La Stampa del 05/05/2023[1] ci informa che <I treni regionali da e per il Piemonte continueranno a fermarsi e a partire da Genova Principe anziché da Genova Brignole fino al 2026. È quanto è emerso dall’ultima riunione del tavolo a cui hanno preso parte Regione Liguria, Rfi, Trenitalia, Comune di Ronco Scrivia e Associazione Pendolari Novesi (Apn).
Da quando è stato avviato il potenziamento del nodo ferroviario di Genova, legato al Terzo valico, la maggior parte dei convogli non arriva più a Brignole dove si trova la maggior parte delle scuole superiori e degli uffici. Così i viaggiatori devono prendere un altro treno per arrivare a Brignole e viceversa. A febbraio Rfi aveva annunciato «un possibile miglioramento della situazione a partire dalla tarda primavera», a fronte delle richieste di mitigazione proposte dall’Apn e dal Comune di Ronco. Fra queste organizzare un bus navetta no-stop gratuito fra Principe e Brignole esibendo abbonamento o biglietto. Invece tutto resterà com’è. «A valle dell’ennesimo esito negativo del nostro ventaglio di proposte – dice Andrea Pernigotti, presidente dell’Apn – prendiamo atto che i disagi di pendolari, turisti e viaggiatori occasionali dureranno per almeno altri due anni se non tre».>
Non si può ignorare che la circostanza non fa che confermare l’assoluta mancanza di rispetto dei fruitori del servizio ferroviario da parte di chi gestisce il servizio e della Regione che invece farsi garante degli interessi di tutti i cittadini, compresi quelli che non risiedono in Liguria, pensa solo, forse per ragioni elettorali, a cercare di diminuire i disagi per alcuni cittadini liguri.
Occorre rassegnarsi e subire i disagi? No visto che se esistesse la volontà la maggior parte dei problemi, se non la totalità, potrebbe essere superata. I lavori hanno parzialmente ridotto il numero dei binari ma esistono soluzioni idonee a migliorare la capacità di ricezione dei treni. Se qualcuno vuole fare una piccola ricerca in rete digitando “grafico occupazione binari” trova le informazioni che illustrano come per aumentare le capacità di ricezione di treni in una stazione basti diminuire i tempi di sosta del treno stesso (o del materiale del treno che termina la corsa ) sui binari di circolazione della stazione. Il risultato si può ottenere ad esempio spostando il materiale del treno che termina la corsa dal binario in cui è arrivato su uno dei binari secondari di cui la stazione di Ge Brignole una volta disponeva e che si spera non siano stati smantellati per “risparmiare” sui costi. Dai binari secondari il treno potrebbe essere traslato sui binari di partenza pochi minuti prima dell’orario previsto riducendo in tal modo l’occupazione di un binario di circolazione. Certo questo tipo di operazione ha un costo che né Trenitalia né la Regione vogliono accollarsi; risultato disagi per gli utenti. Esiste anche una soluzione che addirittura potrebbe migliorare il servizio. Dando una scorsa agli orari si nota che spesso ci sono RV, che partono da La Spezia e terminano la corsa a Ge Brignole (e viceversa), i cui orari sono compatibili con l’opzione di far proseguire il treno proveniente da La Spezia su Torino e viceversa migliorando addirittura il servizio per le decine di viaggiatori che normalmente vengono obbligati al trasbordo con relativi allungamenti dei tempi di percorrenza. Si tratterebbe di riprendere la corretta logica trasportistica che fino a meno di 20 anni fa vedevano circolare treni a media percorrenza fra Torino e La Spezia/Pisa/Livorno.
Non può essere accettata la giustificazione che il materiale di un treno “è della Regione Liguria” mentre l’altro “è della Regione Piemonte”.
Ma Governi e Regioni hanno creato un sistema di trasporto ferroviario basato soprattutto su una logica regionale/feudale che nemmeno i più benevoli osservatori possono riconoscere efficace. Sindaci e Amministratori Regionali intervengono solo per sponsorizzare scelte esclusivamente localistiche arrivando a bloccare opere di interesse generale per conquistare qualche voto.
Quasi sempre i disagi per lavori alla sede ferroviaria si possono ridurre considerevolmente ma quello che sembra mancare è l’attenzione e l’impegno (o forse la competenza necessaria?) dei decisori a difendere gli interessi degli utilizzatori del trasporto ferroviario.
Alcuni link ad alcuni articoli sul tema .
https://www.cittafutura.al.it/sito/ferrovie-disagi-continuano/
https://www.cittafutura.al.it/sito/treni-ritardi-inevitabili/
https://www.cittafutura.al.it/sito/alessandria-i-pochi-treni/
http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?DOCID=18240
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