Alessandria e il 1821. Un mondo particolare.

La data del giorno 8 maggio 2024 resterà nella storia della città di Alessandria. Si è infatti stipulata una convenzione fra privati, rappresentanti di enti culturali, fondazioni, centri studi e università con l’obiettivo dichiarato di “rilanciare e tutelare al meglio la Cittadella di Alessandria”. Una occasione importante che va celebrata con qualcosa di speciale e…un tuffo nel passato, proprio in quel 1821 alessandrino così importante per tanti motivi, potrebbe essere un buon contributo.

Eccolo. Ripreso in gran parte dal volume n 132 del fondo Comune di Alessandria custodito nell’Archivio di Stato della stessa città. Buona lettura.

  • Momenti vita ad Alessandria, piccolo centro di frontiera, tra guerre, soldati, botteghe, beghe, avvocati, notai, debiti e aneliti di libertà. I tre mesi chiave del 1821: febbraio, marzo

Partendo dall’analisi dei verbali dei Consigli Comunali del tempo, si ha l’immagine compiuta  di una cittadina di frontiera, Alessandria, alle prese con ritmi, abitudini, tempi di lavoro e riposo, gerarchie ben definite e segnali di insofferenza che saranno le basi del movimento rivoluzionario del marzo 1821. Questo ci dicono le “carte” dell’Archivio Storico del Comune di Alessandria, perfettamente conservate (e agibili nei migliori modi possibili nonostante le contingenze) nell’Archivio di Stato di Alessandria.

Dai resoconti, tutto sommato chiari nella loro stringatezza (1), risulta una società chiusa in se stessa, attenta agli affari di tutti i giorni, alle forniture di biada per i cavalli, alle richieste di sovvenzioni per le necessità più varie e, soprattutto, alla ricerca di attenzione per i torti subiti. Questo, almeno , fino alla prima settimana di marzo del 1821, in cui – specularmente – si hanno fortissimi gli echi della rivolta in corso.

Soprattutto la presenza dei soldati, prima francesi, poi austriaci, segna pesantemente il corso degli eventi di una città tutto sommato tranquilla. Ancorata alle sue feste patronali, debitamente sovvenzionate con stanziamenti comunali, alle ricorrenze religiose, ai giorni di festa di Carnevale o in concomitanza con l’arrivo di qualche illustre personaggio, meglio se di schiatta reale. Un mondo segnato da debiti, debitori e creditori (2), tutti intenti a segnalare all’Autorità Comunale le entità prestate, le motivazioni, gli interessi e gli eventuali ritardi nelle riscossioni. Un mondo vivo di vita vera e vissuta.

Un centro abitato in cui paiono non esserci donne né bambini, un mondo a parte che – evidentemente – non doveva interessare agli amministratori se non per le preoccupazioni di ufficio come la designazione di un “deputato” alla “Distribuzione del baliatico alle Nutrici dei fanciulli esposti”  , oppure per dirimere liti sui riconoscimenti dei nascituri “esposti” o, semplicemente, nati al di fuoi del matrimonio ufficiale. (cfr. sotto, nel verbale di incarichi del 1 gennaio 1821) .

Un ambiente in perenne effervescenza, con attività per noi più da presepe che da vita di tutti i giorni, almeno per come siamo abituati: il cambiavalute, l’armaiuolo, il maniscalco, il carraio, la sarta, il “prestinaio”, spesso in tensione palpabile tra loro (per motivi tra il futile e il serioso), mitigata da qualche spettacolo teatrale o da  iniziative benefiche di varia entità.

Un mondo che, durante il mese di marzo del Ventuno letteralmente “scoppiera’” e di questa crisi ne sono evidenti segnali le provvisioni speciali in forniture civili e militari destinate alla “Cittadella” e, in pratica, l’assenza delle deliberazioni di ordinaria amministrazione, almeno per un mese, evidentemente messe in secondo piano dagli avvenimenti militari in corso. Sarà solo con la fine del mese di aprile che ricompariranno stanziamenti per attività teatrali o sistemazione di strade o edifici.

Prima di immergerci nel pieno delle attività da inizio febbraio a fine aprile, però, prendiamo in considerazione alcuni dei provvedimenti (debitamente registrati) che hanno interessato la comunità alessandrina in situazioni di, diciamo, “normalità”

Cominciamo con una serie di pagamenti di spese precedenti che, sicuramente, avranno avuto anche un forte significato politico. La gran parte risale, infatti, al precedente periodo napoleonico, a cui – con fatica – la “nuova gestione” ispirata all’ ancien regime del re Vittorio Emanuele I, cerca di rimediare.

Crediti e debiti (problema di sempre)

A.S.C.AL n. 132 – pp. 33-34. (30 gennaio) *  “L’anno del Signore mille otto cento vent’uno, ed alli trenta del mese di Gennaio nella Città di Alessandria – giudicialmente avanti l’Ill.mo Sig.r Sotto Intendente Generale  della provincia e Divisione, ed in esse sotto conservatore generale delle Regie Gabelle_

Convocato e congregato d’ordine dell’Ill.mo Sig.r Primo Sindaco il Consiglio Generale della Civica Amministrazione della presente Città previo avviso fatto pervenire a caduno de’ membri, che lo compongono per mezzo delli servienti Antonio  Borgognone e Giuseppe Limonta, come li medesimi hanno quivi riferito, e riferiscono sono intervenuti gli Ill.mi Sig.ri al piè del presente sottoscritti essendo li medesimi Sig.ri intervenuti più dei due terzi dei membri rappresentanti l’intiero Consiglio.

 

E(saminato) dai Sig.ri congregati lo stato di tutte le dimande di crediti arretratti particolari sporte dai diversi proprietari a questa Civica amministrazione, compillato detto stato dalla commissione di questo Consiglio creata con atto consulare delli 9 ora scorso Dicembre e rilevante alla somma totale di Lire 12074,13 antiche di Piemonte, oltre all’aumento Legale ed agli interessi legitimi, contemporaneamente chiesti dagli stessi creditori.

E viste pure tutte le carte messe all’appoggio dalle rispettive dimande li sig.ri congregati, dopo aver fatti sul medesimo stato li opportuni riflessi, hanno d’unanime consenso deliberato che non solamente sarebbero pronti e disposti a soddisfare questi creditori, ma ben anche tutti gli altri in molto maggior numero e somma, se la Città ne avesse li opportuni mezzi, e se questo pubblico si trovasse in grado di sopportarne il gravame.

E frattanto, siccome questa Civica Amministrazione si trova attualmente in riclamazione  presso la Regia Gionta di Liquidazione di Torino per il pagamento dei diversi egressi crediti di questa Città verso lo Stato, li sig.ri Congregati si riservano di provvedere al pagamento dei diversi creditori della Città stessa, sui fondi che potrà riscuotere dal Governo per li preaccennati proposti crediti, salva in quell’eppoca  una liquidità deffinitiva dei crediti particolari sì e come di ragione.

Per il caso poi che la Città non potesse conseguire il pagamento di suoi crediti come sovra proposti, trovandosi allora nell’assoluta impossibilità di far fronte per se stessa al pagamento dell’enome massa di suoi debiti particolari che tutti traggono origine da circostanze di servizi straordinari a pro dello Stato, li Sig.ri congregati implorano fin d’ora per allora una particolare sovrana provvidenza, che possa essere del caso”.

*Da considerarsi parte del percorso “A” (cfr. sotto)

Da notare il “pagamento dell’enome massa di suoi debiti particolari che tutti traggono origine da circostanze di servizi straordinari a pro dello Stato”  subito a mettere in chiaro che nulla è dovuto a deficienze dell’amministrazione o, peggio, ad interessi particolari. Un po’ dello stesso tenore il documento che segue…

Ancora questione di soldi….

A.S.C.AL n. 132 – pp. 35-36 * : “Stato delle diverse dimande de’ crediti aretratti particolari sporte a questo Civico Consiglio dai proprietarj di questa Città,e sulle quali il medesimo Consiglio si è riservatodi provvedere per misura generale.

Casalini Sig.ri . Eredi per la somma di L. 2789, soldi 2 antichi di Piemonte per travagli fatti, assistenza a lavori e somme esposte nell’eseguire le commissioni di questa Civica Amministrazione dal fu Sig.r  Pietro Casalini, loro padre in qualità di architetto, come consta dalle carte annesse alla dimanda sino dalli 11 Luglio 1800..:….L.   2789,2

Testera Sig.ra Teresa ved.a Reta per L. 900, antiche di Piemonte imprestate alla Città con scrittura RR:4 dic 1897 (errore per 1797). Con obbligo di restituzione fra due anni allora prossimi medianti interessi del 4 e mezzo per cento, pendente mora, colla contemporanea dimanda dell’Aumento Legale ed interessi decorsi:……….L.  900.

Spaghi Sig.ri fratelli per fitto da rapportarsi:  L. 3289,2

Di un appartamento che ha servito d’aloggio per il quartiere generale francese come da convocato delli (2)7 dic. 1798 nella somma di Lire antiche di Piemonte:…..L. 3300

Berta Bartolomeo neg.o  per la somma di L.400 antiche a titolo di stipendio di un anno al medesimo assegnato, nella qualità di perito per l’estimo di generi liquidi introdotti per dotazione di questa Cittadella nelli anni 1799:1800 come da mandato  11 Luglio 1800:…L.  400

Benevolo don Pio Notaio e Segretaro di quest’Ufficio  (Uff.o) di provvisione per la somma di L. 360 antiche residuo stipendio dovutogli fino dall’anno 1800 come dalle unite carte:…L.   360

Oliva Sig.r Domenico come cessionario del Sig. Geometra Tomaso Gnone per la somma di L. 900 antiche di P.te per vacati consonti  d’ordine per conto di questa Civica amministraz.e negli anni 1800 e 1801.

Bonino Sig. Carlo Antonio. Vetraio. Per L. 395,14 antiche di P.te per  somministranze di suo negozio fatte nel 1800, oltre agli interessi pendente mora:…L. 395,14

Sassoli Sig.r Notaio Giuseppe come cessionario del Sig.r Casalini creditore di L.  207 antiche di P.te per vacati consonti dal predetto S.r Casalini per servizio di questo pubblico sino dall’anno 1798:………..L. 207

Siliprandi Giuseppe pittore, per avere pitturata la machina dei fochi d’articio fatti in questa pubblica piazza sino dall’anno 1799 d’ordine di questa Civica amministrazione come da mandato. Lire antiche 400:………L. 400

Delpiano Sig.r Giuseppe creditore di L.2822, 17 e 8 antiche (monete) di Piemonte per somministranze e proviste fatte per conto della Città sino dall’anno 1798 e sucessivi:….……L. 2822,17(8 soldi)

Per un totale di L. 12074,13 e 8 soldi “   .   Seguono le firme dei Sindaci di prima e Seconda Classe.  *Da considerarsi parte del percorso “B” (cfr. sotto)

Quindi…grane pregresse a volontà. Pagamenti a carico del Comune, per venticinque anni amministrato in parte dai Savoia, in parte dai Francesi con , probabilmente, rimpallo di responsabilità dei relativi Governi rispetto alle spettanze di pagamento. Comunque, a quanto pare, il nuovo governo “restauratore” ci prova a sanare le pendenze e, seppure con difficoltà, come vedremo più avanti, ci riuscirà. La perplessità deriva dal continuo palleggiamento di competenze e successivi coinvolgimenti amministrativi fra la locale amministrazione alessandrina e il centralismo sabaudo, pronto a “prendere” ma poco disposto a “dare”.

Prima, però, trattiamo una questione diversa con uno dei tanti esempi di “presenza”, sia tecnica che politico-organizzativa, dell’arch. Leopoldo Pelizzone (3), in piena attività proprio nei mesi in questione…

L’intervento specifico è riferito ad una variante all’entrata dell’antico Teatro inserito nella parte sinistra dell’edificio del Comune. Precedenti concessioni avevano permesso al gestore della “bottega” in oggetto e ad altri affittuari di installarsi nel prestigioso edificio e in quel particolare anno (1821) toccava al Consiglio Comunale intervenire. Essendo uno dei suoi compiti ufficiali stabiliti dalla “grande riforma sancita da Vittorio Amedeo III con l’editto 6 giugno 1775”

Interventi su uno dei Teatri di allora

A.S.C.AL n. 132 – pp. 37-40 – (5 febbraio) **. “L’anno del Signore mille ottocento vent’uno, ed alli cinque del mese di febraio nella Città d’Alessandria, giudicialmente avanti l’Ill.mo Sig.r Intendente Generale della provincia e divisione ed in essa Conservatore Generale delle R.e Gabelle,

(…) Il Signor Sindaco di P.ma Classe ha presentato a questo Consiglio il Decreto di questo Uff.o di Intendenza Gen.le delli 31 Gen.o  relativi alla deliberazione di questa Civica Amministrazione intorno alle riparazioni di cui si era riscontrato abbisognare il Paviglione esistente davanti all’entrata di questo Teatro e rilevanti dietro il calcolo approssimativo del Sig.r Valizone architetto Rev.to   di questa Città alla somma di L. 177 e 40 cent.mi per forma del quale referto  il prelodato Ill.mo Sig.r Intendente Gen.le avendo riconosciuto essere in esso  il calcolo delle riparazioni delle quali si trattava, avrebbe mandato  avanti ogni cosa doversi riformare più esattamente il detto calcolo per una più solida base degli incanti da aprirsi a quel riguardo. Quindi sulle osservazioni fatte al di lui ufficio il prelodato Ill.mo Sig.r Intendente Gen.le sottometteva alle deliberazioni di questo Consiglio la questione di sapere se non convenisse meglio di sopprimere la nuova entrata del Teatro e con esso il Padiglione, che ne forma attualmente l’oggetto di spesa di manutenzione, praticando a vere l’entrata antica e havendo così partito della Bottega, nella quale restava aperta la nuova entrata predetta e sollevando contmporaneamente il Commune di un’annua spesa di manutenzione del sudetto padiglione .”

Di questi resoconti è pieno il faldone n.132, così come quelli che li seguono e precedono. Gli interventi sulle strutture abitative o di servizio pubblico, sui fossi, sugli argini fluviali sono, insieme alle dispute per eredità, alle liti più svariate, ai solleciti di pagamento indirizzati a clienti morosi, fra i più numerosi. E il nome di Leopoldo Valizone, nel solo faldone n 132, ricorre ben 34 volte.

*Da considerarsi parte del percorso “C” (cfr. sotto)

Prima di entrare nel vivo della lettura…

Enormi e di vario tipo gli spunti proposti dall’analisi delle carte in oggetto. Primariamente di valore scientifico – giuridico – amministrativo, con la dimostrazione de facto dell’applicazione dei compiti spettanti a Sindaco e Consiglio e, soprattutto, per il valore educativo – storico – didattico degli stessi. Partendo dai documenti, opportunamente spiegati e “preparati” , sarà possibile ricostruire con buona approssimazione la vita in quel particolare periodo della città di Alessandria, comprendendo meglio ciò che viene – freddamente – presentato sui libri di scuola.

Ci capiterà, per esempio, di vedere citati lunghi elenchi di spettanze non coperte, con conseguente intervento sanatorio dell’Ente Comunale. Oppure la manifestazione affettata e, chiaramente, forzata di devozione all’Autorità superiore, nella speranza di un perdono richiesto per Città e cittadini. Sullo sfondo un ammanco colossale di denaro, frutto di spese forzose legate alla presenza delle truppe austriache che, evidentemente, re Vittorio Emanuele I e Re Carlo Felice hanno voluto far sborsare agli indisciplinati alessandrini. Quelli che, comunque, al cambio di amministrazione e alla presenza ufficiale , ai massimi gradi, di Santorre di Santarosa, del colonello Ansaldi, degli altri protagonisti della rivolta, non hanno  opposto una resistenza apprezzabile, anzi….

….

Iniziamo l’esplorazione

A.S.C.AL n. 132 – p 1. (testo n. 1) – Percorso “A”

La pagina n. 1 della raccolta di verbali dei Consigli Comunali alessandrini contrassegnata dal numero 132, è tutto un programma. Pulita, ben organizzata, con tanto di svolazzi e maiuscole in evidenza, con una grafia chiara, di un bel seppia scuro. Con l’incipit solito  del periodo post napoleonico che, per una volta, riportiamo integralmente:

“L’Anno del Signore Mille Ottocento Vent’uno ed alli Primo del Mese di Genaro nella Città di Alessandria e nella Sala del Pubblico Palazzo,  ove suole adunarsi il Consiglio Generale della Civica Amministrazione della medesima.

Giudicialmente nanti L’Ill.mo Sig.r Avv.o Don Antonio Dova SottoIntendente generale della Città e Divisione d’Alessandria ed in esse Sotto Conservatore Generale delle Regie Gabelle.

Convocato e Congregato d’Ordine dell’Ill.mo Sig.r Marchese D. Francesco Guasco di Bisio, Sindaco di Prima Classe, Il Consiglio Generale della Civica Amministrazione della presente Città, previo avviso fatto pervenire a Caduno degli Ill.mi Sig.ri Componenti il medesimo dalli Servienti Giuseppe Limonta ed Angelo Pesce, come li medesimi hanno qui riferito, e riferiscono, sono Intervenuti gli Ill.mi Sig.ri  : Marchese D. Francesco Guasco di Bisio Sindaco di 1° Classe, Avvocato Gioanni Bartolomeo Zani del Fra Sindaco di 2da Classe, Cavaliere D. Luigi Sappa di Milanesi, Cavaliere  D. Antonio Deporzelli, Cavaliere D. Giuseppe Agosti, Conte D. Ferdinando Civalieri, Conte D. Pietro Gaspare Melazzi, Conte D. Luigi Lovera Castiglione, Cavaliere D. Filippo Bolla. (…)

Ad ognuno sia manifesto che essendosi nel giorno di jeri proceduto dal Nobile Corpo Decurionale di questa Città all’Elezione delli Ill.mi Sig.ri Consiglieri, Sindaco, Provveditore e Raggionieri di Prima Classe in reintegrazione del Consiglio di questa Civica Amministrazione ed in rimpiazzamento dei rispettivi Fonzionari sortenti a titolo di Anzianità a termini delle R.e Patenti delli 4 settembre 1775, Come dall’Atto di Congrega del Nobile Corpo Decurionale del giorno di jeri; e dovendosi in oggi a termini delle stesse R.e (Regie) Patenti e per mezzo di voti da entrambi le Classi Componenti l’intiero Corpo di questa Civica Amministrazione devenire alla Scielta (sic) di due Individui da reintegrare la Seconda Classe per li due Sortenti, e successivamente all’elezione del Sindaco e di tre Raggionieri della Seconda Classe giusta il disposto dall’art. 12 delle procitate R.e Patenti”. In forma ufficiale e, tutto sommato, moderna e comprensibile si delineano i parametri di individuazione di figure di spicco aventi grandi responsabilità. E a cosa andranno incontro, lo vedremo tra poco. Comunque Gorla Gioanni Antonio e Caligaris Pietro Gioanni vengono sostituiti da Parvopassu Giuseppe Antonio e da Gnone avv.o Giuseppe (primo escluso Dossena Giuseppe). Mentre per quanto riguarda l’insieme delle cariche la situazione che andrà a presentarsi sarà la seguente: Sindaco di Seconda Classe: Pozzi Antonio Francesco, Raggionieri di Seconda Classe: Avv.o Gioanni Bartolomeo Zani del Fra, Cerruti sig.rGaspare e Calvi sig.r Antonio. Sindaco di Prima Classe: Cavaliere D. Filippo Bolla, Giudice Provveditore: Sig.r D. Pietro Ferrari, tre raggionieri di Prima classe: Marchese D. Francesco Guasco di Bisio, Conte D. Pietro Gaspare Melazzi e Cavaliere D. Alessandro Gavigliani. Consiglieri: Sappa Luigi, Calvi Antonio, Agosti Giuseppe, Zani del Fra G. B.meo, Cerutti Gaspare, P.G. Melazzi, Parvopassu Giovanni Antonio, Civalieri Ferdinando, Gnone Giuseppe, Guasco di Bisio, Castiglione Lovera Luigi, Ferrari Pietro. Dova (Intendente Generale).” *Da considerarsi parte del percorso “A” (cfr. sotto)

Interessante la parte di giuramento che viene loro richiesto e che è riportato in calce al verbale di Consiglio: “ …promettono e si sottomettono di bene e fedelmente esercire il pubblico ufficio a caduno come sovra conferito. Di amministrare con fedeltà le cose pubbliche, di vegliare con fermezza ed attività alla conservazione del Territorio, Registro, e di tutti i diritti della presente Città; e di cooperare alla pubblica salute e tranquillità; e di osservare Le Regie Costituzioni, il Generale Regolamento de’ Pubblici  Li Editti ed Ordini di S.M. e dei Magistrati Superiori.Il tutto sott’obbligo de’ Loro beni presenti e futuri”. 

Poco da stare allegri . Specie per la chiosa finale in vista dell’insieme di incarichi a cui andranno incontro gli amministratori. Non a caso assisteremo, in tre mesi, ad un vertiginoso turn-over.

Immediatamente dopo la nomina delle cariche più prestiogiose, si procede agli incarichi di rito, risultato di una revisione – in senso illuministico – dell’originale impostazione assolutistica. Ne derivano gli incarichi a  “Protettore de’ poveri carcerati” (Marchese Ambroggio Maria Ghilini),  “Fabbricieri della Cattedrale” (Conte Luigi Lovera di Castiglione e Conte Ferdinando Civalieri). “Deputati al Teatro” (Marchese D. Francesco Guasco di Bisio e Gioanni Bart.meo Zani del Fra), “Ammissione alle Fedi di Povertà” e “Invigilanza agli alloggi militari”: Conte Ferdinando Civalieri e Gaspare Cerruti. Infine per l’ “Invigilanza ai lavori della Margarita, pubblico passeggio e Mercati” i sig.ri  Cavaliere Luigi Sappa de’ Milanesi e avv.o Gio. Bart.meo Zani del Fra.  Infine per la “Distribuzione del baliatico alle Nutrici dei fanciulli esposti” gli Ill.mi Sig.ri Conte D. Luigi Lovera di Castiglione e sig.r Antonio Calvi.

Fin qui i nomi dei protagonisti diciamo…di vaglia. Nomi da ricordare, perché le vicende che verranno narrate vedranno  spesso questi stessi nominativi citati più volte.

A questo primo percorso di lavoro assegniamo la lettera “A” (politico-sociale). In pratica verificheremo o, almeno creeremo le premesse per verificare, che tipo di persone fossero gli “incaricati” citati. Quali fossero le loro convinzioni politiche, il loro tenore di vita, le loro scelte familiari, il loro carattere. Un percorso, questo segnato con la lettera “A”, che porterà a conoscere quasi cento personaggi più o meno importanti, coinvolti nei Moti del 1821. E che hanno subito una pena pesantissima (la pena di morte) per fortuna eseguita solo in due casi. Reati di opinione, risultato di una malversazione e cattiva gestione generale delle cosa pubblica da parte dei “ restauratori “piemontesi. Reati assolutamente politici che ne hanno costretto l’esilio o, comunque, l’allontanamento dal Piemonte per anni e che hanno reso palese i sistemi di coercizione e vendetta della c.d. “Santa Alleanza”.

….

“Piero Civalieri e Ferdinando Civalieri” (Testo n. 2)   Percorso “A”.

Vediamo subito in dettaglio una di queste figure, parente di Ferdinando Civalieri, appena citato fra i Consiglieri. Personaggio legato alla buona borghesia agraria della provincia di Alessandria, buon osservatore dei costumi e delle “caratteristiche” dei suoi concittadini.

Si veda, per un approfondimento, il suo:  “Rimembranze del mio viaggio a Parigi (1813-1814)”.

Si comincia con la descrizione (autobiografica dello stesso Piero Civalieri) riguardante una sua visita importante ai tempi di Napoleone…

“(…) Fidelité á l’Empereur, et l’horreur qu’on ressent pour les defections des puissances germaniques et surtout de la conduite du Roi Bernadotte ; et le Conseil Municipal d’Alexandrie a nommé le Comte Ghilini, le Baron Boidi, M.Louis Faá de Bruno, e M.Pierre Civalieri, par decision Municipal du 21 Octobre. Ils se doivent presenter a S.M.l’Imperatrice e Regente le 25 Novembre prochain. 1814 7 Janvier. M.Pierre Civalieri a reçu la decoration de l’ordre Imperial de la Reunion par decret du 7 Janvier 1814, et le titre de Chevalier de l’empire le 17 fevrier avec droit aux armoiries, livrées, ecc. ecc. “

Con questa breve annotazione – e senza alcun commento personale – l’autore delle “Memorie” segna la fine dell’età francese, che pure aveva acceso tante speranze, e il ritorno dell’antico regime.

L’atteggiamento di Civalieri è chiaramente derivato dall’esigenza di un atteggiamento prudente. Si veda cosa ebbe a scrivere lo stesso Civalieri nel 1856 (BIMA cit.)

1967, p. 143): “Ebbi timori di persecuzioni sulle prime: ebbi persecuzioni dal Galateri, ma non già che sapesse se io mi era compromesso, ma perché mi sapeva di idee liberali ed egli non ne voleva per niun conto”.

Di Piero Civalieri avremo occasione di riparlare…uno che ci credeva negli ideali di “eguaglianza, libertà, fraternità”, nel meglio del pensiero illuminista ma che preferiva restare nell’ombra. Almeno per un po’.

….

Un secondo percorso proposto è quello “economico”, spaziando dal “privato”, dai piccoli grandi impicci di tutti i giorni alle scelte importanti, quelle che implicano impegni di denaro pubblico e, nel caso specifico del 1821, illuminano a dovere i rapporti, spesso non facili, fra amministrazione locale alessandrina e centralismo sabaudo torinese. E, soprattutto, fra competenze di ordine piemontese complessivo a vantaggio di eserciti o rappresentanze straniere. Questi ultimi passaggi di denaro veramente consistenti, come si vedrà. A questo secondo filone assegniamo la lettera “B”. Il percorso “C” è tutto dedicato alla Cultura, al Teatro, all’Arte, all’Architettura, comprese le ristrutturazioni, specie se riguardanti edifici pubblici e privati di pregio.

Già allora una città in crisi finanziaria

AS.C.AL n. 132 – pp. 33-34. – (testo n. 3) – Percorso “B”

Ottimo esempio di uno dei concetti su cui proponiamo di operare: la Città di Alessandria, le sue “finanze”, sono allo stremo, tanto è vero che sul finire del documento si legge: ” Per il caso poi che la Città non potesse conseguire il pagamento di suoi crediti come sovra proposti, trovandosi allora nell’assoluta impossibilità di far fronte per se stessa al pagamento dell’enorme massa di suoi debiti particolari che tutti traggono origine da circostanze di servizi straordinari a pro dello Stato” . E il riferimento va tutto al periodo burrascoso tra la fine del dIciottesimo secolo e i primi quindici anni del diciannovesimo, fino a “restaurazione” compiuta. Almeno questo è quanto si vuole far credere…,.

L’anno del Signore mille otto cento vent’uno, ed alli trenta del mese di Gennaio nella Città di Alessandria – giudicialmente avanti l’Ill.mo Sig.r Sotto Intendente Generale  della provincia e Divisione, ed in esse  sotto conservatore generale delle Regie Gabelle,

Convocato e congregato d’ordine dell’Ill.mo Sig.r Primo Sindaco il Consiglio Generale della Civica Amministrazione della presente Città previo avviso fatto pervenire a caduno de’ membri, che lo compongono per mezzo delli servienti  Antonio  Borgognone e Giuseppe Limonta, come li medesimi hanno quivi riferito, e riferiscono sono intervenuti gli Ill.mi Sig.ri al piè del presente sottoscritti essendo li medesimi Sig.ri intervenuti più dei due terzi dei membri rappresentanti l’intiero Consiglio.

E(ditato) dai Sig.ri congregati lo stato di tutte le dimande di crediti arretratti particolari sporte dai diversi proprietari a questa Civica amministrazione, compillato detto stato dalla commissione di questo Consiglio creata con atto consulare delli 9 ora scorso Dicembre e rilevante alla somma totale di Lire 12074,13 antiche di Piemonte, oltre all’aumento Legale ed agli interessi legitimi, contemporaneamente chiesti dagli stessi creditori.

E viste pure tutte le carte messe all’appoggio dalle rispettive dimande li sig.ri congregati, dopo aver fatti sul medesimo stato li opportuni riflessi, hanno d’unanime consenso deliberato che non solamente sarebbero pronti e disposti a soddisfare questi creditori, ma ben anche tutti gli altri in molto maggior numero e somma, se la Città ne avesse li opportuni mezzi, e se questo pubblico si trovasse in grado di sopportarne il gravame.

E frattanto, siccome questa Civica Amministrazione si trova attualmente in riclamazione  presso la Regia Gionta di Liquidazione di Torino per il pagamento dei diversi egressi  crediti di questa Città verso lo Stato, li sig.ri Congregati si riservano di provvedere al pagamento dei diversi creditori della Città stessa, sui fondi che potrà riscuotere dal Governo per li preaccennati proposti crediti, salva in quell’eppoca  una liquidità deffinitiva dei crediti particolari sì e come di ragione.

Per il caso poi che la Città non potesse conseguire il pagamento di suoi crediti come sovra proposti, trovandosi allora nell’assoluta impossibilità di far fronte per se stessa al pagamento dell’enome massa di suoi debiti particolari che tutti traggono origine da circostanze di servizi straordinari a pro dello Stato, li Sig.ri congregati implorano fin d’ora per allora una particolare sovrana provvidenza, che possa essere del caso.

Mandando intanto il presente rassegnossi all’Ill.mo Sig.r Intendente  Genle in un co(llo), detto stato e carte annesse e relative, le opportune sue provvigioni.             E seguono le firme dei consiglieri.” (Sindaco di Prima Classe Bolla, Sindaco di Seconda Classe Pozzi, Consiglieri Sappa, Calvi, Agosti, Tedeschi, Guasco di Bisio, Melazzi, Ferdinando Civalieri, Castiglione, Ferrari, Gavigliani, Dova Intendente Generale. Masini segretario.

Manca il lavoro, le guerre hanno portato fame e distruzione

AS.C.AL – 1821 –  pp. 37-40 – p. 53 –  (testo n. 4) – Percorso “B”

Ancora sull’aspetto economico alla ricerca di soluzioni eque…. Questa volta partendo  da imposte  particolari come il “pan venale”. Di nuovo uno sguardo sulla vita vissuta di una comunità che deve fare i conti con una legislazione ritornata indietro di trent’anni, con la mancanza di lavoro e con un impoverimento complessivo. Una serie di concause che saranno il miglior innesco per le giornate “scoppientanti” a venire.

“L’anno del Signore mille ottocento e vent’uno ed alli vent’otto del mese di febbraio, nella Città d’Alessandria, e nella sala del pubblico Palazzo, ove suole adunarsi il Consiglio Generale della Civica Amministrazione della medesima, giudicialmente avanti all’Ill.mo Sig.r Nobile Di Gerolamo Ricci Intendente Gen.le di questa Provincia  e Divisione, ed in essa Conservatore gen.le delle Regie Gabelle,(…)

Il Sig.r Sindaco di Prima Classe predetto ha presentato a questo supplicante  Consiglio la precitata lettera dell’Ill.mo Sig.r Intendente Generale di questa Provincia in revisione delli  21 corrente  febbraio , per forma di cui communicandogli il riscontro ricevuto da S. E. il ministro di Stato e Primo Segretario delle Regie Finanze  sul progetto di stabilimento, a regolamento di questa Civica Amministrazione deliberati per il Dislocamento de’ Pubblici mercati, e per l’esigenza di alcuni Dritti di pesamento e di deposito, gli notifica con dispaccio del 7 corrente (Marzo). Essere in primo luogo conforme alle viste del Ministero l’Istituzione di un Dazio Municipale per mezzo del quale si vengano a procacciare i fondi necessari alle spese del Commune senza sovverchio aggravio del tributo prediale / generale con cent.mi di addizione e ciò in conformità del sistema fino  dal 30 Giugno 1818 immaginato dal d co  Ministero, trovato conveniente dal Sig.r Avv.o Generale di S.M., pronto a promuovere le favorevoli sovrane deliberazioni a favore anche di questa Città, e già seguendo fatte da quelle di Chambery, Moutiers, Torino, Savona e altre.

Essere egualmente conforme alle intenzioni della prelodata E.S. , che avuto riguardo alle deliberazioni del Civico consiglio, il quale in vista dei suggerimenti della Regia Segreteria di Stato per gli Affari Interni avrebbe concorso alla abolizione del dritto del “pan venale” (dritto che non deve più lungamente sussistere), avrebbe richiesto invece la concessione dei dritti del peso piccolo e del grosso, delle misure e del deposito, non che del dritto di cappello e di quella sulla vendita dei pesi fatti dalle Regie Finanze unitamente al dritto degli acquarizi e del bollo sulle bestie da basto, di procurare in coerenza delle dette deliberazioni alla città un diritto sui commestibili, liquidi, combustibili, foraggi e materiali che entrino per la consumazione in Città senza pagamenti di finanza alcuna, a condizione peraltro che la Città rinonciasse ad ogni indennità, che le potrebbe competere contro il Regio Patrimonio per qualunque altro dritto o già abolito, come farebbe la scannatura, o da abolirsi come quello del pan venale.”

“Trasmettendo quindi il prelodato Ill.mo Sig.r Intendente Generale li Manifesti Camerali approvativi della città di Torino, e Savona per norma di quello da stabilirsi da questa Città, ed accennando a termini delle superiori imposizioni, il modo di provvedere alle spese ordinarie e straordinarie della città senza oltrepassare il dodicesimo prescritto dalle regie leggi, eccittando contemporaneamente la congrega di un supplicato Consiglio, e le sue analoghe deliberazioni in proposito, entra quindi a riflettere lo stesso  Sig.r Intendente Generale a discutere i vantaggi che ne deriverebbero alla Città dallo stabilimento di un dazio di consumo per supplire alle sue spese a differenza di un’imposta sul registro Territoriale, ed indicando lo sgravio che ne godrebbero li registrati col dividere li pubblichi carichi col semplice commerciante, artista e forestiere nella circostanza massima del sensibile ribasso dei generi prodotti da questo ruolo, l’incongruenza nel far concorrere a questi pesi per  mezzo dell’esclusiva di imposta prediale di possidenti che abitano fuori del territorio e che per conseguenza  non possono partecipare ad alcuno dei commodi o divertimenti che gravitano sullo stesso Registro. L’esempio delle altre Città  limitrofe, che con pubblico gradimento hanno adottato questo proficuo mezzo d’imposta, la difficoltà di ottennere il sovrano permesso di eccedere il dodicesimo sull’imposta prediale per supplire alle Spese Communali, l’utile infine, ed il vantaggio pubblico che ne risulta alla Società dalle spese stesse d’amministrazione di questo genere d’imposta, le quali servono ad un tempo a sollevare, e soccorrere una Classe di Cittadini, cui l’amministrazione dovrebbe in altro modo provvedere, ed a mantenere la reciproca relazione, a corrispondenza, che deve sussistere fra li diversi Individui che compongono una grande famiglia, quale deve considerarsi quella di un Pubblico. E descrivendo in seguito la facilità, che vorebbe la Città per mezzo di questo stabilimento di provvedere a tanti altri suoi bisogni, quali sarebbero di magnificazione dei censi, riparazioni di ferite tanto interne che nel territorio, abbellimento , a decoro della Città, quali si convengono al di lei rango, ed al numero, e qualità de’ suoi abitanti. La eccita quindi  a deliberare nelle solite forme”.  (per l’occorrenza vengono indicati tre consiglieri di prima e seconda classe):

Di modo che li prenominati Ill.mo Sig.ri Cavalieri Don Giuseppe Maria Agosti avv.o de’ Poveri, cavaliere Don Cristoforo Cavasanti e Don Pietro Ferrari di Prima Classe ed avv.o Giovanni Francesco Bianchi, Giuseppe Filippo Tedeschi e Giuseppe Nizza di Seconda Classe sono stati a pluralità di voti nominati, ed eletti per formare la predetta Commissione di questo Consiglio per la disamina del progetto, di cui si tratta.”

Di un certo interesse, e assolutamente da rimarcare nel caso di un approfondimento all’interno del percorso “B” è l’irrigidimento che ne è seguito e che riportiamo integralmente: “ (…) il vantaggio pubblico che ne risulta alla Società dalle spese stesse d’amministrazione di questo genere d’imposta, le quali servono ad un tempo a sollevare, e soccorrere una Classe di Cittadini, cui l’amministrazione dovrebbe in altro modo provvedere, ed a mantenere la reciproca relazione, a corrispondenza, che deve sussistere fra li diversi Individui che compongono una grande famiglia, quale deve considerarsi quella di un Pubblico.”. Le fibrillazioni che hanno segnato la società alessandrina di inizio “Restaurazione” si stanno riverberando in modo evidente anche nelle sale consiliari…Una conferma di disagio e di tensioni latenti…pronte a scoppiare.

Gli amministratori di allora alla ricerca di soluzioni a vantaggio della popolazione

AS.C.AL – 1821 –  pp. 37-40 – p. 53 –  (testo n. 5) – Percorso “B”

 “ (… continua) successivamente essendosi in questo Consiglio eccitata la questione se li Sig.ri Sindaci di questa Civica Amministrazione, li quali nella persuasione di dover fare parte come membri nati della detta Commissione attesa la loro qualità di Sindaci, avrebbero rinunciato alla votazione pubblica per la detta commissione, ed essendosi una tale prerogativa contestata da diversi dei Sig.ri Consiglieri, li med.mi Sig.ri Sindaci nell’interesse semplicemente della loro qualità, ed ufficio, e non altrimenti hanno fatto, come fanno instanza doversi inserire nel presente atto, la loro formale protesta, d’intendenza cioè di dover far parte della detta Commissione di pien diritto, e come membri nati della medesima.”

(…) “In seguito della quale protesta come sovra estesa per parte dei Sig.ri Sindaci, essendosi da alcuni dei Sig.ri Consiglieri osservato doversi controprotestare, ed osservare che la protesta fatta dagli stessi Sig.ri Sindaci per partecipare alla Commissione di cui si tratta di pien d(i)ritto, e come membri nati nella medesima non è appoggiata ad alcuna legge, o regolamento scritto, né ad alcuna pratica, o consuetudine, ed essendosi contemporaneamente proposto a disimpegno delle sovrascritte proteste e controprotesta di sentire l’opinione generale del consiglio per via di votazione sulla convenienza o non di indicare li Sig.ri Sindaci a prender parte della detta Commissione senza pregiudicio delle rispettive ragioni, e diritti dei Sig.ri Sindaci non tanto, che dell’intero Consiglio, si è postato alla votazione, che li voti sostenuti dal Bussolo rosso saranno per l’indicazione, e quelli sostenuti dal Bussolo bianco per la non indicazione de’ Sig.ri Sindaci a prender parte alla commissione predetta.

Quale votazione compita, e presentata all’Ill.mo Sig.r Intendente Generale, essendo al medesimo risultato quattro voti dal Bussolo rosso e ventidue dal Bussolo bianco, ventisei essendosi ressiduati li votanti “il consiglio ha perciò a pluralità di voti deliberato non doversi li Sig.ri Sindaci invitare a prender parte alla detta Commissione”.

“E precedente lettura, a conferma di quanto sovra si sono li prefati Sig.ri congregati, atteso che li Sig.ri Sindaci si sarebbero astenuti da questa votazione. (seguono le firme).”     Quindi questione  tasse, contributi e imposte di stretto interesse dei Sindaci che faranno parte anche delle Commissioni. Ne vogliono far parte in quanto ne ritengono centrale la funzione di gradimento alla popolazione che ne deriverebbe, specie in condizioni di scelte giuste e lungimiranti. Quelle che, correttamente, portano alla chiusura della consuetudine del “pan venale” e all’utilizzo mirato del “diritto di cappello”. Sul significato di questi ultimi due termini tecnici, invitiamo i lettori a fare approfondimenti. Siamo, infatti, nel pieno degli obiettivi del percorso “B”.

….

AS.C.AL – 1821 –  pp. 37-40 – p. 53 –  (testo n. 6) – Percorso “B”

Intendenza generale della Divisione e provincia d’Alessandria. n. 1810.

21 febbraio 1821. Esempio di scrittura ufficiale riguardante i contatti intercorsi tra diversi livelli amministrativi. Ovviamente da inserire nel percorso “B”

“Sua Eccellenza il sig.r Ministro di Stato, e primo Segretario delle Finanze a cui fu comunicato dalla regia Segreteria dell’Interno il progetto di regolamento compilato da questa Civica Amministrazione per il traslocamento di parecchi pubblici mercati nel fabbricato già Serviente alla Fiera, e l’esigenza di alcuni dritti di posamento, e di deposito, si è compiaciuta con suo dispaccio delli 7 corrente di parteciparmi le seguenti osservazioni.

Essere primariamente conforme alle viste del Ministero l’istituzione di un Dazio Municipale per mezzo del quale si vengono a procacciare i fondi necessari alle spese del comune senza sovverchio aggravio del tributo prediale con centesimi di addizione, e che tale sistema già da lui immaginato fino dalli 30 Giugno 1818, allorchè assunse informazioni sopra i vari diritti, che ciascuna Comunità esigeva, era stato posto in uso a Chambery, Moutiers, Torino, Savona ed in altre Città, e quindi anche in seguito dell0’avviso uniforme del Sig.r Avvocato Generale di S.M. invitato a spiegare il suo sentimento, non dissente di far rapporto a S.M. per le di lei Sovrane determinazioni, onde sia stabilito parimente in questo territorio.

Aggiunge successivamente, che avuto riguardo alle deliberazioni del Civico consiglio, il quale in vista dei suggerimenti della R.a Segreteria Interni sarebbe concorso alla abolizione del dritto del “pan venale” / dritto che non dee più lungamente sussistere / avrebbe richiesto invece la concessione dei dritti del peso picciolo, e del grosso, delle misure, e del deposito, non che del diritto di cappello e di quello sulla vendita dei pesci esatti dalle R.e finanze, unitamente al diritto degli acquarizzi , e del bollo sulle bestie da basto, sarebbe il Ministero  disposto di procurarsi, in coerenza delle dette deliberazioni, alla Cittù un diritto sui commestibili, liquidi combustibili, foraggi, e materiali che entrano per la consumazione in Alessandria senza pagamento di finanza alcuna, ma mediante rinuncia ad ogni indennità che le potesse competere”

Sig. sindaco di Alessandria

Onde sia stabilito parimente in questo territorio. Aggiunge successivamente, che avuto riguardo alle deliberazioni del Civico Consiglio, il quale in vista dei suggerimenti della Regia Segreteria Interni sarebbe concorso alla abolizione del dritto del pan venale (dritto che non dee più lungamente sussistere) avrebbe richiesto invece la concessione dei dritti del peso picciolo e del grosso, delle misure e del deposito, non che del diritto di coppello e di quello sulla vendita dei pesci esatti dalle regie Finanze unitamente al diritto degli acquarizzii, e del bollo sulle bestie da basto sarebbe il Ministero disposto di procurare in coerenza delle dette deliberazioni, alla Città un diritto sui commestibili, liquidi combustibili, foraggi e materiali che entrano per la consumazione in Alessandria senza pagamento di finanza alcuna, ma mediante rinuncia ad ogni indennità, che le potesse competere contro il Region Patrimonio per qualsiasi dritto, o già abolito come sarebbe quello di scannatura, o che sia per abolirsi, come quello del pan venale in contraccambio della concessione del detto Dazio civico. Dopo tutto ciò si è degnata S. Ecc.za di rimettermi il regolamento e la tariffa già sanzionati per le due Città di Torino e di Savona, incaricandomi d’invitare la Civica Amministrazione a votare, e deliberare sullo stabilimento di un Dazio Municipale sufficiente per supplire alle spese d’Ordinaria Amministrazione compresivi gli interessi dei censi, e indi a compilare un progetto di Tariffe e di regolamenti il più semplice, il più preciso e chiaro possibile, e per quanto sarà conciliabile colle diverse circostanze sia conforme alli di sopra accennati, e poiché trattasi di un oggetto di sommo rilievo per li Contribuenti a termini delle istruzioni 2 Dicembre 1818, prego V.S. Ill.ma di radunare non solo l’ordinario consiglio, ma gli aggiunti descritti nella lista, che compiego acciò immettano  il loro sentimento in atto consulare, che si compiacerà di trasmettermi.

Fin qui ho adempito agli ordini superiori contenuti nell’indicato dispaccio, mi sia ora permesso per il sincero interesse, che nutro verso questo pubblico alcuni riflessi, che forse non sono incongrui, né estranei alla materia di cui si tratta. La cospicua somma di L 28.000 circa che paga la Città per gli interessi dei Censi passivi contrastati a beneficio di tutta la popolazione, l’ammontare delle annue spese di Amministrazione sono due non indifferenti oggetti, che restano nell’attuale ordine di cose a solo carico dei possidenti. La classe commerciante d industriosa, li cittadini qui dimoranti, e possidenti altrove, li forestieri che transitano per questa Città, nell’atto che godono dei comodi e dei vantaggi che loro appresta l’Amministrazione non concorrono ad allegerire il registro, eppure il comune bene dee procurarsi a spese comuni di chi ne risente il profitto. Nel ribasso occorso delle derrate  la condizione dei proprietari essendo deteriorata, sembra che convenga accorrere in loro sollievo con quei mezzi che già furono abbracciati allorchè li prezzi dei generi erano più alti, e che vengono anche in oggi usati non solo dalle mentovate Città, ma dalle due limitrofe d’Asti e Novi; un Dazio, cioè, di consumo.

Egli è vero che per la percezione  di esso è indispensabile il pagamento dei commessi a ciò preposti, ma tal sorte è comune non solo agli introiti pubblici, ma perfino all’esigenza dei privati patrimoni, dovendo ogni proprietario provvedere, o con la propria industria, ed attenzione personale, o col mezzo di stipendiati alla Contabilità, ed incasso delle sue rendite particolari; ed è sopra il bisogno reciproco in altri di tenere impiegati ed in altri di esercitare l’impiego, che sussiste e si mantiene la relazione e la corrispondenza fra li diversi individui, che compongono la Società.

Con la rendita derivante da un Dazio di consumo avrebbe la Civica Amministrazione la forma di supplire non tanto alle ordinarie spese annuali senza ottenere annualmente dai Superiori Dicasteri la facoltà di eccedere il dodicesimo permesso d’imporsi, ma potrebbe eziandio aprirsi la strada all’esdebitazione dei Censi, alla riparazione delle strade interne ed a quelle del Territorio ed a provvedere per l’abbellimento e decoro della Città che può collocarsi sia per la sua posizione sia per il numero e la qualità degli abitanti fra le principali dei Dominii di S.M.        

Con il più distinto rispetto mi dico  D. V. S. Ill.ma   

Devotissimo Obbligatissimo Servitore   .  Ricci   Intendente.”

Una Restaurazione impossibile dopo il ciclone napoleonico

AS.C.AL – 1821  – p. 62 –  (testo n. 7) – Percorso “A”

Si riporta un elenco di personaggi di spicco che hanno tenuto banco almeno fino alla fine del mese di marzo del 1821. Per il percorso “A”, quello dell’investigazione su chi c’è e chi non c’è più, su come cambiano i rapporti di potere e come, sostanzialmente, non riesca a “tenere” la Restaurazione, intaccata alle radici dalle idee liberali del miglior Settecento e dell’uragano napoleonico. Prendere nota…

“Stato de’ Maggiori Estimati nominati dall’Intendente Generale di Alessandria in aggiunta al Civico ordinario Consiglio per le deliberazioni di cui si tratta in lettera del giorno d’oggi.”

Agosti Caval.e Avv.o de’ Poveri

Balbi Cocconato Conte

Bagliani marchese Rajmondo

Boidi Caval.re D. Gaspare

Denegri nobile Gio. Battista

Doglioli nobile D. Carlo

Conzani Caval.e Ferdinando

Ghilini marchese Ambrogio

Panza nobile D. Gerolamo

Cuttica di Cassine marchese

Aliora Avv.o Giuseppe

Barozzi Tomaso

Barberis causidico Giuseppe

Bordes Lorenzo

Foco Antonio

Gelosi Onorato

Nizza Giuseppe

Piratone Avv.o Filippo

Romagnolo Michele

Valsecchi Santo

Alessandria.  20 febbraio 1821    Ricci. Intendente

AS.C.AL – 1821  – p. 63 –  (testo n. 8) – Percorso “A”

Altra esemplificazione dello stato di difficoltà in cui versavano le casse della Città di Alessandria.  A pochi giorni da un evento storico anche il risarcimento di operazioni pregresse diventa un’impresa. Percorso “B”.

“L’anno del Signore mille ottocento e vent’uno, ed alli due del mese di Marzo nella Città d’Alessandria, e nella Sala del pubblico Palazzo (segue prefazione di rito…)   Lettesi in questo Consiglio le Citazioni in odio di questa Città in grado di appello all’Ecc.mo Real Senato ottenuta dal signor Misuratore Tommaso Gnone pel pagamento di L 62,834, soldi 13 e denari 10, dal medesimo proposte nanti questa Commissione Prov.le di liquidazione e dalla medesima depellita  per l’ammontare di diverse somministranze alle truppe negli anni 1798 e 1799, capitale ed interessi comprensivi anche diversi onorarii nella predetta sua qualità allegati , dalla Città dovuti.

Li sig.ri congregati hanno deliberato doversi le medesime citatorie spedire al sig.r Provveditore  di questa Città in Torino, acciò abbia il medesimo a legitimare il giudicio in nome di questo Pubblico, e pure preventivamente col Consulto del sig.r avv.o   Patrocinante quelle eccezioni che si credevano di ragione previo raccorso all’uff.o del sig.r avv.o Generale  di S.M. per l’opportuno permesso di stare in giudizio. E sul rapporto quivi fatto dai sig.ri Sindaci essere andato deserto l’incanto ordinato aprirsi pel giorno 27 corrente, con convocati di questo Consiglio delli 24 stesso mese, per un appalto della provvista, e distribuzione della paglia di lettiera alla cavalleria di questa guerniggione che aveva principio col giorno sette del corr.te e che durerà tutto Giugno prossimo, instando li Sig.ri Sindaci perché sia in qualche modo provvisto per assicurare questo importante servizio pel precitato giorno sette del corrente, nella circostanza massime, che mancherebbero per una parte della Città li necessari fondi, onde poter supplire a questa provvista, e che dall’altra il sig.r Sindaco di Seconda Classe non si troverebbe più in grado di continuare personalmente nella ispezione e direzione di tale provvista, distribuzione e contabilità.

Li sig.ri congregati attesa la difficoltà, che continuamente s’incontra nel trovare appaltatori per la provvista a distribuzione della paglia di lettiera di cui si tratta, hanno deliberato doversi questo servizio continuare ad eseguirsi  per via di economica amministrazione, e volendo contemporaneamente esonerarne il sig.r Sindaco di Seconda Classe dalla personale e particolare ispezione sin qui graziosamente avutane, hanno egualmente deliberato doversi nuovamente rimettere questo servizio alla cura particolare del sig.r Economo di Città sotto la invigilanza e direzione de’ sig.ri Sindaci, autorizzando frattanto, come autorizzano il Sig.r Sindaco di Seconda Classe a stipulare in nome di questo pubblico il contributo d’affitto del Magazzo di Casa Castellani detto di S. Bernardino per un’anno col maggior vantaggio possibile di questo Pubblico, da servire esclusivamente il detto Magazzeno per la detta provvista e distribuzione di paglia, attesa la sua maggior convenienza, in ragione della maggior sicurezza e vicinanza al peso pubblico.”

L’architetto Valizone e il “ristagno delle acque”….

AS.C.AL – 1821  – p. 64 –  (testo n. 9) – Percorso “C”

E di nuovo, per la parte artistico-riorganizzativa, un intervento da ricordare del mai domo arch. Valizone. Questa volta ci troviamo nell’area a fianco della caserma della Gambarina, in pieno centro storico cittadino. Il problema è il ristagno delle acque ma, per esperienza recente, sappiamo bene che tutta la zona è soggetta a esondazioni e trasudamenti di acque.

“Riferendosi successivamente a questo Consiglio la Perizia del sig.r Valizone architetto di questa Città sulle diverse operazioni da eseguirsi nelle vicinanze del Quartiere della Gambarina nuova e contrade attigue per togliere la stagnazione delle acque che colà si soffermano a pregiudizio del Quartiere stesso e del vicino abitato non che delle contrade che lo circondano e ciò in seguito alle osservazioni fatte tanto dal sig.r Commandante del Genio Militare nell’interesse del detto Quartiere, quanto dal sig.r Ispettore d’acque e strade Ingegnere di questa Provincia, stato il tutto comunicato dall’Ill.mmo sig.r Intendente Generale con lettera delli 16 corrente febbraio per le analoghe deliberazioni di questo Consiglio i sig.ri Congregati ritenute le osservazioni del predetto sig.r Valizone Revisore di questa Città intorno all’aggiunta di progetto di condotto sotterraneo fatta dal prelodato sig.r Ingegnere per ciò che riguarda la linea segnata in tipo B.M.N.B.  e riservandosi di ulteriormente provvedere intorno ai diversi schinti in detta perizia contemplati, quando sarà deffinitivamente deciso che li medesimi  siano indispensabili e che debbano interamente rimanere a carico di questa Città, al cui oggetto si prega il sig.r Sindaco di Prima Classe di scrivere all’Azienda Generale di Guerra con tutte quelle osservazioni che possono far dispensare la Città da un simile peso, hanno frattanto deliberato, come deliberano, doversi eseguire la porzione di condotto sotterraneo segnato nell’enonciato tipo alle lettere A.L., colle aperture ai punti .X.B. ivi indicate, a condizione che, a seconda dell’avviso emesso dal prelodato sig.r Ingegnere della Provincia, l’Azienda Economica dell’Interno concorra per un terzo della spesa calcolata nella somma di L. 2393 e 49 c.mi per il vantaggio che ne viene a rissentire lo stabilimento delle regie carceri, al quale effetto si prega l’Ill.mo sig.r Intendente Generale di rassegnare il presente alla prelodata Generale Azienda in una con tutte le relative carte .  Seguono le firme. Bolla P.o (Sindac0), Anton Franc.o Pozzi  (Sindaco),  (…) Ricci Intendente, Magri (o Masini)segretario.

…E giusto un breve riepilogo storico prima di immergerci nei fatti di Marzo.

Pietro Civalieri – “Memorie storiche di Alessandria parte I 1759 – 1821”  (testo n. 10) – Percorso “A”

Siamo ad uno dei documenti cruciali dell’intera proposta. Vi è descritta magistralmente parte della rivolta e, soprattutto, vi sono delineati caratteri, funzioni e particolarità dei protagonisti

 “Venne il 10 Marzo. In quell’epoca il presidio di Alessandria era composto de’ Reggimenti Savoja, e Genova, e de’ Dragoni del Re, che aveano nell’antecedente ottobre rilevati quelli delle guardie, Piemonte, Piemonte Reale Cavalleria. Il primo di essi era comandato dal Colonnello Regis il quale avea guadagnati li suoi gradi nella armate napoleoniche; Ansaldi erane il Luogotenente Colonnello.

Genova comandata dal Colonnello Stallieno, li quali eransi guadagnati li loro gradi nelle Armate Napoleoniche. (* Era luogotenente in Genova l’Avvocato Villavecchia alessandrino, che si compromise, e scalò, e dopo aver combattuto nell’armata Spagnuola contro li francesi nel 1823, rientrò ereditò dal suo Primogenito, e sposone una Damigella Mussio di Asti). Li Dragoni del Re aveano pochi giorni prima ricevuto per nuovo Colonnello il Conte Varengo di Magnocavallo di Casale, che non avea punto servito la Francia, ed aveano fra li altri Capitani li Cavalieri Baronis, Bianco e Grosso, ed il [Cornetta ?] Rolando alessandrino. Comandava la Cittadella il Cavaliere Napione, vecchio ed onorevole Militare, ma inetto, e sotto l’influenza di sua consorte celebre in que’ tempi per li suoi maneggi, e raggiri.

Michele Regis, colonnello della brigata Savoia, nativo di Costigliole di Saluzzo. Con l’Ansaldi fu l’anima del complotto rivoluzionario, sebbene sia rimasto in ombra fino allo scoppio dei moti. Condannato a morte, preparò l’invasione mazziniana in Savoia nel 1830. Nel 1842 fu amnistiato.

Guglielmo Ansaldi, di Cervere, tenente colonnello della brigata Savoia. Alla testa dei congiurati, compare negli atti come presidente della giunta provvisoria. Condannato a morte in effigie nel luglio del 1821, fu ammesso all’indulto del 1842.

Si tratta del colonnello conte Magnocavallo di Varengo, di nobile famiglia casalese, comandante del reggimento Dragoni del Re.

Luigi Baronis, di Santena, capitano dei dragoni del Re. Condannato a morte nel 1821, fu amnistiato nel 1842 e morì in Francia nel 1848.

Carlo Bianco, conte di St. Iorioz (Barge 1795-Bruxelles 1848), luogotenente dei Dragoni del Re. Di nobile famiglia, si iscrisse prestissimo alla Giovine Italia. Dopo la condanna a morte nel 1821 emigrò in vari paesi europei dove continuò l’attività di cospiratore. Autore di fondamentali trattati (“Della guerra nazionale d’insurrezione per bande applicata all’Italia”), partecipò nel 1834 alla spedizione mazziniana in Savoia e fu tra i fondatori della Giovine Europa.

Carlo Armano di Grosso, conte, luogotenente nei dragoni del Re. Torinese, fu condannato a morte e poi compreso nell’indulto generale del 1842. Riammesso al grado fu collocato a riposo nel 1848.

Sindaco di prima classe era il Cavaliere D.Filippo Bolla in cui non saprei dire se più valeva la povertà di spirito, o la boria, o la pedanteria dei modi. Quello di seconda Classe l’Avvocato Bartolomeo Zani del Frà, uomo istrutto, d’idee liberali, e di modi garbati. “

E’ esagerato  il numero degli alessandrini entrati nella notte in Cittadella, che non fu maggiore d’una sessantina. Meno i capi che formarono la giunta, erano gente di poca voglia, e di poca moralità, indotti dalla speranza di guadagno futuro. Comparve il Manifesto numero 4 che annunziava la formazione d’una giunta provvisoria.

Appiani Gioanni era un’onesto [sic] cittadino di Alessandria di famiglia civile, manierevole, ben educato, e possessore di competente fortuna. Condannato al capestro in contumacia, esulò, moriva dopo alcuni anni in Francia. Lasciò una figlia avvenente che quindi fu moglie del Signor Bolliani.

Dossena Avvocato Gioanni di famiglia civile d’Alessandria giovine colto, di sensi republicani e di mente esaltata. Moriva anch’esso esule, legando a’ suoi Nipoti figli di Giuseppe l’odio contro l’assolutismo, ed il desiderio di vendetta. Fu il capo, e l’anima di questa cospirazione: le adunanze segrete facevansi nella casa detta l’Ostarietta sulla via di Val Madonna.

La di lui cognata nata Marianna Dallepiane, donna d’energico sentire eragli compagna nel sedurre la gioventù all’indipendenza patria.  Scoppiata la Rivoluzione essa vantavasi complice, e soleva dire, che nello scorso inverno, mentre che le sciocche Dame d’Alessandria pensavano a divertirsi essa tramava la ribellione.

Palma era Uffiziale nel Reggimento Genova e contribuì più che ogni altro, a rivoluzionarlo. Si è quel desso che condannato contumace al capestro, esulando, una tempesta di mare lo gittò sulla spiaggia presso Nizza, e che arrestato si domandò a Re Carlo Felice come le autorità doveansi regolare, e questo rispose, il Rivoluzionario Palma è stato impiccato, e l’arrestato non può essere il medesimo, adunque si rilascj e vi si procuri sicuro imbarco.

Degna risposta d’un Re giusto e magnanimo come era Carlo Felice, cui la vecchiezza, la noja d’esser Re, l’infelice e critico momento in cui assunse in trono, e la pressione Austriaca ne hanno offuscata la memoria.

Lazaro Filippo Bolla, sindaco di prima classe di Alessandria, gentiluomo di Camera di S.M. il Re.

Giovanni Appiani, impresario stradale originario del Monregalese, tra i membri più attivi della Carboneria. Condannato a morte nel 1821, riparò all’estero e probabilmente morì a Barcellona l’anno successivo.

Giovanni Dossena, avvocato di Alessandria. Dopo la condanna emigrò in Francia.

Isidoro Palma di Borgofranco, di Moutiers (Savoia), capitano nella brigata Genova. Condannato a morte, fu incluso nell’amnistia del 1842.

Ratazzi Urbano di Alessandria Medico Militare, e figlio del celebre Medico e Protomedico, predicato pel più valente della sua epoca, era anch’egli dotto nell’arte sua, ma la sua mente esaltata ed il carattere suo bilioso lo tenevano lontano dalla famiglie alessandrine, e trovavasi in angusto stato di fortuna. Con la speranza di pervenire associossi alla Carboneria ed era emissario di quella per la provincia nostra. Fu poscia nominato dalla Giunta di Torino Capo politico di qui, e si condusse con somma equità e moderazione. Morì anch’esso esule, lasciando qui una vedova che passava a seconde nozze, e due figli.

Luzzi Avvocato non so di qual Paese. Era prima del 1821 Giudice del Mandamento di Sezzè. Uomo distinto per qualità fisiche e morali. Conversando seco lui, ciascuno comprendeva, che sarebbe stato atto a più elevato impiego.

Con manifesto 11 Marzo numero 7 si aboliva l’Amministrazione Civica, e si instituiva la Municipalità composta di 20 membri (…) li di cui nomi furono generalmente approvati, ma siccome il Marchese Ghilini, che credevasi avverso al governo attuale, perché stato da esso malmenato come antico Ciambellano di Napoleone, (dopo alcuni giorni rinunziò), d’essere Sindaco, come non accettava poscia di essere Membro della Consulta in Torino, se ne dissimulò quella sua rinuncia, e l’Avvocato Visconti come vice Sindaco ne fece le veci. “

Insomma tutto era pronto per una operazione in grande stile che, come si vede dai nomi riportati dal Civalieri  ha avuto caratteristiche decisamente altoborghesi, se non proprio nobiliari. Un ceto intellettuale tutto sommato poco imbevuto di “giacobinismo” e ben conscio dei limiti di Napoleone e di quel tempo appena passato; concreto, ancorato ai fatti, con spirito “italiano” anche se cosmopolita.

Ancora sulle “Memorie” di Civalieri

Pietro Civalieri – “Memorie storiche di Alessandria parte I 1759 – 1821”

(testo n. 11) – Percorso “A”

Seguiamo ancora passo passo i fatti…poi, alla fine, proveremo a desumerne le conseguenze.

“Il Governatore Varax colto all’improvviso da questo tafferuglio avea spedito il suo ajutante di Campo Conte Biscaretti a Torino per domandar ordini. Questi in vece di pigliar altra via, e misurarla a cavallo, escì dal ponte in legno da posta, ed a capo della via che parte dalla porta di soccorso della Cittadella, fu arrestato dai ribelli, che gli afferrarono il dispaccio che portava, e dopo averne presa cognizione lo lasciarono continuare, deridendolo del mal esordio della sua missione. Appena che Re Vittorio Emanuele intese il fatto, egli voleva partire immediatamente per Alessandria persuaso di ricondurre colla sua presenza e con le sue parole li Militari traviati, e forse vi sarebbe riescito, e con ciò si troncava il filo ai danni immensi quindi, e per lungo tempo cagionati da quel movimento.

Ma chi lo accerchiava glielo impedì, ed inviò, invece, un proclama che a nulla servì. Il suddetto Varax vedendosi a mal partito ed abbandonato dalla maggior parte de’ soldati, e minacciato dalla Cittadella pensò partirsene conducendo seco le truppe rimaste fedeli, cioè quasi intiero il Regimento Savoja che la sola Compagnia comandata dal Capitano Barandier avea presa la via de’ Rivoluzionari, e di alcune Compagnie del Regimento Genova, e prese la via di Torino passando per CasalBagliano, Oviglio, Nizza ed Asti.

Era accompagnato dal suo Stato Maggiore, fra li quali eravi Capitano il Conte Tommaso Guasco di Bisio, dal Colonnello Staglieno, il quale titubava nella opinione ma da furbo attendevane l’esito, e quindi dal Colonnello Regis che Urbano Rattazzi (Alessandria, circa 1770-Barcellona 1822), medico e membro dell’Accademia degli immobili. Durante il governo provvisorio firmò gli atti con la qualifica di Capo Politico del Circondario di Alessandria.  Condannato a morte nel luglio 1821, morì di febbre gialla in Spagna l’anno dopo assistendo gli ammalati di un ospedale.

Fortunato Luzzi, nativo di Mortara e di professione avvocato. Fu il segretario della Giunta provvisoria rivoluzionaria. Dopo la condanna a morte fuggì in Inghilterra e morì suicida a Newcastle.

Vittorio Emanuele I (1759-1824) re di Sardegna dal 1802 al 1821. Assunse la corona in seguito all’abdicazione del fratello Carlo Emanuele IV mentre il Piemonte veniva incorporato alla Francia napoleonica. Tornato in Piemonte nel 1814 ottenne la restituzione integrale dei suoi stati. Dopo lo scoppio dei moti del 1821 pensò dapprima di reprimere il movimento con le truppe che gli erano rimaste fedeli, poi decise di abdicare in favore di Carlo Felice, dopo aver nominato reggente Carlo Alberto (12-13 marzo).

Carlo Barandier, sottotenente della brigata Savoia. Nativo di Chambery. Dopo la condanna a morte emigrò in Spagna, ove morì per una ferita riportata in combattimento.

I “Moti” si avvicinano…

Questi fatti avevano però una origine chiara….Infatti già il 6 marzo – proprio mentre Ferdinando ripartiva da Lubiana con le arroganti “volontà” austriache – alcuni nobili torinesi chiedevano ai Sabaudi la Costituzione; e anche loro -come tenteranno di fare i napoletani- di muovere guerra all’Austria.
Ma dobbiamo tornare indietro di qualche anno, per capire le condizioni storiche che erano presenti in Piemonte, prima di questi turbolenti avvenimenti di quest’anno 1821, e che andiamo qui a narrare.
Tornato, nella primavera del 1814, in Piemonte, Vittorio Emanuele I, facendo conto, come affermava, di aver dormito per quindici anni, aveva cancellato con un solo editto tutta la legislazione francese e richiamate in vigore le vecchie istituzioni, risuscitando le primogeniture, i fidecommissi, i privilegi, i tribunali eccezionali, le inquisizioni segrete, le pene barbare – esclusa per fortuna quella capitale – il foro demaniale, militare ed ecclesiastico, le immunità religiose, l’intolleranza di qualsiasi culto che non fosse il cattolico, affidando nuovamente al clero la censura sulla stampa e la sorveglianza della pubblica istruzione e richiamando, come suo consigliere il Conte Carlo Giuseppe Cerruti di Castiglione Falletto, e il rientro in servizio di quei funzionari il cui nome figurava nell’almanacco del 1798, il Palmaverde.

A sollecitare tutto questo il sovrano sabaudo era spinto non tanto da un giustificato spirito di rivalsa e dalle istigazioni dei cortigiani reazionari, che pure influirono e non poco nel suo animo, quanto dalla convinzione che aveva che per sanare il Piemonte dai mali che lo affliggevano occorreva cancellare ogni traccia dell’opera francese e far tornare in vita i tempi in cui i sovrani regnavano assoluti, con l’appoggio della nobiltà, e il popolo plebeo ubbidiva (altri ceti non esistevano, in un ambiente economico come quello piemontese, che era uno dei più arretrati d’Europa, la borghesia non si era né creata, e tanto meno si era sviluppata nel piccolo artigianato. La vocazione del Piemonte era quella rurale, e questo comparto era nelle saldi mani della nobiltà o del clero. Il popolo contadino sempre mantenuto ignorante, anche se poteva avere delle potenzialità di ribellione, non aveva altre alternative, solo la subordinazione, anche alla più retriva amministrazione regia e agli imposti rigori dei nobili latifondisti. Era dunque una condizione accettata da un popolo che era sempre vissuto in quel modo, il suo mondo era quello e non ne conosceva altri. Lo sconvolgimento era avvenuto con Napoleone, ma non è che si erano diffuse nell’ambiente contadino le aspirazioni di libertà. E sul registro delle adunanze del Comune di Alessandria se ne ha immediatamente il riscontro.

Scatta l’operazione. 10 Marzo 1821

AS.C.AL – 1821  – p. 66 –  (testo n. 12) – Percorso “A”

“L’anno del Signore milleottocento e vent’uno ed alli dieci del Mese di Marzo nella Città di Alessandria, ed in una delle Sale del Palazzo di S.E. il sig.r Governatore di questa Città e Divisione. Convocato e congregato d’ordine del sig.r Sindaco di Prima Classe straordinariamente il Consiglio Generale di questa Civica Amministrazione, alla presenza non solo dell’Ill.mo Sig.r Intendente generale di questa Provincia e Divisione, ma con l’intervento anche di Sua Eccellenza il Governatore, non che dell’Ill.mo Sig.r Conte Senatore Reggente questo reale Consiglio di Giustizia, sono intervenuti gli Ill.mi Sig.ri al piede del presente sottoscritti, li quali sono stati  dal prelodato Ill’mo Sig.r Intendente generale dichiarati sufficienti per rappresentare l’intiero Consiglio.

Il Sig.r Sindaco di prima Classe predetto ha presentato a questo straordinario Congresso la lettera dal medesimo indiritta in questo mane, e sotto la data del giorno d’oggi dalla Cittadella di questa Città sottoscritta dal Sig.r Ansaldi Tenente Colonello, qualificandosi Commandante della Cittadella, e presidente della Giunta provinciale provvisoria, in vista della qual lettera, il predetto Sig.r Andaldi ordina a questa Civica Amministrazione a provvedere, e spedire in detta Cittadella li viveri, e generi al piede della medesima Lettera descritti, con dichiarazione, che mediante tali provviste quella guerniggione promette di non agire in alcun senso contro la Città.

Ed attesa tale presentazione d’urgenza il prelodato Sig.r Sindaco di Prima Classe ha eccittato questo Consiglio non tanto, quanto il prelodato straordinario Congresso a deliberare intorno alle ivi richieste provviste. Lettasi quindi dal Sig.r infrascritto la precitata lettera a chiara, e piena intelligenza de’ Sig.ri Congregati, li quali hanno ordinato inserirsi la medesima per originale al presente per gli opportuni riguardi.

Li medesimi Sig.ri Congregati trattandosi di salvare la Città da qualche grave pericolo, o sconcerto per parte di quella Guerniggione, hanno deliberato col consentimento anche, ed accondiscendenza  del prelodato Congresso, essere di fatto necessità ed urgenza che quei viveri,  e generi vengano prontamente provvisti  e somministrati a tenore della fattane dimanda. Quindi sulla dichiarazione e protesta quivi fatta per parte della Città non avere la medesima il menomo fondo disponibile per fare tali provviste, atteso che non avrebbe ancora alcuno dei suoi Quinternetti Esattoriali di attività, previo l’assenso, e piena adesione per parte dell’Intiero Congresso, S.E. il Sig.r Governatore, per misura d’urgenza ha qui ordinato all’Ill.mo Sig.r Intendente Generale di servirsi dei fondi esistenti in questa Regia Tesoreria Provinciale pel pronto pagamento dei generi, e viveri di cui si tratta, alla riserva delle razioni di pane ordinario, di fieno, di biada e di legna, le quali verranno somministrate all’Ufficio del Sig.r Commissario di Governo. E frattanto per la più pronta e regolare provvista, il Consiglio ha deputato, come deputa, gli Ill.mi (attenzione ai nomi che vengono indicati, evidentemente favorevoli ai moti in corso; proprio quelli che subiranno ritorsioni):  Sig.ri D. Pietro Ferrari e D. Giuseppe Agosti, Consiglieri di Prima Classe e Giuseppe Filippo Tedeschi ed Antonio Calvi, Consiglieri di Seconda Classe.  E precedente lettura e conferma di quanto sovra, si sono tutti li prelodati Sig.ri  Congregati sottoscritti:       Bolla P.o (Sindaco), Anton Francesco Pozzi (?) (Sind.co), Giuseppe Agosti, Calvi Antonio, Pietro Ferrari, Giuseppe G. Coppo, Vochieri , Gasparo Cerruti, Luigi Sappa, Gioanni Visconti, Guasco di Bisio, Giuseppe Antonio Parvopassu, P.P. Melazzi, F. Civalieri, Alessandro Gavigliani, Pensa R., Ricci (Intendente generale),

Magri /o Masini) segretario.

….

AS.C.AL – 1821  – p. 66 –  (testo n. 12) – Percorso “A”

Questo il dettaglio originale della lettera pervenuta a truppe e civili arroccati in Cittadella.

 

La Giunta provinciale provvisoria

                                   Al Signor Sindaco d’Alessandria

 “Ordina”  all’amministrazione di codesta Città di provvedere colla massima sollecitazione a favore della guernigione di questa Cittadella i viveri e generi indicati qui in calce; mediante tali provviste la guernigione promette di non agire in alcun senso contro la Città.

 

Dalla Cittadella.   Lì  10  marzo 1821”

Il Comandante della Cittadella

Presidente della Giunta

Ansaldi   Tenente Colonello

 

Nota de’ viveri e generi da somministrarsi.

.Razioni di pane sei mila

.Carne   libbre duemila e cinquecento

.Legumi per cinquemila uomini

.Vino duecento brente

.Razioni di fieno quattrocento e cinquanta

.Razioni di biada (idem)

.Razioni di pane bianco per la zuppa. cinquemila

.Le solite razioni per le galere e le somministranze in medicinali per gli amalati

.Marmitte per fa la zuppa per tremila uomini

.Sale e legna”

Non c’è bisogno di aggiungere altro. Inizio Marzo, oltre tutto nel 1821, aveva medie di poco superiori allo zero, con frequenti precipitazioni, per cui la legna (come il vino) diventano generai di primissima necessità. Confermata la centralità delle biade e dei prodotti destinati ai cavalli, veri motori dell’economia del tempo.

Passa la notte…e siamo all’ 11 Marzo…

AS.C.AL – 1821  – p. 71 –  (testo n. 13) – Percorso “A”

“L’anno del Signore milleottocento e vent’uno, ed alli undici del Mese di Marzo nella Città d’Alessandria , e nella sala del pubblico Palazzo, ove suole adunarsi il Consiglio generale della Civica Amministrazione della medesima, giudicialmente, nanti l’Ill.mo Sig.r Intendente Generale di questa Provincia e Divisione.

Convocato e congregato d’ordine del Sig.r Sindaco di prima Classe il Consiglio Generale di questa Civica Amministrazione, previo avviso fatto pervenire a ciascuno de’ Sig.ri Componenti  il medesimo, dalli servienti Giuseppe Limonta ed Angelo Pepe, come li medesimi hanno qui riferito e riferiscono, sono intervenuti gli Ill.mi Sig.ri al piede del presente sottoscritti, li quali sono stati dal prelodato Ill.mo Sig.r Intendente Generale dichiarati sufficienti per rappresentare l’intiero Consiglio.

Il Signor Sindaco di Prima Classe avendo presentato a questo Consiglio la nuova Lettera ricevuta da questa Cittadella in data del giorno d’oggi contenente nuove dimande di viveri, e generi per servizio di quel presidio.

Li Sig.ri congregati hanno deliberato per quelle provviste all’oggetto di schivar sempre qualunque incontro, od inconveniente maggiore per questa Città, colla riserva della somma chiesta in denaro, cui la Città non è in grado di adempiere in alcun modo per  essere affatto sprovvista di fondi. E frattanto per far fronte alle spese di quelle provviste li Sig.ri Congregati hanno nuovamente fatte le loro instanze presso l’Ill.mo Sig.r Intendente Generale per l’istruzione dei necessari fondi da questa Tesoreria Provinciale, richiedendo il prelodato Sig.r Intendente di voler rilasciare un mandato  di L.6.000 su questa Tesoreria Provinciale a favore di questa Città, e per essa di suoi deputati da servire di fondo per quelle provviste e non altrimenti, salvo a renderne l’opportuno conto, ed evacuo del loro impiego, e ciò nell’ordine ottenuto di S.E. il Sig.r Governatore per tale estrazione.

Mandando inserirsi al presente tanto la lettera che l’ordine precitati.

E precedente lettura, a conferma di quanto sovra si sono li prefati Sig.ri Congregati sottoscritti.

Bolla P.o (Sindaco), Anton Franco Pozzi (Sindaco), F. Civalieri, Ant.o Piola, Luigi Sappa, Giuseppe Filippo Tedeschi, Guasco di Bisio, Gaspare Cerruti, P.G. Milazzi, Antonio Calvi, Pietro Ferrari, Ricci (Intendente Generale). Magri (o Masini) Segretario.”

Ancora l’11 Marzo…

AS.C.AL – 1821  – p. 71 –  (testo n. 14) – Percorso “A”

Continua il palleggiamento di richieste e risposte evasive fra occupanti della Cittadella e Amministrazione. Da notare le terminologie usate e le motivazioni delle  domande.

 

“Dalla Cittadella. Lì 11 Marzo 1821

“Il Comandante in Capo della Città e Cittadella d’Alessandria, e Truppe Federate

Al Sig.r Sindaco della Città d’Alessandria

Rispondendo al di lei Foglio di ieri esprimo la mia adesione al di lei progetto per ciò che riguarda la somministranza del vino, e della carne, e quindi mi atterrò al medesimo .

In quanto poi ai reclami che le sono stati fatti per le requisizioni da me ordinate, mi giova di farle sapere che quella della farina si è praticata puramente per precauzione, e che dopo le somministranze fatteci per di lei ordine essendosi resa inutile la farina requisita ritiensi quivi in depositoper l’effetto della restituzione. Di Legumi non si è fatta requisizione alcuna .

La paglia ed il fieno si sono requisiti per assoluta necessità tanto più che anche dopo le seguite somministranze si è riscontrato un difetto de’ medesimi. Da ciò rileverà che si è proceduto con tutti i riguardi compatibili nelle imperiose Circostanze in cui si trovano la Guernigione ed i Federati il di cui numero va sempre crescendo. Però se Ella vorrà compiacersi di dare le opportune provvidenze perché i generi ed i viveri qui in calce notati ci/vi siano somministrati colla dovuta puntualità si potranno prevenire come io le prometto li inconvenienti, che le  sono stati per altro esaggerati, sull’ultimo articolo rigguardante l’ingresso per la porta del Ponte non posso permetterlo.

Sono con particolare stima di V.S.

 

                                           Il Commandante della Cittadella

Vedi qui retro la nota de’ Generi

Nota de’ Generi necessari per questo Presidio

Candele ………………………………Rubbi    n. 6

Legna Dolce…………………………..Legno  n.  20.000

(stante l’inesecuzione della richiesta fatta il giorno di ieri)

Acquavitta……………………………..Brente   n. 30

Pane……………………………………Ragioni  n. 6000

Sale…………………………………….Rubbi    n.  20

Fieno……………………………………Ragioni  n.  2000

Biada……………………………………Ragioni  n.  2000

Paglia…………………………………..Carra      n.  10

Riso…………………………………….Sacchi     n.  12

Coperte da Letto………………………             n. 300

 

P.S. –  Aggiungo a quanto sovra la Domanda di Lire  Dodici Milla, che mi sono indispensabili per saldare Li Crediti della Guernigione, e la invito ad adoprarsi in modo che cessino li ostacoli per i frapposti al passaggio delle persone incarricate di qui portare i medicinali per li ammalati.

 

Il Commandante della Citadella

Ansaldi    Tenente Colonello”

A cui fa seguito:

“Inseguendo la richiesta sportami da questa Civica Amministrazione per poter far fronte alle nuove provviste di viveri, e generi dimandati da questa Cittadella, ed  all’oggetto di andare al riparo di maggiori inconvenienti per questa città, ordino al Sig.r Intendente Generale della Provincia di estornare da questa Regia Tesoreria provinciale li fondi necessarii  per simili provviste .

Alessandria, addì  11 marzo  1821”

 

Il Governatore Generale in Capo della Divisione

De Varax “

Si ammassano le truppe ma ci si espone a qualche rischio

AS.C.AL – 1821  – p. 74 –  (testo n. 15) – Percorso “A”

Addirittura si decide di fare direttamente visita ai “federati” per verificare l’evolversi della situazione.

L’anno del Signore mille ottocento e vent’uno ed alli dodici del Mese di Marzo nella Città d’Alessandria, e nella sala del pubblico Palazzo, ove suole adunarsi il Consiglio Generale della Civica Amministrazione della medesima.

Convocato e congregato d’ordine del Sig.r Sindaco di Prima Classe il Consiglio Generale di questa Civica Amministrazione per via d’urgenza, sono intervenutigli Ill.mi Sig.ri al piede del presente sottoscritti.

Sulla proposizione del prelodato Sig.r Sindaco di Prima Classe, considerando li Sig.ri Congregati, che nell’atto, che questa Città va a rimanere a momenti sprovvista d’ogni forza di presidio militare, o d’altra forza armata, potrebbero nascere degli inconvenienti da compromettere la pubblica tranquillità, e sicurezza, e più particolarmente al riguardo della custodia delle Carceri, e delle pubbliche, e delle pubbliche Casse.

Hanno d’unanime consenso deliberato, come deliberano d’inviare una Deputazione di questo Consiglio nelle persone degli Ill.mi Sig.ri Marchese Don F. Guasco di Bisio e Conte Don Ferdinando Civalieri Consiglieri di Prima Classe, e Giuseppe Filippo Tedeschi, ed Antonio Calvi Consiglieri di Seconda Classe per recarsi tosto in questa Cittadella, e presso l’Ill.mo Sig.r Cavaliere Ansaldi Commandante di questa Città e Cittadella, e delle truppe federate ivi radunate. Presidente della Giunta provinciale Provvisoria all’oggetto di rappresentargli lo Stato in cui va a rimanere questa Città, ed eccittando le sue determinazioni in proposito. E precedente lettura, e conferma di quanto sovra si tiene, li prefati Sig.ri Congregati sottoscritti.  Bolla Sindaco.   Antonio Franco Pozzi Sindaco.   Guasco di Bisio.   Giuseppe Filippo Tedeschi.  Luigi Sappa.   Gioanni Visconti.  P. G. Milazzi. Giuseppe Antonio Parvopassu. F. Civalieri. Gnone Giuseppe (?), Pietro Ferrari, Gasparo Cerruti, Alessandro Gavigliani.   Masini   Seg.rio

….

AS.C.AL – 1821  – p. 77 –  (testo n. 16) – Percorso “A”

E qui siamo alla ricerca della legittimazione piena della “Giunta provvisoria”. Le parole sono suadenti, tecnicamente ineccepibili ma il quadro di insieme, ormai non è più favorevole ai fautori dei moti.

“In nome della Giunta Provinciale provvisoria di Governo

Questo giorno tredici del mese di Marzo dell’anno MilleottocentoVentuno nella Città di Alessandria, e nella Sala del Pubblico Palazzo Municipale della medesima

Convocata d’ordine della giunta Provvisoria Provinciale di Governo la Municipalità di questa Città nominata con decreto della stessa Giunta in data dell’undici di Marzo; sono intervenuti gli Ill.mi Sig.r Marchese Ambroggio n.a (?) Ghilini Sindaco, Visconti Avvocato Gioanni ViceSindaco, Pozzi Antonio Francesco, Calvi Antonio, Bianchi Avvocato Giovanni Franco, Marchese Francesco Guasco di Bisio, Ghione Avv.to Giuseppe, Viola Antonio, Parvopassu Giuseppe Antonio, Borelli Giovanni Battista, Barozzi Tomaso, Vochieri Avv.to Giuseppe, Nizzo Giuseppe, Basiglio Gaspare, Ceccati Avvocato, Franzini Gioanni, Sensi/Benzi (?) Domenico, mancando per trovarci essendo da questa Città già da qualche giorno gli Ill.mi Sig.ri Avvocato Zani Giovanni Bartolomeo, Civalieri cavaliere Pietro, e Castiglione Conte Luigi, tutti Consiglieri Municipali.

Nella quale Congrega essendo pure intervenuta la Giunta Provinciale provvisoria predetta, nelle Persone  degli Ill.mi Sig.ri Cavaliere Ansaldi Presidente della medesima. Dossena Avvocato Giovanni, Cavaliere Palma di Borgo Francesco, Membri della stessa Giunta, nonché il Sig.r Avvocato Luzzi Segretario generale della medesima.

Il Prelodato Sig.r Presidente ha dichiarato,  in nome della Giunta Provvisoria Provinciale di Governo, la municipalità d’Alessandria legittimamente installata nelle Persone dei sovra nominati Sig.r Sindaco, ViceSindaco, e Consiglieri municipali, li quali potevano d’ora in avanti legalmente esercitarne le funzioni a termine del titolo sesto, capitolo primo della Costituzione di Spagna (*),  ordinando all’infrascritto Stato contemporaneamente dalla Giunta Provvisoria provinciale, nonché dalla Municipalità stessa      proclamo Confermato nella qualità di Segretario Capo della stessa Municipalità di estenderne il presente Processo verbale, il quale è stato da tutti li sovra nominati Sig.ri intervenienti a questa Congrega.

Sottoscritto.

Successivamente la municipalità come sovra Congregata, avendo rappresentato alla Giunta Provvinciale Provvisoria qui presente l’urgenza di provvedere all’assistenza di questo Ufficio di Provvisione, incaricato dell’invigilanza dei viveri e commestibili, nonché della Polizia citeriore della Città, rimasto sprovvisto pel Cangiamento di questa Amministrazione ed avutane la favorevole richiesta  dalla prelodata Giunta Provvinciale provvisoria.

La municipalità ha nominato, come nomina per coprire il predetto Ufficio, ed esercitare le funzioni de’ cessati:

Provveditori del medesimo, gli Ill.mi Sig.ri Consiglieri municipali Avvocato Ceccati, Avvocato Vochieri, Conte Castiglione e Giuseppe Antoni Parvopassu, li quali potranno alternare settimanalmente le loro funzioni con tutte le facoltà, e prerogative alle medesime annesse, e relative.

  1. Ghilini Sindaco. Avv.to Visconti ViceSindaco, Antonio Franco Pozzi, Guasco di Bisio, T. Barozzi G.Gf (?), Calvi Antonio, Gnone (Ghione) Giuseppe, Avv.to Bianchi, Gasparo Basilio, Nizzo Giuseppe, Avv.to Franco Casati, Franzini Gio. (vanni), Ant.o Piola, Domenico Benzi (Sensi/Versi) ?, Giuseppe Antonio Parvopassu, Avv.o Giuseppe Verticelli (?). Il presidente della Giunta G.B. Boretti. F.to  Ansaldi.    Magris (Masini) Seg.rio”

…E il 14 Marzo cominciano ad esserci problemi con le truppe intervenute a bloccare l’insurrezione

AS.C.AL – 1821  – p. 78-  (testo n. 17) – Percorso “A”

Iniziano i provvedimenti d’urgenza per arginare la presenza, pesante, di militari di più reggimenti e nazioni. Una operazione non semplice.

“In nome della Giunta provinciale di Governo . Questo giorno quattordici del Mese di Marzo dell’anno milleottocento vent’uno nella Città d’Alessandria (…)

Convocata d’ordine del Sig.r Sindaco la Municipalità  di questa Città, sono intervenuti gli Ill.mi Sig.ri Consiglieri Municipali al piede del presente sottoscritti, li quali rappresentano più dei due terzi dell’intiero corpo.

Dalla proposizione del Sig.r Sindaco, la Municipalità

Considerando che nell’attuale circostanza di frequenti e numerosi alloggi militari sarebbe cosa conveniente di far diriggere, ed invigilare l’ufficio degli alloggi di questa Città da una Commissione di questa Municipalità per una più giusta, e regolare distribuzione dei medesimi

Delibera

E’ nominata una Commissione Municipale per invigilare, e diriggere la distribuzione degli alloggi militari presso l’Ufficio di questa Città.

Sono nominati membri di questa Commissione li Sig.ri Antonio Calvi , e Giovanni Franzini Consiglieri Municipali.

Vista successivamente la lettera indiritta al Sig.r Sindaco di questa Municipalità dal Sig.r Commandante della Città, e della Guardia Nazionale in data del giorno d’oggi, con cui all’oggetto di accellerare l’organizzazione di questa Guardia Nazionale lo eccita a pubblicare fin d’oggi una Notifica portante invito ai Cittadini di presentarsi per la loro inscrizione      nelle Liste di detta Guardia, e come meglio da detta Lettera che s’unirà al presente.

La Municipalità delibera che venga in nome di questa Municipalità pubblicata la notificanza , di cui si tratta, da sottoscrivere dal Sig.r Sindaco e dal Segretario.      Ghilini Ambrogio. Avv.to Visconti Vice Sindaco. Antonio Francesco Pozzi. Guasco di Bisio. Giuseppe Antonio Parvopassu. Calvi Antonio. G.B. Boretti. T. Barozzi G.GF. Antonio Piola. Basilio Gaspare, Nizza Giuseppe, Avv.o Francesco Casati, Avv.o Bianchi, Avv.o Giuseppe Vochieri ,Ghione Giuseppe, Franzini Giovanni, Slesi / Eleno Domenico.  Magris Seg.rio”

L’epilogo

AS.C.AL – 1821  – p. 82 –  (testo n. 18) – Percorso “A”

Si riprende a trattare di questioni economiche, ma sempre in relazione al quadro d’insieme, strettamente legato al comparto militare. Interessanti le modalità di affidamento in “procedura d’urgenza” per una fornitura destinata alle “truppe federali di questa Città e Citadella”.

 “In nome della Giunta Provinciale Provvisoria di Governo.

Questo giorno sedici del Mese di Marzo dell’anno mille ottocento vent’uno nella città di Alessandria, nella Sala del pubblico Palazzo Municipale della medesima.

Convocata d’ordine del Sig.r Sindaco la Municipalità di questa Città, sono intervenuti gli Ill.mi Sig.ri Consiglieri Municipali  al piede del presente sottoscritti, li quali rappresentano più dei due terzi dell’intiero corpo,

Il Sig.r Sindaco avendo rappresentato a questa municipalità essersi questa mane recato in questo Palazzo Municipale il Sig.r presidente della Giunta Provinciale Provvisoria in persona per ordinare che la sottomissione presentata dal Sig.r Giovanni Romagnoli per l’appalto della somministranza dei viveri di guerra alle Truppe e federati di questa Città e Cittadella venga accettata senz’altra formalità d’incanti e se ne passi a dirittura col medesimo l’opportuno contratto provvisorio nell’interesse del Governo, ed alle condizioni portate dalla Lettera della stessa Giunta delli 14 corrente, sotto quelle dedizioni, che si potranno amichevolmente ottenere.

La Municipalità, aderendo come di dovere, alle nuove intimazioni ed agli ordini della Giunta manifestati personalmente dal Sig.r Presidente della medesima, prescindendo perciò dalle disposizioni a questo proposito date nella deliberazione di ieri, ha deliberato doversi accettare per trattativa amichevole la sottomissione di cui si tratta.

E sentito lo stesso Sig.r Giovanni Romagnoli, qui personalmente fatto chiamare, e comparso per le diminuzioni che si sarebbero potute concedere sui prezzi offerti nella detta sottomissione, dopo varie discussioni intorno alla fissazione dei detti prezzi, essendosi convenuto che il medesimo avrebbe accordato il ribasso del due per cento sui prezzi, però dei generi offerti al Calmero (?) (**), e non sugli altri. (…)”

“La Municipalità, riscontrando discreti e convenienti nella circostanza presente d’urgenza, li prezzi così stabiliti, ha deliberato doversene a dirittura stipulare l’opportuno contratto nell’interesse sempre del Governo, ed alle condizioni espresse nella deliberazione di ieri, confermando per la stipulazione del detto contratto la stessa Deputazione già ieri nominata.

Considerando in seguito la Municipalità, che per la maggiore regolarità della spedizione dei buoni per la somministranza dei detti viveri sarebbe conveniente di affidarne la direzione ad una speciale Commissione di questa Municipalità, la medesima ha nominato, come nomina per comporre questa Commissione li Sig.ri Consiglieri Municipali Avv.o Giovanni Bartolomeo Zani del Frà, Giuseppe Nizza e Gaspare Basilio per alternamente invigilare e segnare la spedizione dei detti buoni, e tenerne registro.     Avv.o  Visconti   ViceSindaco.    Pozzi Antonio Franco.  Antonio Viale/Piola (?). G.Bartolomeo Zani del Frà . Giuseppe Antonio Parvopassu.  Avv.o Giovanni / Giuseppe (?) Vochieri. Basilio Gaspare. G. Franc. Bianchi. Guasco di Bisio. Nizza Giuseppe.   Franes….(?) Gio.  T. Barozzi G.G.f.       Magris  (o Masini) Segr.o  “

AS.C.AL – 1821  – p. 88 –  (testo n. 19) – Percorso “A”

“L’anno del Signore mille ottocento vent’uno, ed alli venti del mese di Marzo nella Città d’Alessandria, La Municipalità legalmente convocata e congregata ha delibarato, e delibera quanto infra…

Eccitatasi dal Sig.r Sindaco in questa Municipalità essere conveniente di fare una Deputazione presso questa Giunta Provinciale Provvisoria di Governo ad effetto di essere informata delle determinazioni e disposizioni che possano essersi date dall’Autorità Superiore a Torino per regola di questa Municipalità, e per la quiete di questo Pubblico, nella circostanza massima, che solamente questa mane sarebbesi ricevuto da S.E. il Primo Segretario di Guerra e Marina, la circolare delli 19 corrente Marzo relativa alla chiamata di tutti li contingenti della Brigata di Linea, e di Artiglieria.

La Municipalità ha unanimamente deputato li Sig.ri  Marchese Guasco di Bisio, Boretti GianBattista, e avv.o Zani  del Fra, li quali si sono instantaneamente trasferiti dalla prelodata Gionta dalla quale ritornarono pieni di assicuranza della più perfetta armonia che regna tra questa Gionta e quella superiore di Torino, così che la Municipalità può restare tranquilla ed esercitare le sue funzioni, con l’essere stato raggionto che fra breve si sarebbero avuti ulteriori schiarimenti.

E precedente lettura e conferma, si sono li Sig.ri Municipali sottoscritti “per la prima volta, massime per essersi ignorato fin ora, ogni e qualunque proclama e provvidenza” della Gionta di Torino né da alcun altro Dicastero”

Avv.o Visconti ViceSindaco. Calvi Antonio. Pozzi Antonio francesco. Versi Domenico. Antonio Piola. Bianchi (?) Giuseppe. Avv.o  Giuseppe Vochieri. Giuseppe Antonio Parvopassu. Bianche Gio. Francesco. G.Battista Gavi del Fra. Giuseppe Boretti. Nizza Giuseppe. Guasco di Bisio. T. Barozzi G.B.  P. Castiglione, Avv.o Francesco Casati. Conta Segr.”

Successivamente, e nella stessa congrega essendosi presentato in questa Municipalità l’Ill.mo Sig.r Conte Santorre di SantaRosa commandante di questa Città, e Provincia, non che della Guardia Nazionale della medesima, il quale avrebbe rappresentato a questa Municipalità essere di tutta urgenza, e convenienza di devenire alla formazione, ed organizzazione della guardia nazionale di questa Città, sulla proposizione del medesimo Sig.r Commandante, la Municipalità ha deputato, come deputa, gli Ill.mio Sig.ri Marchese Francesco Guasco di Bisio, avv.o Gio.Francesco Bianchi, e Gio.Batta.Boretti per formare il piano, e provvedere a tutte le operazioni preparatorie per l’organizzazione della Guardia Nazionale di questa Città, di concerto col predetto Sig.r Commandante, salva l’approvazione di questa Municipalità,

Ed essendosi quindi dal Sig.r Consigliere Municipale Pozzi rappresentato a questa Municipalità, ritenersi dal medesimo in qualità di deputato della preesistente amministrazione, un fondo estratto da questa Tesoreria Provinciale, per far fronte alle spese straordinarie, ed urgenti delle attuali circostanze, e particolarmente per le diverse somministranze alle truppe.

La Municipalità ha, d’unanime consenso, confermato nell’anzidetta Deputazione il prelodato Sig.r Consigliere Pozzi, autorizzandolo a ritenere sempre presso di se (sic) l’enonciato fondo, come troppo bene e lodevolmente affidato ed amministrato.

E finalmente essendosi presentito nel pubblico. E specialmente presso gli Uffici di questa Giunta Provinciale qualche grave mormorio, e rimprovero sul troppo riservato contegno di questa Municipalità nelle attuali straordinarie circostanze in ordine massime alle pubbliche dimostrazioni,

Considerando la Municipalità essere del massimo interesse pubblico il cercare di conservare con ogni mezzo possibile la buona e pacifica armonia colle Autorità Superiori, ad oggetto che la pubblica calma e tranquillità, che fortunatamente hanno fin qui regnato in mezzo a sì straordinarii avvenimenti, non vengano sotto nessun pretesto alterate o turbate.

Considerando che li tre Militari più graduati, Membri di questa Giunta Provinciale Provvisoria di Governo, Commandanti rispettivamente, ed arbitri di questa Forza Armata, hanno in ispecialmodo, e con tutta moderazione cooperato al mantenimento del buon ordine, e della pubblica tranquillità.

La Municipalità ha unanimemente decretato doversi a spese della Città, provvedere tre cavalli decorosamente guerniti, da presentarsi rispettivamente ai tre Sig.ri Militari più graduati predetti,

Presidente e Membri della Giunta Provinciale Provvisoria di Governo in attestato, e dimostrazione della pubblica riconoscenza per avere saputo, in una sì pericolosa crisi, conservare senza la menoma alterazione il buon ordine, e la pubblica tranquillità di questa popolazione, deputando per la provvista di detti cavalli, e guerniture relative, li Sig.ri Consiglieri   Municipali Antonio Piola e Tommaso Barozzi,

E precedente lettura, e conferma di quanto sovra si sono li prelodati Sig.ri Consiglieri Municipali sottoscritti.

Ghilini Sindaco. Avv.to Visconti. Guasco di Bisio. Giuseppe Antonio Parvopassu. Avv.o Bianchi. Antonio Francesco Pozzi. Gio. Franzini. Gnone Giuseppe. T. Barozzi G.G.F . Basilio Gaspare. Avv.o Francesco Casati. Domemico Versi. Avv.o Giuseppe Vochieri. Calvi Antonio. G.B. Boretti. Antonio Piola. Magris (Masini) segretario. “

Irrompe nella scena alessandrina, “l’Ill.mo Sig.r Conte Santorre di SantaRosa commandante di questa Città, e Provincia, non che della Guardia Nazionale della medesima”  che, con autorevolezza – più che con autorità – segnala la necessità di una guardia municipale bene organizzata. Entro poche ore sarà costretto a lasciare la Città a cui, comunque, ha dato molto. Specie dal punto di vista delle idealità e dell’esempio.

….

AS.C.AL – 1821  – p. 92 –  (testo n. 20) – Percorso “A”

Siamo alla svolta decisiva, con il ritorno dei legittimisti sostenuti dall’esercito austriaco. Come è noto Alessandria, al contrario di Genova e Torino, ha dovuto subire una lunga occupazione (fino a metà 2023) proprio per la riottosità al ritorno alla condizione precedente, più vlte messa in evidenza. E a poco serviranno le visite ufficiali e caramellose a questo o quel principe sabaudo. La Chiesa ci mette del suo e propone, come si vede in questo testo, un “Te Deum” di ringraziamento.

“3 aprile 1821.  Il Sig.r Sindaco presenta a questa Municipalità la Lettera ricevuta in data di ieri dal Sig.r Capo Politico di questa Provincia, con cui gli annoncia la nomina provvisoria dal medesimo fatta del Sig.r Sindaco di questa Municipalità nella persona del Sig.r Avv.o Giovanni Bartolomeo Zani del Fra’, e lo invita a farlo riconoscere nella predetta qualità da questo Consiglio Municipale per assumerne tutte le funzioni. In vista della quale presentazione li Sig.ri Consiglieri Municipali accogliendo colla massima soddisfazione una tale nomina e quella di tutto buon grado riconoscendo, il Sig.r Avv.o Giovanni Bartolomeo Zani del Frà nuovo Sindaco nominato qui presente, ha tosto intrapreso l’esercizio di tale sua carica, prendendone l’opportuno posto in questa Municipalità, che glie ne ha datto il presente pubblico atto.

Successivamente il Sig.r Sindaco, avendo presentato a questa Municipalità la Lettera in questo punto ricevuta dall’Ill.mo e Reverendissimo Monsignor Vescovo di questa Città e Diocesi, con cui gli annunzia che per dimani alle ore 4 si canterà di concerto con questo Sig.r Governatore un solenne Te Deum in questa Cattedrale.

La Municipalità accogliendo egualmente con tutta sddisfazione questa communicazione, ha deliberato che la medesima interverrà in corpo a tale Sacra funzione.

E frattanto la medesima ha ordinato che si diano tutte le disposizioni necessarie per la maggior celebrità e pompa possibile della stessa funzione, mediante il solito apparato della Chiesa e con l’intervento della Capella in Musica. “(seguono le formalità conclusive di rito e le firme solite con la prima volta dell’ufficializzazione di Gio.Bartolomeo Zani del Frà a Sindaco della Città)

….

AS.C.AL – 1821  – p. 106 –  (testo n. 21) – Percorso “A”

12 aprile 1821

E’ in atto il pieno recupero della situazione nello spirito dello “statu quo ante”. I cittadini osservano attoniti gli sviluppi cercando di favorire le fughe dei più coinvolti. Gli amministratori cercano di giustificarsi o, in qualche caso, di far notare la mai mancata fedeltà al Re e ai principi della “sacra restaurazione”.

 “(…) L’Ill.mo Sig.r Intendente Generale essendosi presentato a questo Consiglio come sovra congregato, ha in primo luogo dichiarato, che questa Civica Amministrazione, la quale aveva momentaneamente sospeso le sue funzioni a motivo dei testè citati disastrosi avvenimenti, era da questo momento ripristinata nelle sue attribuzioni in seguito agli ordini ricevuti dalla Regia Segretaria di Stato per gli affari interni con Lettera delli 11 aprile scorso e dopo avere commendato  lo zelo e l’attaccamento dimostrato per il buon ordine, e per la tranquillità dei Provvisorii Amministratori, mercè   le cure dei quali e la saviezza della popolazione non è stata punto turbata l’interna tranquillità , ha quindi eccittata questa Civica Amministrazione a   deliberare prontamente intorno ai diversi servizi dell’Armata Austriaca dal giorno di ieri entrata in questa Città, e che va successivamente aumentandosi,   e particolarmente per la distribuzione degli alloggi, e trasporti, e forniture diverse, non che per la somministranza dei viveri.

Li Sig.ri congregati rassegnandosi a quanto loro è stato dichiarato dal prelodato Ill.mo Sig.r Intendente Generale, e quindi offrendosi ad assumere immediatamente le loro primitive funzioni, e relativi servizi, hanno frattanto nominato, come nominano, le seguenti deputazioni, cioè Deputazione per Somministranza dei Viveri. (seguono i nominativi di Pietro Ferrari, Gio. Bartolomeo Zani del Fra’, Giuseppe Filippo Tedeschi. E  per la maggior speditezza di questa incombenza, avuto riguardo alla particolare pratica del Sig.r Gio. Battista Boretti Consigliere scaduto, il quale avrebbe con molta soddisfazione e vantaggio di questo Pubblico disimpegnati altre volte simili servizi, lo hanno unanimamente nominato, come lo nominano in qualità di aggiunto alla detta Deputazione.  Deputazione per gli alloggi, trasporti e forniture diverse.  F.to  Conte D. Ferdinando Civalieri, Marchese D. Francesco Guasco di Bisio, D. Alessandro Gavigliani, Gaspare Cerruti, Antonio Calvi, G. Visconti. “

AS.C.AL – 1821  – p. 104 ‘ –  (testo n. 22) – Percorso “A”

Il Conte Bubna, massima autorità militare austriaca presnte in città, come da copione, comincia a ricevere omaggi e assicurazioni…

“Ed essendo giunto in questa Città S.E. il Sig.r Tenente Maresciallo Conte Bubna, Generale in Capo dell’Armata Imperiale e Reale, li Sig.ri Congregati hanno deputato come deputano, gli Ill.mi Sig.ri Cavaliere D. Filippo Bolla Sindaco di Prima Classe, Cavaliere D. Luigi Sappa de’ Milanesi, Conte D. Gaspare Melazzi ed Antonio Calvi per recarsi a complimentare la prefata Eccellenza Sua per parte di questa Città ed a tributarle li ben dovuti omaggi.   (firmato in calce da Bolla F. Sindaco, G. Agosti, A. Calvi, Guasco di Bisio, G. Tedeschi, G. Melazzi, G. Cerruti, G. Castiglione, G.B. Boretti, F. Civalieri, Bianchi, P.Ferrari, A. Gavigliani, L. Sappa, G. B. Zani del Fra’, A. Piola. )”

AS.C.AL – 1821  – p. 110  –  (testo n. 23) – Percorso “A”

Non solo peregrinazioni in città, sempre per assicurare che “tutto andava bene” e che si era trattato solo di un “colpo di testa” di qualcuno, estrema minoranza…Ora si organizza (si deve organizzare) una delegazione ufficiale per Torino…

13 aprile 1821.

“(…) inanti  l’Ill.mo Sig.r Intendente Generale di questa Provincia e Divisione ed in esse Conservatore Generale delle Regie Gabelle (…), “Il Sig.r Sindaco di Prima classe avendo rappresentato a questo Consiglio che nell’attuale circostanza del felice ristabilimento del libero e legitimo Governo di S.M. l’amatissimo nostro Sovrano, ed al primo momento che ci è stato dato di conoscere le intenzioni ed i sentimenti di S.A.R. Carlo Felice di Savoja Duca del Genevese, manifestatosi nelle sue dichiarazioni datate da marzo li 16 e 23, ora scorso Marzo, le quali appena ieri sono state in questa Città cognite e pubblicate, sarebbe cosa altamente convenevole e doverosa che questa Città si recasse tostamente per via di deputazioni ai piedi della prelodata A.R. il Duca del Genevese non tanto quanto di S.M. il Re Vittorio Emanuele, nonché presso S.E. il Sig.r Barone Della Torre nominato Generalissimo di questi Regi Stati del Piemonte, per tributar loro gli omaggi della più perfetta e sincera lealtà, obbedienza e piena sommissione dei quali questa Città non ha cessato un momento di essere profondamente penetrata verso la M.S. e di tutta l’Augusta Reale Famiglia, e per implorare nello stesso tempo la continuazione della loro Sovrana e Reale protezione, bontà e clemenza verso gli amati e fedeli suoi abitanti.

Che se la Città, attesa la sua posizione militare e per la circostanza della sua Cittadella, ha avuto la disgrazia di veder scoppiare una stolta e rea sommossa in mezzo alla sua Guarniggione, la massa de’  suoi abitanti lungi dal prender parte a quei tristi avvenimenti, non è stata che spettatrice dolente e tranquilla, e rimanendo costantemente devota e ligia all’amatissima Sovrana Reale Famiglia, esulta ora e gode del ripristinato suo benefico Governo. F.to  Agosti, Guasco di Bisio, Calvi,Melazzi, Tedeschi, Cerruti, Boretti, Castiglione, F. Civalieri, Bianchi, Zani del Frà, Ferrari, Piola, Gavigliani, Luigi Sappa. Controfirmato Ricci Intendente Generale.  Masino segretario. “

….

AS.C.AL – 1821  – p. 116  –  (testo n. 24) – Percorso “A”

19 aprile 2021.

Alessandria ha visto una completa occupazione di strade, locali di ogni tipo…e anche Chiese…

“ (…) Sulla proposizione del Sig.r Sindaco di Prima Classe

Vista la Lettera di Monsignor Vescovo con cui suggerisce che le Chiese soppresse di S. Dalmazzo e S. Andrea potrebbero servire in caso d’urgenza per alloggi militari  a risparmio delle Chiese attualmente officiate”.

Si pone però immediatamente il problema dell’adeguatezza delle strutture offerte più o meno volontariamente alle milizie venute in massa nella città di Alessandria. Infatti, vengono incaricati allo scopo i Consiglieri Gavigliani e Cerruti per “riconoscere tutti i locali ove si potrebbe nel miglior modo possibile stabilire l’annottamento del Battaglione della Brigata d’Aosta e la Caserma dei Carabinieri Reali, in seguito alla richiesta fattane dal Sig.r Colonello Commandante dei medesimi, hanno intanto deliberato doversi rimettere di dimani al Sig.r Parroco la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Castello, che ha servito provvisoriamente all’alloggio della Brigata delle Guardie, facendone ritornare e rimettere in Magazzeno la paglia, che ne sarà avvanzata, depuntandone il Sig.r Sindaco per l’esecuzione

Quindi anche la meravigliosa e antica Santa Maria di Castello fu adibita, seppur temporaneamente, a bivacco temporaneo per soldati. E solo le lamentele del Parroco sono state in grado di muovere qualcosa e provvedere all’indicazione di luoghi alternativi. Che qualcosa continuasse a non andare per il verso giusto, lo si vede immediatamente dopo, sempre nella pagina 115 verso. Si tratta del Sig.r Giuiseppe Savio che, in qualità di “impaltatore generale” dei viveri e foraggi, fa una istanza

per queste truppe austriache, con cui chiede un’(sic) aumento sul calmiere delle carni proporzionato al prezzo attuale delle bovine (?) e ciò per potere dar esenzione al di lui contratto nella parte che riflette la distribuzione delle carni alle truppe.”.

Nel più breve tempo possibile, almeno così pare, si costituisce una commissione per verificare la veridicità della richiesta per “assumere le necessarie cognizioni intorno al detto prezzo delle bovine” con informativa successiva.

E ancora…della serie si continua come sempre, con piccoli traffici, intrallazzi e vite grame… veramente da manuale la truffa tentata ma sventata in tempo. “Vista in seguito la rappresentanza sporta dalli Gioanni Bovone e Bernardo Allasia all’Ill.mo Sig.r Intendente Generale per ottenere l’Impresa de’ trasporti militari, sotto deduzione di mezzo sesto dell’attuale appalto. Li Sig.ri congregati dichiarano in primo luogo che li Rappresentanti hanno falsamente esposto di non essere stati avvertiti dell’impresa, che si andava a stabilire per simili trasporti, mentre oltre che ne sono stati  pubblicati li relativi filetti, sono stati li medesimi personalmente avvisati che il loro provvisorio servizio, che stavano eseguendo, andava a cessare con la detta Impresa, quindi non tenendosi luogo a diminuzione di mezzo sesto sul deliberato appalto, come se n’è il pubblico diffidato coi filetti de incanto , attesa l’urgenza, si riservano li SIg.ri congregati di aprire nuovi incanti”

E alla pagina 116 verso si ha la conferma di quanto sia forte la presenza militare, soprattutto austriaca, in vari punti della città. Infatti “Vista quindi la richiesta di S.E. il Sig.r Governatore provvisorio Conte di Lilienberg per la provvista di diversi effetti mobili e medicinali pel servizio di quest’ospedale volante austriaco.” A cui si dà immediata risposta con il coinvolgimento di “speziali e droghieri”.

I Consiglieri Baretti e Ferrari, abituati a trattare con il mondo del commercio alessandrino e alle autorità austriache, rispondono con sollecitudine, mettendosi a disposizione.    Sempre in merito a questa fornitura d’urgenza vengono indicati il cavalier Agosti e il consigliere Boretti per far ricevere e far allestire “tagliaricci e tanti cavaletti da letto quanti se ne potranno trovare e quante braccia si potranno impiegare in questa città per fargli tosto passare il servizio”.

Difficoltà di alloggio e attriti con le truppe occupanti

AS.C.AL – 1821  – p. 119-  (testo n. 25) – Percorso “A”

21 aprile 1821  Ormai, comunque, si è pronti per organizzare la visita di omaggio, sempre più una visita di scuse, a Torino .

Informativa dopo visita torinese. “…di ritorno dalla loro Commissione, avendo riferito a questo Consiglio di essere stati benignamente e favorevolmente accolti dalla prefata A.S.R. la quale, sebbene siasi dimostrata affetta e punta dai cessati disastrosi avvenimenti, cui è stato in pericolo in questi ultimi giorni il Piemonte,  ed in particolare la Città di Alessandria, non ha per altro cessato di esternare sentimenti di bontà, di amorevolezza, e di gradimento per quest’atto della pubblica sommessione di questa Città” (p. 119 v.).  Seguono poi i convenenvoli di turno a conferma di una operazione dovuta, “ben riuscita e da tesaurizzare”.

Bella la chiosa finale, tutta improntata ad attenzione alle spese da recuperare. “E frattanto, vista dai Sig.ri Congregati la lista delle  spese dai medesimi Sig.ri Deputati fatte per questo viaggio, rilevante alla somma di 441 lire e 65 cent. Li Sig.ri congregati hanno ordinato doversi la sudetta somma prontamente rimborsare ai predetti Sig.ri Deputati in qualunque fondo disponibile di questa Città, salva approvazione dell’Ill.mo Sig.r Intendente Generale.”

Sempre alla pagina 120 si trova poi un interessante riferimento ai “collegamenti” fra caserme e acquartieramenti austriaci e il “volgo locale” impegnato nell’introdurre derrate, persone di vario sesso, oggetti ecc. nei luoghi destinati ai soldati imperiali. In particolare

Vista successivamente la lettera di S.E. il Sig.r Governatore Provvisorio austriaco di questa Città, con cui chiede che siano eletti Deputati di questa Civica Amministrazione per assistere ad un Congresso (sic) da tenenrsi nanti di Lui nel giorno 23 corrente ed alle ore 10 di mattina, per destinare dei Custodi alle Caserme ed altri locali occupati dalle truppe austriache, i quali siano incaricati della Polizia, del buon ordine e di far eseguire le piccole riparazioni come anche d’invigilare sui Vivandieri che vi si introducono”.

A questa particolare, e curiosa, necessità vengono delegati lo stesso Sindaco Filippo Bolla, affiancato dai consiglieri Sappa, Visconti, Cerruti, tre fedelissimi nell’applicazione di leggi e disposizioni, anche poco gradite. Da verificare quali problemi si fossero generati a causa della presenza e “introduzione nelle caserme” di non meglio precisati vivandieri (o “vivandiere”?), segno di una vitalità e di una resilienza al “nuovo” che , da sempre, caratterizza la popolazione alessandrina.

Anche qui una riprova di come la presenza austriaca pesasse sulle sensibilità e sulle finanze della Città di Alessandria, allora piazzaforte di frontiera.

Tanto è vero che “successivamente sul rapporto de’ Sig.ri Deputati di Ufficio delle Somministranze diverse, essendo riconosciuto che nell’atto,  che dai medesimi si presenta, riferito alle L 6/m  (6.000) dal Sig.r Intendente Generale somministrante per far fronte alle diverse straordinarie spese di militare austriaco servizio, sarebbe indispensabile di chiedere un altro fondo per far fronte alla continuazione delle dette spese.

Li Sig.ri Congregati hanno deliberato, come deliberano, doversi chiedere un altro fondo di ottomila lire (nell’originale rimarcato in lettere e non con le solite cifre) almeno, al quale oggetto hanno richiesto i.l Sig.r Sindaco di Prima Classe di farne la relativa dimanda. “

Caspita,…non basta più il precedente accontonamento di lire seimila ma si incrementa lo stanziamento fino a complessive 14.000 lire che per il tempo in oggetto non erano quisquilie. Si sappia che riportati ai valori attuali già seimila Lire di allora erano paragonabili a più di 90.000 euro attuali e che, pertanto, gli esborsi a vantaggio degli armati austriaci, complessivamente ammontarono a circa 150.000 euro. Non proprio quisquilie, appunto. Il verso di pagina 120, con le sue cancellature finali, parallele e ben tirate, non fittissime, quasi a voler far trapelare quel che c’era scritto sotto sono lì a certificare le tensioni in atto. “Essendosi infine eccittato in questo Consiglio che, attesa la grande quantità di truppe esistente in questa Città, la difficoltà di poterla commodamente alloggiare, li gravi riclami che si ricevono continuamente dagli abitanti a questo proposito, le immense forniture che si devono fare, a cui non si sa oramai più come supplire, il pericolo che si possano manifestare delle gravi e molteplici malattie a causa della troppo affluente ed accumulata popolazione non tanto nella Città, quanto e più ancora nella Cittadella massime all’approssimarsi della calda stagione, sarebbe necessario di chiedere a S. E. il Sig.r Governatore Austriaco una proporzionata diminuzione di questa Guerniggione”.

Richiesta, dettata sia dalle emergenze che dal buon senso a cui il Consiglio dà pronta risposta. “all’oggetto di ottenere una necessaria proporzionata diminuzione di truppa in questa Città” tanto da incaricare il Sindaco di Prima Classe “a porgere un tale soccorso in nome di questo Pubblico con tutti quei motivi che credesi proprii e convenienti ad ottenere l’intento”. Parte debitamente cancellata con righe molto rade, poste di traverso…quasi a invitare il lettore a …”leggere sotto le righe”. A ben vedere…operazione pienamente compiuta.

….

Così ha termine, vista da un’altra interessante prospettiva, la vicenda storica forse più importante della Cittadella e una delle più rilevanti della storia della città  di Alessandria.

Dei percorsi possibili si è già accennato in apertura ma si vuole andare oltre. Abbiamo a disposizione una analisi più dettagliata e “comparata” delle esperienze di vita (e delle loro scelte in questo frangente) dei personaggi più volte menzionati. Oppure una verifica dei luoghi citati: il vecchio ponte in legno, risalente al Quattrocento, più volte restaurato, le vie lastricate con lose e pietre di fiume, la centralissima via Larga e il nuovo spiazzo perfettamente quadrato prospicente l’edificio del Comune. E ancora, una analisi calligrafica di chi, materialmente, ha redatto i verbali. Si tratta di ben quattro segretari diversi che, anche dalla grafia, fanno capire il loro stato d’animo. Si alternano, così, caratteri  a volte pieni, leggeri e ariosi, altre volte spigolosi, irregolari, con cancellature. Sicuramente da confrontare l’insieme della raccolta di verbali con i molti resoconti storici a disposizione…si potranno avere sorprese, magari solo ingenerate dall’uso di un verbo più “ammiccante” di un altro o di una frase “chiaramente forzata” nell’intento di far capire che “si andava per mostrare sottomissione….” ma, in realtà,  I’n cederan mai …i Lisandren…i’n cederan. O, se si prefrisce la frase completa andando indietro fino all’epopea di Gagliaudo Aulari:  “Per mancansa d’fen, per mancansa d’paja, a mantenuma er bestii con drà granaia. Ma at dirò, a nom di me fioi, e a pòs propi dili con argoi, che s’un mancheisa anca er gran…. I’n cederan mai …i Lisandren…i’n cederan” .   E in quel travagliato periodo, come abbiamo visto, di “mancanza di grano”, anzi di “grana”  ce n’era molta.

….

….

I percorsi vengono desunti in modo particolare dai seguenti testi:

.1. Fabrizio Quaglia: Il recinto del rinoceronte (I  giorni e le opere degli ebrei ad Alessandria prima dell’emancipazione del 1848), ed. dell’Orso 2016  (d’ora in avanti :cfr. Quaglia)

.2. Roberto Livraghi: Ceti dirigenti e governo della città di Alessandria nel lungo Risorgimento /1798 – 1861), ed. Almayer, Lama Mocogno (MO), 2012  (d’ora in avanti : cfr: Livraghi)

.3. Annalisa Dameri: Leopoldo Valizzone, architetto in Alessandria, ed. CELID, Torino, 2002   (d’ora in avanti:  Dameri)

.4. “Ombre e luci sulla restaurazione” Trasformazioni e continuità istituzionali nei territori del Regno di Sardegna Atti del convegno Torino 21-24 ottobre 1991

http://2.42.228.123/dgagaeta/dga/uploads/documents/Saggi/5bd82586d603e.pdf

con le “Memorie”di Pietro Civalieri a cura di R. Livraghi e G.M. Panizza. (d’ora in avanti “Civalieri”).

.5. F. BIMA – Storia degli Alessandrini. Prima edizione 1965. (d’ora in avanti “Bima”)

….

Il presente articolo è stato possibile grazie ai preziosi suggerimenti di un caro amico che voglio qui ricordare: Guido Ratti.       

A te si confà una breve frase di Sant’Agostino: “Iam omnia prius intellexisti et nos monuisti …”

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