Per le strette vie del centro

Circolando a piedi per alcune strette vie del centro in cui, proprio per lo spazio ridotto, c’è il cartello di divieto di fermata, capita spesso di vedere macchine comunque parcheggiate. Per la strozzatura che si crea le macchine che transitano invadono il marciapiede, talvolta senza preoccuparsi dei pedoni che rischiano di essere urtati. Può addirittura succedere, come successo giorni fa in via Ghilini angolo via Mazzini, che non vi sia più un marciapiede per i pedoni ma solo uno spazio appena sufficiente al transito degli automezzi. In quel tratto si fronteggiavano due cantieri, uno le cui impalcature sono li da alcuni anni, l’altro appena installato. Se qualche pedone fosse stato urtato, a norma del codice della strada, la responsabilità diretta sarebbe ricaduta sul guidatore, ma si può pensare di aver fatto abbastanza per evitare un eventuale incidente? Giustamente se su di un autostrada un lavoratore viene investito da un veicolo in transito oltre a verificare le responsabilità dell’autista, si fanno gli accertamenti per verificare se il cantiere era organizzato secondo le migliori regole, allo stesso modo sul piazzale di un impresa privata in cui c’è movimento di mezzi, deve esistere un progettazione tale diminuire i rischi di incidenti non solo per gli autisti dei mezzi ma anche per i dipendenti che si muovono sul piazzale.

Sulle strade cittadine non esistono regole da applicare in questi casi a tutela dei pedoni. Non intendo certo sostenere che occorre dare al Sindaco anche questa responsabilità, ne ha già fin troppe, ma qualcosa occorre fare. Ad esempio se il parlamento esaminasse con la dovuta serietà il problema potrebbe legiferare per consentire che con mezzi di ripresa che siano telecamere fisse, montate sui mezzi delle forze di polizia e, perché no, su “droni” si possano oltre che fare contravvenzioni far intervenire al più presto i mezzi per rimuovere le auto in divieto; questo porterebbe sicuramente ad una diminuzione dei rischi per i pedoni e a molti altri vantaggi per la collettività. Personalmente sono contrario a che vengano autorizzati droni utilizzati da privati (vedi Amazon) ma quando sono utilizzati per interesse pubblico e manovrati da rappresentanti delle forze di polizia possono, in simili casi, rivelarsi molto utili[1].

Di sicuro, oltre a quello che potrebbe fare il Parlamento nazionale, è necessaria una maggior attenzione da parte della Polizia Locale per controllare alcune situazioni particolarmente a rischio (ad esempio via Verona ma non solo).

Inoltre, vista l’orgia di concessione di suolo pubblico per dehors e ultimamente anche di chiusura di strade per “ristorazione esterna”, occorrerebbe rivedere le regole sia per la concessione di installazione di dehors sia per la chiusura di strade per “ristorazione esterna” per cui sono concessi permessi che permettono la chiusura delle strade anche tutte le sere per diversi mesi; si può capire che le strade restino chiuse in qualche occasione particolare o per brevissimi periodi e coordinando bene le chiusure fra le varie strade. Attualmente, ad esempio, potrebbe capitare di avere contemporaneamente bloccato il transito nelle due vie che da corso Lamarmora portano al parcheggio di piazza della Libertà.

No si sa come sia organizzato lo sgombero rapido delle strade in cui si svolge la “ristorazione esterna” nel caso sia necessario passare con mezzi di soccorso o delle forze dell’ordine, ma il problema va affrontato.

Resta comunque il problema di fondo, gli interessi dei ristoratori non concordano con quelli dei cittadini utenti delle strade, l’utilità per gli uni si tramuta in disagio per tutti gli altri. In città si sono già sollevate critiche aspre per i disagi derivanti dall’esecuzione dei lavori per il teleriscaldamento ma il problema non è nuovo si poteva precedere ed affrontare non solo per il caso specifico ma stabilendo regole generali per l’esecuzione dei lavori e l’occupazione del suolo pubblico[2].

È bene ricordare che i beni pubblici non sono qualcosa di cui ciascuno fa l’uso che più gli aggrada ma beni che hanno una funzione e che, salvo casi di necessità, devono essere usati per l’uso a cui sono destinati. Occorre anche ricordare che obbligare i cittadini al rispetto delle regole equivale a impartire lezioni di educazione civica molto più efficaci di una lezione scolastica.

Nicola Parodi

  1. https://www.cittafutura.al.it/sito/droni-amazon-la-politica/
  2. https://www.cittafutura.al.it/sito/disagi-lavori-occupazione-suolo-pubblico/

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