Anni di crisi

Andando a ritroso nel considerare eventi che hanno lasciato traccia nelle esistenze personali e collettive, il 1973 segnò il brusco risveglio a una realtà che non avremmo immaginato di vivere nonostante le turbolenze degli anni precedenti.

Allora fu la crisi petrolifera che a lungo ci costrinse all’uso dell’auto a targhe alterne, gli Italiani riscoprirono le biciclette, i redditi parevano all’inizio non aver subito traumi … ma per poco. Fu brusco constatare la diminuzione del potere d’acquisto mentre fu lento l’adeguamento dei salari ad un livello che non riportò alle condizioni precedenti e il successivo blocco della rivalutazione automatica delle pensioni rispetto alla svalutazione fece il resto.

 

Poi ci fu il passaggio all’euro e il ricordo di quella prima mensilità con la nuova moneta fu disarmante: non più i bei bigliettoni che illudevano di riempire il portafoglio, ma quattro foglietti scarni che presto scoprimmo valere la metà. Correva l’anno 2002 ed era bisestile: per me, nata in un anno bisestile, queste ricorrenze hanno avuto, nel bene e nel male, particolare significato e se vogliamo essere pignoli il 2020, bisestile pure lui, fu l’anno del Covid, cui sono seguiti per noi e non solo, altri malaugurati accadimenti.

Ora siamo in guerra ed è passato sottotraccia il nostro rosario quotidiano, quando il giornale radio chiudeva le notizie con l’annuncio dello spread aggiornato dall’inesorabile valutazione di Standard & Poor’s … che ci misurava la febbre declassandoci dalle A alle B quando eravamo di poco in ascesa oltre il cento. E proprio quel rosario quotidiano ebbe influenza sulla percezione d’incertezza e sull’instabilità delle Istituzioni che iniziarono ad affidarsi a governi d’emergenza.

Invece oggi si dice sottovoce che abbiamo superato quota duecento di spread così, come nel finale d’una storia, procediamo impavidi farneticando invii di armamenti pesanti in Ucraina (nonchè stupide censure sulla Cultura russa), mentre cerchiamo di trovare altrove forniture essenziali alla sopravvivenza dei cittadini.

Un’altra volta siamo alle prese con i rincari energetici e alimentari … che quelli sì non hanno avuto un attimo d’esitazione, con stipendi e pensioni inadeguati e una percezione d’instabilità e timore per il futuro.

Questa mia breve analisi da far rabbrividire un economista, è sentimento comune di noi umani … accompagnata da una brutta sensazione d’impotenza e rassegnazione che certo non favorisce la partecipazione.

Marina Elettra Maranetto

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*