettare quelle che erano le antiche architetture, recuperando persino le modanature/pitture di soffitti interni, chiesetta, scale e corridoi . Infatti un buon lavoro d’archivio ha permesso di reperire carte e disegni antichi con l’ubicazione esatta della cascina Boida rispetto alla “Strada per Savona” (sic), comprese le pagine dei libri  “matriculari” che la descrivono e che ne hanno consentito la ricostruzione nella sua configurazione originale.  Una opera di fine ingegneria che ci fa intuire,  grazie alle strutture trasparenti e al rispetto dei volumi di insieme, quella che era la “Boida” delle origini.  . Ottimo il lavoro svolto dagli uffici comunali per ottenere questo risultato e grandiosa l’interazione con l’insieme del territorio circostante, compreso il mantenimento di aree verdi, potenziamento dei filari di piante, sistemazione di giochi e attrezzature sportive. Un vero gioiello. ….”  Peccato che si tratti solo di ipotesi, anzi di percorsi non più alla portata, vista l’intenzione dell’attuale proprietà di sacrificarla interamente a favore di una destinazione commerciale: la nuova Lidl. Sembra che il consenso sia “totale” o quasi e che le voci di dissenso siano veramente poche…

Con piacere diamo spazio ad una di queste…l’associazione ambientalista “Pro Natura” di Alessandria che, giustamente, segnala l’importanza della struttura e ne chiede la salvaguardia. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta….

…  (dalla PEC inviata a Soprintendeza ed altri “istituzionali”)

Oggetto: Segnalazione rischio demolizione della ex cascina Boida, secondo il Piano Esecutivo Convenzionato S.A.I. S.R.L. CORSO ACQUI
Priorità: Alta

Spett. Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio,

La presente per portare all’attenzione di codesta Amministrazione le notizie diffuse dalla stampa locale di Alessandria (giornale “La Stampa” del 31/5/2023, allegato) e concernenti l’integrale demolizione del complesso cd. “Cascia Boida”, in esecuzione di apposito Piano esecutivo convenzionato, approvato dal Comune di Alessandria.

Il PEC (consultabile al link del sito istituzionale dell’Amministrazione locale: https://www.comune.alessandria.it/piano-esecutivo-convenzionato-sai-srl-corso-acqui), approvato dal Comune di Alessandria, in accoglimento di istanza depositata dal nuovo proprietario del fondo, prevede la demolizione integrale del complesso cd. “Cascia Boida” al fine di edificare un nuovo punto vendita, con annesso parcheggio.

Dalla lettura del PEC e degli allegati pare emergere come né lo strumento urbanistico generale, né quello esecutivo, né i competenti Uffici comunali – in sede di istruttoria – abbiano preso in considerazione il valore culturale del bene, declinabile in una dimensione storica, anche nella matrice identitaria e immateriale.

Risulta, infatti, che il complesso sia attestato sin dal XV secolo, prim’ancora che iniziasse l’urbanizzazione dell’area; in secondo luogo, che la Cascina sia talmente integrata nel tessuto geografico da attribuire il proprio nome all’area circostante; in terzo luogo, che il fabbricato sia legato alla famiglia dei Marchesi Ghilini e che abbia avuto un ruolo nelle guerre napoleoniche; da ultimo, che costituisca un’evidente matrice identitaria per l’attuale quartiere “Cristo” della Città di Alessandria.

Dalla lettura degli atti disponibili al summenzionato link non si desume nessuna relazione o istruttoria storico-artistica: altresì, appare come l’Amministrazione comunale non abbia preso in considerazione nessuna alternativa urbanistico-edilizia alla totale demolizione del complesso.

Sulla scorta delle precedenti considerazioni, si pone all’attenzione di Codesta Amministrazione la seguente e, a nostro avviso, urgente,  considerazione:
– Quella di avviare un procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale ai sensi degli artt. 13 ss. e dell’art. 7-bis del D.lgs. n. 42/2004, anche in relazione alla recentissima pronuncia n. 5 del 2023 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato.

In attesa di un cortese cenno di riscontro, porgiamo cordiali saluti.

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