Alessandria – i “pochi” treni

Seguendo il modello della politica del carciofo, i treni intercity (IC) e a lunga percorrenza che fino a non molti anni fa passavano da Alessandria vengono ad uno ad uno eliminati, lasciando la città sempre più povera di collegamenti diretti sulle direttrici più importanti. L’ultimo treno eliminato è il Torino-Lecce che era l’unico collegamento diretto da Alessandria, oltre che con tutte le principali località della costiera adriatica anche con le città dell’Emilia.

Il Torino-Lecce ora percorre la linea alta velocità (AV) Torino-Milano-Bologna e chi da Alessandria dovesse ad esempio raggiungere Modena si vede offrire la possibilità di raggiungerla passando da Milano e utilizzando poi treni intercity/Frecciabianca con tariffe che si aggirano tra i 25 e 34 euro. Se si passa da Milano anche con treni regionali la tariffa è di 22/23 euro. Solo se si sceglie di percorrere il tratto Alessandria/Voghera/Piacenza-Modena, con i treni una volta definiti locali, e l’incubo delle mancate coincidenze, la tariffa è di 17,60euro. Il tempo impiegato a percorrere i circa 200 km , sempre secondo il sito di Trenitalia varia superando le tre o addirittura le quattro ore.

Quali sono le ragioni della scelta di far passare il treno sulla AV? La scarsa affluenza? Chi si è servito qualche volta del treno o ha visto le persone in attesa del treno sul marciapiede della stazione non aveva l’impressione che il treno fosse scarsamente frequentato. Certo con le impressioni non si fa la statistica, ma per treni del cosiddetto “servizio a mercato” Trenitalia decide autonomamente in base alla propria convenienza senza dover rendere conto ai pochi o tanti viaggiatori (o alle Istituzioni che li rappresentano) e la scelta di eliminare il servizio compete solo alla società di trasporto, coerentemente al modello organizzativo del trasporto ferroviario scelto dall’Italia (come imposto dalle direttive UE 440/91 e seguenti).

Evidentemente Trenitalia trova più conveniente far passare il Torino Lecce sull’AV e ai viaggiatori delle città comprese fra Torino e Bologna non resta che adeguarsi anche in termini economici.

Ma chi abita fuori dal circuito AV che vuole o deve utilizzare il treno dove trova chi difende il suo interesse ad avere un livello di servizio di trasporto decente? L’obiezione più sensata alla costruzione delle linee AV, più che il calcolo costi benefici, è la documentata diminuzione, per la maggioranza degli italiani che non sono serviti dai treni veloci, del livello del servizio ferroviario che ne è la conseguenza, grazie alle scelte di Trenitalia avvallate dai governi di varia ispirazione.

Lodevolmente il PD alessandrino (e LeU a livello regionale), in relazione alla eliminazione del Torino Lecce ha emesso un comunicato stampa annunciando di aver richiesto un incontro all’assessore regionale per discutere dei trasporti nell’alessandrino, pur sapendo che non si sarebbe potuto ottenere alcun risultato concreto, e ha presentato una mozione specifica in Consiglio Comunale. Da un partito politico mi aspetterei qualcosa in più ovvero una riflessione per comprendere se l’organizzazione creata per gestire il comparto del trasporto ferroviario sia valida o vada rivista considerando i risultati.

La soppressione del Torino Lecce l’ultimo caso di una serie di scelte che hanno penalizzato la nostra città dovrebbe spingere non soltanto a proposte correttive di orari e inserimenti di relazioni, ma, alla luce dei risultati più che scadenti, a fare una seria riflessione sulla liberalizzazione e regionalizzazione del trasporto ferroviario correggendo le storture che ne sono derivate [1].

In realtà l’intervento dei politici in campo ferroviario ha prodotto “danni” o mostra che le Istituzioni arrivano in ritardo.

Qualche esempio per chiarire  1) la cancellazione dello “shunt” di Novi  2) mancanza di attenzione o/e mancata diffusione di informazioni sulle ricadute per i viaggiatori dei lavori programmati che interessano la rete 3) studi per nuove stazioni AV intermedie fra Torino e Novara.

1) Su richiesta del Sindaco di Novi Ligure  lo “shunt” ovvero la circonvallazione ferroviaria di Novi e stata eliminata dal progetto del terzo valico, pur senza  vantaggi per la città, con il beneplacito dell’Assessore della regione Piemonte creando un danno al resto della Regione, a cui sarà difficile porre rimedio. (per più informazioni).

2) Da voci che circolano in ambiente ferroviari nella primavera del prossimo anno tra Alessandria e Valenza potrebbero partire i lavori nella galleria ferroviaria per permettere il passaggio di container di grandi dimensioni. I lavori, indispensabili, possono essere eseguiti solo lasciando in funzione alternativamente uno dei due binari e sembra durino più di un anno. Le apparecchiature di sicurezza realizzati permetteranno la circolazione dei treni in sicurezza sull’unico binario in esercizio. La distanza fra le due stazioni e di circa 12 km e se anche gli impianti di sicurezza permetteranno di far partire (ad opportuna distanza di sicurezza garantita dagli apparati) supponiamo da Valenza un treno a seguito di un altro prima che il precedente sia giunto ad Alessandria, tre treni che convergono a Valenza diretti ad Alessandria da tre linee diverse impegnano la tratta per un periodo di tempo che varia fra i 15/20 minuti . I treni da Alessandria partiranno solo quando tutti i treni in senso opposto saranno arrivati. Queste limitazioni possono creare difficoltà nell’impostazione di orari che soddisfino le esigenze sopratutto dei viaggiatori pendolari. In relazione alle notizie diffuse non risulta che la Regione si sia occupata della questione ragionando su possibili correttivi.

3) In questi giorni l’Assessore regionale ha comunicato di essere in attesa degli esiti di uno studio per valutare la possibilità di fermate intermedie sulla linea AV Torino-Milano. Se pure le spese per lo studio non sono pagate dalla Regione ma dalla Compagnia di San Paolo, sorprende che qualcuno pensi che abbia senso una fermata intermedia sulla AV in un tratto di poco più di 150 km, come ha poco senso la stazione AVdi Reggio Emilia, quando per attrarre la clientela si promuovono treni che non effettuano alcuna fermata tra Milano e Roma[2]. Vero è che fra pochi mesi ci saranno le elezioni ed è possibile che tutto sia funzionale al tentativo di acquisire consensi.

Speriamo che si smetta di far politica da “pollaio” e si cominci a ragionare seriamente dell’organizzazione del trasporto ferroviario in questo paese.

[1]  Esempi di storture ed inefficienze in alcuni articoli comparsi su Cittafutura online

Ma perchè il sistema ferroviario fa acqua da tutte le parti? : http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?DOCID=17424

Ferrovie feudali:  http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?DOCID=18240

Nuovo consiglio di amministrazione delle FS:

http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?DOCID=19042

Meglio i vecchi ministri dei nuovi?:

http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?DOCID=20993

[2] http://www.cr.piemonte.it/web/comunicati-stampa/comunicati-stampa-2018/467-dicembre-2018/8506-nuove-fermate-av-sulla-torino-milano

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