«Aiutiamoli a casa loro»

Nella loro aspirazione allo sviluppo economico i paesi sottosviluppati si trovano di fronte a difficoltà molto maggiori di quelle che abbiano mai incontrato i paesi ora sviluppati.
Gunnar Myrdal, Teoria economica e paesi sottosviluppati, Feltrinelli, Milano 1974

Stando ai dati contenuti nel recente rapporto dell’Africa Center for Strategic Studies vi sarebbero “circa 40,4 milioni di africani costretti a sfollare con la forza (sfollati interni, rifugiati e richiedenti asilo, più del doppio della cifra registrata nel 2016. Si tratta di un numero enorme più elevato delle popolazioni di interi paesi come Angola, Ghana o Marocco”.[1] Alla luce di questa situazione emergenziale vorrei collocare nel giusto contesto due richieste di collaborazione che mi sono pervenute nelle ultime settimane e che hanno tirato in ballo la mia competenza in materia di Economia dello Sviluppo.

La prima, riguarda l’invito a partecipare con un mio contributo al numero speciale della rivista genovese In Europa, il cui obiettivo è di “cercare di rispondere alla domanda: che cosa fa l’UE e che cosa potrebbe fare di meglio per far fronte (con umanità) ai flussi migratori”. In risposta a questa richiesta ho inviato alla rivista In Europa un articolo nel quale ho cercato di sottolineare le connessioni esistenti tra il declino demografico, con particolare riguarda alla situazione del nostro paese, e i fenomeni dell’immigrazione e delle migrazioni che vanno visti in relazione ai mutamenti climatici in atto, e alle possibili ripercussioni che essi potrebbero avere per l’Europa che verrà.[2]

In quell’articolo, per quanto riguarda il fenomeno dell’«immigrazione», sottolineavo il fatto che, stanti le resistenze di alcuni Paesi ad accogliere gli immigrati, occorrerebbe innanzitutto assumere un provvedimento sulla loro distribuzione tra i Paesi dell’Unione, unitamente all’adozione da parte del Consiglio Europeo di criteri di armonizzazione dell’accoglienza e dell’integrazione sociale culturale e politica all’interno della UE. Ora, dal momento che i criteri decisionali del Consiglio Europeo in materia sono assunti per consenso (ossia quando nessun membro appartenente all’Unione Europea si oppone all’adozione dell’ingresso di un Paese), occorrerebbe una riforma in senso maggioritario per l’adozione di tali criteri. Quanto al fenomeno delle «migrazioni» che, come si è detto, è strettamente legato ai mutamenti climatici, concludevo quell’articolo con un richiamo all’ammonimento di Umberto Eco, per il quale: «Il Terzo Mondo sta bussando alle porte dell’Europa, e vi entra anche se l’Europa non è d’accordo. (…) Il problema è che nel prossimo millennio (e siccome non sono un profeta non so specificare la data) l’Europa sarà un continente multirazziale o, se preferite, “colorato”. Se vi piace sarà così, e se non vi piace, sarà così lo stesso» (p. 26).[3]

La seconda richiesta di collaborazione mi è pervenuta dall’amico Silvio Bottazzo, da anni impegnato nell’attività di cooperazione allo sviluppo e che attualmente collabora con il Settore Politiche di Sviluppo e innovazione dell’Amministrazione Comunale di Alessandria, con la quale ha sottoscritto un contratto di partenariato.[4] Poiché l’amico Silvio è a conoscenza della mia competenza in materia di sviluppo economico, ma soprattutto della mia collaborazione con le attività di cooperazione internazionale dell’Istituto Cooperazione Sviluppo (ICS) di Alessandria portate avanti in Mozambico dal compianto e mai dimenticato Roberto Nani (1944-2013),[5] mi ha chiesto di aiutarlo a divulgare questa sua nuova attività e di spiegare il significato autentico dello slogan «aiutiamoli a casa loro», uno slogan che, nell’accezione più recente, ha assunto un significato negativo e di contrasto all’immigrazione.

Nel corso di un nostro recente incontro, Silvio Bottazzo mi ha fatto presente che in passato il Comune di Alessandria, grazie anche a finanziamenti europei e nazionali, svolgeva, con risultati eccellenti, attività di internazionalizzazione attraverso l’ICS, quando quest’ultimo era un Ente Pubblico (un Consorzio di Enti Locali), e che questa attività deve tornare ad essere centrale per l’Amministrazione alessandrina, con particolare riguardo alla Cooperazione allo sviluppo con i Paesi sub sahariani dai quali proviene gran parte degli immigrati che giungono in Italia.

In un documento redatto da Silvio Bottazzo si legge: “Le relazioni euro-africane degli ultimi cinque secoli sono la storia di un monologo: quello europeo. Dal trauma collettivo della tratta atlantica e del periodo coloniale, l’Europa fatica a riconoscere come pari le voci e gli interessi africani. Non c’è mai stato un riconoscimento reciproco che prendesse atto delle condizioni economiche profondamente cambiate negli ultimi tempi, bensì un confronto mono-direzionale”. In quello stesso documento si precisava che “Aiutiamoli a casa loro è uno slogan che non solo dobbiamo rivendicare, ma per il quale dovremmo chiedere il rispetto del significato orinario, quello che avevamo dato a queste parole: supportare e sviluppare tutti gli elementi strutturali che rendono possibile il miglioramento delle condizioni delle popolazioni africane, perché la migrazione sia una scelta, una chance, e non un obbligo”. (…) “L’aiuto allo sviluppo, se non arriva a non averne più bisogno, se non aiuta ad uscirne, rende i beneficiari schiavi e dipendenti. Non ‘aiutiamo’, ma aiutiamo le popolazioni a svilupparsi ‘con le loro proprie capacità’. (…) I partenariati devono essere chiari, trasparenti, che tengano conto delle competenze locali che contribuiscano alle elaborazioni dei programmi e che partecipino anche finanziariamente nelle realizzazioni”.

Non avrei saputo illustrare meglio il significato originario dello slogan «aiutiamoli a casa loro», salvo il fatto che, come ho avuto modo di apprendere nel corso dell’esperienza personale di Roberto Nani, le difficoltà incontrate durante la realizzazione delle opere eseguite dallo stesso nel villaggio di Mitava – un villaggio di capanne costruite con le canne, situato nel Comune di LICHINGA, Regione del Niassa, nel Nord del Mozambico –, vanno ricondotte ad fattori ‘culturali’, nel senso che le conoscenze vengono trasmesse unicamente sulla base all’esperienza del passato. Tant’è vero che, nella consapevolezza che l’istruzione è la base per elevare le conoscenze culturali, le prime opere realizzate da Roberto Nani, in collaborazione con ICS Consorzio, sono state: nel 2005, la fornitura dei banchi per la scuola elementare di Mitava (dal momento che gli alunni seguivano le lezioni seduti per terra) e lo stesso anno la ristrutturazione dello stabile della scuola elementare; nel 2006, in collaborazione con ICS e l’Amministrazione comunale di Alessandria, ha provveduto alla donazione di libri per la Biblioteca pubblica di Niassa; e, infine, nel 2007, la ristrutturazione della scuola media di Mitava.

A questo proposito, giova sottolineare che in Mozambico (e non solo) non esiste il concetto della “conservazione delle strutture”: tant’è vero che, mi ricorda Silvio Bottazzo, si sta cercando, sempre in collaborazione con ICS ETS, di affrontare il problema della ricostruzione delle due scuole di Mitava, nonché dei pozzi costruiti nel villaggio alla fine degli anni ‘70.

Concluderei questa nota dedicata alle attività di partenariato e di aiuto allo sviluppo – nella concezione dello slogan «aiutiamoli a casa loro», ossia che occorre insegnare agli abitanti di quei paesi come gestire da soli ed essere in grado di organizzare l’aiuto fornito loro dall’attività di partenariato, affinché non diventi, come in passato, una sorta di colonizzazione, ma un ‘innalzamento culturale’ –, rammentando che sono in corso attività di cooperazione con il Comune di DABIA, Regione di Matam in Senegal, per favorire lo sviluppo del settore agricolo, nonché la realizzazione di un sistema idrico atto a fornire acqua potabile ad una serie di villaggi. A tale scopo, una delegazione composta da Silvio Bottazzo, Pierangelo Procchio (Ing. esperto settore acqua) e Ugo Bruschi (Vicepresidente della cooperativa agricola sociale la meridiana di Frassineto Po, esperto dello sviluppo del settore agricoltura), si è recata a Dabia per una prima verifica sul posto. A seguito di quella visita una delegazione senegalese, con il Sindaco Kane, è poi venuta in Italia ed ha partecipato ad alcuni incontri con i Comuni di Alessandria e di Casale Monferrato, i quali hanno aderito ai programmi di partenariato.

A Silvio Bottazzo gli auspici di un buon lavoro per la sua nuova attività di partenariato, restando in attesa dell’esito dell’aiuto allo sviluppo economico dei paesi africani nell’ottica da lui auspicata dell’«aiutiamoli a casa loro», sugli esiti del quale daremo buon conto.

Bruno Soro
Alessandria, 16 settembre 2023

  1. Africa Center for Strategic Studies, “African Conflicts Displace Over 40 Million People”, August 22, 2023.
  2. B. Soro, “Immigrazione e migrazioni nell’Europa che verrà”, In Europa, in attesa di pubblicazione.
  3. U. Eco, Migrazioni e intolleranza, La nave di Teseo, Milano 2019, p. 26.
  4. Il dott. Silvio Bottazzo ha sottoscritto con il Settore Politiche di Sviluppo e Innovazione del Comune di Alessandria un accordo di partenariato nelle seguenti materie: 1) nella ricerca di finanziamenti volti allo scambio di buone pratiche; 2) nell’avvio di partenariati transnazionali; 3) nella creazione di strumenti operativi innovativi per la valorizzazione di esperienze di cooperazione pregresse e future; 4) nell’elaborazione di proposte progettuali di cooperazione internazionale allo sviluppo.
  5. A testimonianza delle attività di cooperazione allo sviluppo del Mozambico condotte dal compianto e comune amico Roberto Nani, mi piace qui ricordare il suo libro di racconti Dona Ana. Mozambico Africa, nella Nuova edizione ampliata e riveduta a cura di Bruno Soro, iGrafismiBoccassi editore, Alessandria 2014.

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