Autonomia regionale e treni

Il cambiamento della Giunta comunale di Alessandria ha in parte oscurato la controversia fra il Sindaco di Alessandria e la Presidente dell’agenzia mobilità del Piemonte, controversia che ha comunque trovato ampio spazio sui giornali.

Il Sindaco lamenta la scarsità di relazioni fra Alessandria e Milano e la Presidente risponde che ci sarebbero addirittura 48 collegamenti giornalieri fra Alessandria e le varie stazioni di Milano. Intanto per chiarezza si sarebbe dovuto precisare che le 48 relazioni citate sono la somma delle possibili relazioni di andata e ritorno fra Alessandria e Milano e altrimenti avremmo sulla tratta più relazioni di quelle che ci portano a Torino.

Ma non è solo una questione di numerini. Se qualcuno va sul sito di Trenitalia e fa la ricerca di un orario per Milano si vede prospettare alcuni treni che lo portano a Milano passando per Torino e percorrendo poi la linea AV, oppure si vede proporre treni che raggiungono Milano passando per Novara o con cambi a Novi Ligure o ad Arquata. Chi si occupa di mobilità dovrebbe anche tener presente che sulla rete ferroviaria italiana il vecchi concetto di treni in coincidenza è stato stravolto e sono ormai rari i casi in cui può essere previsto che un treno ritardi la partenza per attenderne un altro in ritardo, dovrebbe pure sapere che non tutte le possibili combinazioni di treni che uniscono due località sono ugualmente allettanti e a volte nemmeno soddisfacenti.

Ha sicuramente ragione la Presidente dell’agenzia mobilità nel mettere in rilievo il congestionamento del nodo di Milano e considerando la congestione che si viene a creare nel nodo di Milano in corrispondenza delle stazioni di Milano Rogoredo, Lambrate e Milano Centrale; la relazione, oltre che più breve e meno intasata, è quella che porta a Milano S. Cristoforo/Porta Genova passando per Mortara. C:\Users\Daniela Nico\Desktop\Fiancata Milano Mortara.jpg Purtroppo, nonostante i progetti di dettaglio dei lavori risalgano a circa un quarto di secolo, il tratto fra Mortara e Milano S.C. è per oltre la metà ancora a semplice binario. Ulteriore difficoltà deriva dal fatto che, nel sistema parafeudale, del trasporto ferroviario non è detto che Trenord abbia interesse a favorire i “piemontesi” con la relazione su Alessandria rispetto al servizio per gli abitanti lombardi della tratta Milano Mortara.

Certo per chi deve prendere poi da Milano i treni AV l’itinerario su Milano S. Cristoforo/Metro è scomodo ma per difendere questi viaggiatori non sarebbe meglio battersi per far passare qualche treno AV da Alessandria? Sono quindi poco entusiasta di un obiettivo politico in cui si cerca rilanciare il ruolo del Capoluogo, non creando le condizioni per uno sviluppo autonomo, ma cercando di accreditarsi come l’estremo lembo del Ducato manco volessimo essere una “Fortezza Bastiani”; ma in politica ognuno ha diritto ad avere e difendere i suoi punti di vista.

Quello che però fatico a capire è come rappresentanti di forze politiche che attaccano con ottime argomentazioni i risultati dannosi che probabilmente produrrà la legge sull’autonomia differenziata non siano in grado di prendere atto dei danni prodotti dalla regionalizzazione del trasporto ferroviario. Ad esempio basterebbe chiedere all’agenzia mobilità di analizzare la qualità del servizio per i cittadini piemontesi che vogliono andare verso il levante ligure o la costa tirrenica. Ormai i treni interregionali sono limitati a Genova Principe solo qualcuno prosegue su Genova Brignole per andare oltre occorre cambiare treno con lunghi tempi di attesa o con coincidenze non garantite e comunque trasbordi non sempre agevoli. Dando una scorsa agli orari si nota che spesso ci sono RV, che partono da La Spezia e terminano la corsa a Ge Brignole

Treni interregionali in partenza da Alessandria per Genova Br e oltre nel 2005

(e viceversa), i cui orari sono compatibili con l’opzione di far proseguire il treno proveniente da La Spezia su Torino e viceversa, migliorando addirittura il servizio per le decine di viaggiatori che normalmente vengono obbligati al trasbordo con relativi allungamenti dei tempi di percorrenza. Si tratterebbe di riprendere la corretta logica trasportistica che fino a meno di 20 anni fa vedevano circolare treni a media percorrenza fra Torino e La Spezia/Pisa/Livorno e oltre.

Non è difficile vedere come la regionalizzazione spinta abbia provocato un peggioramento del servizio.

Non credo che qualche forza politica piemontese si dichiarerà favorevole a rinunciare alla gestione regionale del trasporto ferroviario. Le motivazioni per sostenere questa posizione saranno le piu varie e fantasiose anche se per nulla solide. Ma cosi stanno le cose.

Nicola Parodi

https://www.cittafutura.al.it/sito/collegamenti-ad-articoli-tema-trasporto-ferroviario/

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