Urge l’avvio di una immediata de-escalation
(dal titolo originale del Comunicato ANPI del 14 marzo 2024)
Vengono citati un po’ tutti nel Comunicato, recentissimo, dell’ANPI che implora una soluzione negoziata per le due crisi che stanno letteralmente spaccando il mondo, quella della terra di Palestina e quella ukraina. L’appello è netto e si “limita” (altro non potrebbe fare) alla richiesta pressante di un “cessate il fuoco” , di un blocco dell’uso delle armi, specie in prospettiva di un possibile loro incremento per pericolosità e distruzione. Ma che altro “potrebbe fare” l’ANPI, così come papa Bergoglio o gli altri personaggi citati nel documento (riportato qui sotto)? Già… come se ne potrebbe uscire?
Cominciamo a credere che la faciloneria con cui si è affrontata la fase seguente la dissoluzione dell’URSS e la scomparsa dei “legami fraterni” con gli Stati satellite del Patto di Varsavia, sia stato – in qualche modo – voluta. Perchè in questo modo si sarebbero tenuti sulla corda i capi di Stato eventualmente riottosi riguardo ad un “novus ordo” con una sola grande superpotenza egemone. “Facciamoli bisticciare fra loro…facciamoli dividere, Cechi da una parte Slovacchi dall’altra, Croati contro Serbi, Sloveni sganciati dalla Balkania e focolai di rivolta ovunque”. “Divide et impera” si diceva una volta e il “novus ordo” è servito. Sperando che non scivoli troppo verso il “Neue Ordnung”.
Forse nemmeno gli USA se ne sono realmente resi conto e, d’altra parte, la scarsa attenzione posta dagli Americani alla fase di deindustrializzazione e “trasporto all’estero” di intelligenze, competenze e lavorazioni, ne è una conferma. Fenomeni di delocalizzazione e di svendita delle industrie-gioiello ( e loro chiusura finale) che hanno riguardato l’area oltre Oceano prima e poi, via via, la sacra Gran Bretagna fino agli imperi periferici degli Agnelli, dei Riva, dei Pirelli ecc.
I dati recenti che ci presentano gli States in crescita economica robusta sono drogati da mille fattori, a cominciare da come viene considerata l’occupazione. Inflazione in calo e disoccupazione quasi scomparsa ma a caro prezzo: i contratti, moltissimi contratti, sono a tempo determinato e parcellizzati in modo tale da essere quasi invisibili al fisco ma di grande utilità per le produzioni. Le città sono sempre più conurbazioni con nette divisioni fra i quartieri visibili a occhio nudo. Le “downtown” da cinquemila dollari al metro quadro a fronte di slums pidocchiosi senza acqua e con luce curiosamente a gettone. Il divario, la famosa “forbice”, aumentata progressivamente a partire dal 1980 sta avendo un’impennata dopo la breve parentesi del periodo Covid e ora l'”american way of life” è tornato ad essere un mantra di successo. Per chi se lo può permettere. Come negli anni Cinquanta dello scorso secolo, prima che qualche “sprovveduto” pensasse che “davvero … Contessa… anche l’operaio vuole il figlio dottore” e che “davvero” fosse possibile cambiare qualcosa. E, più o meno da quel periodo si cominciano a ricucire gli strappi causati da “troppa democrazia” da troppo “peace and love”.
Giusto il tempo, nel “Sessantaquattro” del secolo scorso, di firmare qualche foglio sulla necessità di non fare più esperimenti atomici nell’atmosfera, o – qualche anno dopo – di siglare in pompa magna vari SALT, che non sono “salti mortali” (1) ma limitazioni riguardanti i missili a testata nucleare. Poi vennero i “Pershing” e i “Cruise”, le “Brigate Rosse” con le loro pazzie omicide funzionali ad una reazione ben orchestrata, soprattutto venne il riflusso dovuto allo “schifo” per una politica infingarda piena di tangenti e furbizie. E, piano piano, il barile si è colmato fino a far uscire le sostanze più puzzolenti e orribili … che ora si mescolano in un ballo infernale.
Ma qualcuno ci crede ancora e….per dovere più che per speranza vera, rilanciamo modestamente qui…
… Testo del Comunicato ANPI
“Spira un mortale vento di follia. Non basta la strage di civili israeliani da parte di Hamas. Non basta l’eccidio ininterrotto di oltre 30mila civili palestinesi da parte di Netanyahu , di cui chiediamo con forza l’immediata cessazione. L’escalation delle reciproche minacce a partire dalla guerra in Ucraina, che prosegue con la sua lunga scia di sangue, ha superato di gran lungo il livello di guardia.
Siamo davanti alle reiterate minacce di Macron di inviare truppe in Ucraina con l’incredibile invito ai francesi di prepararsi alla guerra, al continuo e annunciato incombere dell’uso dell’atomica da parte di Putin “se si tenta di minare la nostra sovranità e indipendenza”, a un riarmo generalizzato e gigantesco da parte dell’Unione Europea, che ricorda ciò che avvenne prima delle due guerre mondiali.
Cos’altro deve succedere per far cambiare rotta? Ha mille volte ragione Papa Bergoglio quando ancora oggi denuncia “la pazzia della guerra” .
Cambiare rotta: ce lo chiedono la nostra coscienza, la Costituzione della Repubblica, la ragione stessa dell’unità europea, nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale.
Lanciamo un appello a tutte le forze politiche italiane affinché si prenda atto dell’estrema gravità della situazione, si operi per avviare immediatamente, oggi e non domani, una de-escalation della guerra in Ucraina, del riarmo, della tensione internazionale, cessino i continui richiami alla necessità di aumentare gli armamenti e il numero dei militari.
Lanciamo un appello a Putin e a Zelensky affinché si apra finalmente un canale di trattativa, si fermino i fiumi di sangue e di odio, si avvii la composizione di un conflitto che si aggrava di giorno in giorno e che può portare alla terza guerra mondiale.
Lanciamo un appello all’Unione Europea per un’assunzione piena di responsabilità, per una parola di pace mai pronunciata dall’inizio dell’invasione russa, davanti al rischio sempre più concreto di trasformare il vecchio continente in un campo di battaglia per la terza – e sicuramente ultima – volta.
Lanciamo un appello al Segretario generale delle Nazioni Unite per ricondurre alla ragione tutti i Capi di Stato d’Europa, dagli Urali all’Atlantico, e per ricercare ogni possibilità di una mediazione fra le parti in conflitto, anche attraverso l’intervento di Paesi terzi come il Brasile, la Turchia, la Cina.
Siamo all’allarme rosso. Urge l’azione per fermare la guerra. Domani sarà tardi”
…
.1.
SALT – Strategic Arms Limitation Talks (“Negoziati per la limitazione delle armi strategiche”) venne siglato tra Unione Sovietica e USA negli anni settanta in due turni:
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