Aspettando Tenet: Inception

“I sogni sembrano reali finché ci siamo dentro, non ti pare? Solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c’era qualcosa di strano”.

Grazie al successo commerciale de “Il Cavaliere Oscuro”, Christopher Nolan ha la possibilità di realizzare un suo progetto personale iniziato dieci anni prima (intanto insieme al fratello Jonathan e con David S. Goyer preparano il capitolo finale della trilogia di Batman).

Nolan comincia a lavorare seriamente all’idea; affascinato dal mondo onirico, studia un modo per applicare il concetto di condivisione di un sogno e dal modo in cui l’essere umano sia capace di produrre emozioni molto forti durante tale stato. “Inception” si basa infatti sull’idea che nei sogni ogni percezione appare reale e che nel subconscio si possono nascondere e di conseguenza scoprire i segreti più nascosti.

La vera essenza del film, secondo Nolan, è il fatto che “un’idea installata nella nostra mente possa rappresentare il parassita più resistente e potente e che l’idea che qualcuno possa avere la capacità di invadere i sogni, nel senso reale del termine, e di rubare idee, anche la più privata, è estremamente avvincente”.

Il paragone con Matrix sorge spontaneo, la difficoltà nel capire cosa è reale e cosa non lo è, un vero capolavoro di originalità e realizzato con una regia superba e un cast di attori in gran forma capitanati da Leonardo DiCaprio: un ladro, specializzato nella sottrazione di segreti dal subconscio, decide di accettare un ultimo lavoro e così finalmente tornare a casa dai suoi bambini. Per fare questo deve mettere su una squadra. Organizzare la struttura complessa del progetto. Fare i conti col suo passato. Naturalmente con tutti gli imprevisti del caso.
Non si riesce a staccare gli occhi dallo schermo.

Un film con idee geniali è sviluppato con i “tempi” di oggi.
Se vogliamo definire questa cinematografia in due parole potremmo dire: “giochi di prestigio di Christopher Nolan”.
Parliamo di un mondo dei sogni vivido che interagisce con la realtà vissuta ; possiamo trasformare, trasmutare la vita degli altri e la nostra entrando nei sogni e nella mente.
Il controllo del libero arbitrio attraverso i sogni evidenzia una volontà di coartare, dominare, sottomettere e ci propone un mondo difficile da accettare dove lo spazio di essere è messo in dubbio.

La sceneggiatura è a mio parere la parte piu importante di un film, ci vuole una grandissima abilità nel riuscire a fare un buon film con una storia prevedibile, ma questo non è un problema che si possa fare Inception, cosi complicato da non appartenere ad un genere cinematografico preciso, è un film di fantascienza, ma è ambientato ai giorni nostri, è un thriller, ma ambientato dentro a dei sogni, è un “Caper/Heist movie” per la sua precisione che ricorda il meccanismo di un orologio, eppure non parla di un furto, ha persino delle componenti horror, ad esempio la musica alta e il carattere aggressivo dell’ “ombra” di Mal (Marion Cotillard) in una delle scene del film, il film è addirittura drammatico quando vengono svelati i segreti di Cobb (DiCaprio).

Il finale è la ciliegina sulla torta di una pellicola che tiene incollati in ansia dall’inizio alla fine. Si può sognare di sognare? Si lascia agli spettatori l’interpretazione del finale. L’autore di questo film è un grande genio per aver saputo creare una trama simile.

“Inception” è un contenitore di sensazioni, percezioni, verso il quale bisogna avere il massimo rispetto, avvicinandovisi senza apriorismi o schematismi ideologici, una vertigine di labirinti, cosmi connessi ed intrecciati, simbiosi e alternanze, su più livelli, di realtà e sogni, ma anche flashback e flashforward, salti temporali di anni e addirittura decenni, e poi, per contro, rallenty prolungati all’infinito, sincronie e diacronie, incastri di sequenze che stordiscono lo spettatore senza appesantire il racconto.

Un film che non fa acqua da tutte le parti nella trama, con un’idea originale alla base, ma con numerose citazioni prese nei modi più disparati, vedi “Matrix”, ma anche il poco noto ciclo di romanzi russi “I guardiani della notte” da cui trae l’idea dei vari livelli di profondità nel sonno. Restano: un cast di stelle presenti, passate, e future, una colonna sonora coinvolgente sempre condotta da Hans Zimmer, soprattutto nella sequenza finale, come in “The Dark Knight”, per un film che finalmente soddisfa anche l’intelletto.

4 Premi Oscar vinti nel 2011 (Fotografia, Sonoro, Montaggio Sonoro, Effetti Speciali) per il capolavoro che fa di Christopher Nolan uno dei più importanti registi cinematografici dell’ultimo decennio.

Riccardo Coloris

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