I BRICS e il potere del dollaro secondo Varoufakis

Di recente l’economista greco, ex ministro delle finanze del suo paese nel 2015, Yanis Varoufakis è intervenuto sul canale youtube del suo movimento (Diem25) con questo interessante contributo. Molto si è parlato negli ultimi mesi degli ambiziosi piani di allargamento e ristrutturazione dei BRICS anche nel loro meccanismo finanziario e di sostegno allo sviluppo dei paesi associati. Ma come funziona di preciso il meccanismo finanziario dei BRICS, ed è veramente messo in discussione il dominio del dollaro? E come fanno gli Stati Uniti a mantenere il dominio del dollaro avendo un gigantesco deficit commerciale, che porterebbe al fallimento qualunque altro paese “normale”? Argomento importantissimo quello del funzionamento del sistema economico e finanziario internazionale che da noi, dopo la scomparsa di Luciano Gallino nel 2015, nessuno affronta in modo originale e sistematico e su cui Varoufakis è tornato molte volte nei suoi libri, ricordiamo fra gli altri: “Il Minotauro Globale” e “I deboli sono destinati a soffrire?”. Una narrazione che continua a svilupparsi nell’ultimo suo lavoro “Tecnofeudalesimo: cosa ha ucciso il capitalismo” per La Nave di Teseo. In questo semplice e colloquiale approfondimento Varoufakis ci aiuta a capire come stanno le cose (e come sempre non perde l’occasione di ammonire i compagni della sinistra a non prendere lucciole per lanterne!). Essendo il video in lingua inglese, mi è sembrata cosa utile sbobinare e tradurre velocemente in italiano l’intervento per rendere agevole la comprensione per chi sia interessato (è anche possibile per i più “nerd” inserire i sottotitoli automatici in italiano maneggiando nelle opzioni di Youtube). – F.B.

Varoufakis: << Quello che rende veramente il dollaro potente è che gli Stati Uniti sono in rosso!

Loro continuano a comprare cose dalla Cina, dall’Europa, dall’Africa, dall’Asia, molte più cose di quante ne vendano a loro volta. Per dei paesi normali, quando tu hai un così grande deficit commerciale, sei nei guai. A stretto giro la tua moneta si svaluterà, avrai una crisi del debito, di lì a poco il FMI verrà da te, e molto presto dopo di ciò, perderai tutte le tue scuole, le tue strade, i tuoi ospedali, la tua gente sarà buttata fuori dalle proprie case.

Come è possibile che invece gli Stati Uniti hanno potuto trasformare un deficit commerciale nel più grande strumento di potere coloniale nella storia dell’umanità?

Perché di questo si tratta! Immagina di essere un capitalista a Shangai e di avere una fabbrica che produce alluminio. Dove vendere questi prodotti? Agli Stati Uniti, che sono quelli a cui mandi il tuo alluminio. Perché l’acquirente, il compratore, degli Stati Uniti può acquistare da te? Perché gli americani hanno i dollari, e usano i dollari per comprare il tuo alluminio. Questo è il deficit commerciale.

Il fatto è che loro possono continuare a comprare cose senza venderne altrettante, solo stampando dollari, che vanno dunque ai capitalisti cinesi… e cosa fa il capitalista cinese con i dollari che egli ottiene vendendo alluminio?

Li porta a Wall Street.

E qui lui compra debito americano, ne consegue che egli finanzia il governo americano. E compra immobili, compra proprietà a Miami, in California, a Chicago, a New York.

E quindi abbiamo questo sistema di riciclo.

La ragione per cui i BRICS non sono destinati a diventare una minaccia di rilievo al dollaro è proprio perché i capitalisti russi, quelli cinesi, quelli indiani, indonesiani, degli Emirati Arabi Uniti, loro non vogliono affatto che il dollaro sia spodestato da nessuna moneta, digitale, cripto, o… normale!

Loro vogliono che il dollaro rimanga completamente e assolutamente dominante perché il loro malloppo, la loro fortuna, è in dollari! E prospera nel sistema finanziario statunitense.

Chi ha ideato l’acronimo BRICS?

Un tizio chiamato O’Neill, Jim O’Neill.

Ma chi è Jim O’Neill? Il capo economista di Goldman Sachs.

E’ lui che ha tirato fuori l’idea dei BRICS!

Egli sosteneva che se tu stai investendo soldi, dovresti lasciare perdere l’Occidente, dovresti invece investire in paesi come il Brasile, la Russia, la Cina. Per rendere l’idea più accattivante, per dargli un margine di marketing [ha inventato i BRICS].

Una volta l’ho incontrato. Gli ho chiesto: perché hai messo dentro il Sud Africa? La “S” dei BRICS.

Lo sapete cosa mi ha risposto?

Perché un “solo” BRIC non suonava bene. E volevo una S per fare il plurale. Così aggiunse il Sud Africa lì dentro.

Questo è il livello del dominio anglo-europeo-americano.

Tutto il mondo in via di sviluppo guarda ai BRICS come il salvatore e i BRICS sono un acronimo inventato dal capo economista di Goldman Sachs! Ci siamo?

Ora, non è però che (il BRICS) sia un fatto marginale. Non è un dato trascurabile, perché una parte crescente del commercio internazionale non sarà in dollari.

E penso infatti che il più importante avvenimento delle ultime settimane è quando sentiamo che l’Argentina ha ripagato alcuni miliardi di dollari che doveva all’FMI usando lo yuan cinese.

Se lo abbini al fatto che la nuova banca di sviluppo, che è la banca dei BRICS – dove Dilma Roussef, la ex presidente brasiliana, è la presidente – si appresta a concedere prestiti nelle valute locali, e inoltre la notizia è che c’è anche un altra istituzione dei BRICS, una struttura separata, che è destinata a rimpiazzare l’FMI.

Così quando un paese è associato ai BRICS, per esempio il Sud Africa, o un qualsiasi altro paese che aderisce ai BRICS in qualche forma associativa, quando questi paesi hanno un problema con la bilancia dei pagamenti, quando non possono ripagare i loro banchieri in Germania, o i loro banchieri in Inghilterra, in Francia, in America, allora questa versione BRICS del FMI interviene e concede loro prestiti in valuta locale.

Ora cosa significa questo? Cosa significa ricevere un prestito in valuta locale?

Ebbene, quando l’Argentina ha rimborsato la sua rata del FMI – si trattava di qualcosa come quattro o cinque miliardi di dollari – utilizzando lo yuan, ciò significa che i cinesi l’hanno rimborsata utilizzando il loro stock di dollari.

Se questa nuova banca di sviluppo guidata da Dilma presta all’Argentina o al Sud Africa o allo Zambia, se loro prestano moneta in valuta locale, in rand sudafricani, al governo del Sud Africa, cosa significa questo? La Banca dei BRICS non ha rand da prestare. Quello che ha sono dollari, giusto? O yuan. Può prestare loro dollari o yuan.

Ora perché quel prestito sia utile al Sud Africa, i sud africani, il governo del Sud Africa che prende questo prestito, deve essere in grado di comprare cose dall’America, dall’Europa, dall’India, quindi devono pagare in dollari!

Quindi, in sostanza, ottengono dollari dalla banca dei BRICS, ma devono ripagare in futuro con gli interessi i dollari che sono serviti inizialmente per dare il rand.

Che significa? Significa che se il rand si svaluta del 50% nei successivi dieci anni, quando i prestiti devono essere ripagati, questo è un bene per il Sudafrica dato che il Sudafrica avrà un’inflazione, e la stessa quantità di rand tra dieci anni varrà la metà, quindi di fatto dovrà restituire alla Banca BRICS la metà del denaro.

Dunque abbiamo un tasso di interesse negativo per la Banca dei BRICS.

Chi soffrirà per questa perdita?

I cinesi! Perché essi sono gli unici fra i BRICS che hanno una grande riserva di dollari.

Così essenzialmente la Banca BRICS significa che i cinesi stanno usando il loro stock di dollari con l’obiettivo di prestare ai paesi che prendono prestiti dalla BRICS Bank e prendere su sé stessi i rischi di svalutazione – Pechino li prenderà sulle proprie spalle – mentre ora quando un paese africano prende un prestito, il rischio di svalutazione è tutto suo: dovrà pagare per questo.

Ora: ma perché i cinesi fanno questo? Bene una ragione è che hanno accumulato troppi dollari!

In un senso che puoi capire, perché hanno un’eccedenza di conto corrente molto grande che mantengono con ogni pezzo di alluminio, auto o qualsiasi cosa sia, o vestiti che vendono agli americani, o agli europei, ricevendo indietro dollari, giusto?

E che ci fanno con tutti questi dollari? Li portano a Wall Street. Ma ora hanno visto cosa è capitato dopo la guerra in Ucraina, che la Banca Centrale degli Stati Uniti, la Fed, ha confiscato 350 miliardi di dollari alla Russia. Così pensano: ma questo lo possono fare anche a noi!

Allora sai che facciamo, possiamo usare i nostri dollari nel network BRICS per avere più influenza sul Sud Africa, sull’Arabia Saudita… in questo modo stanno socializzando fra i paesi del Terzo Mondo – quei paesi che noi eravamo abituati a chiamare del Terzo Mondo – le loro scorte di dollari.

Dunque, i BRICS sono la Cina! Non nascondiamoci dietro un dito qui.

I BRICS sono la Cina, con l’India che cerca di trovare una via di mezzo, con gli Emirati Arabi Uniti che fanno il loro gioco tra l’Occidente e i BRICS in modo da avere dei vantaggi… come i Sauditi che vogliono negoziare buoni affari per sé. Loro non vogliono uscire dalla zona del dollaro, ma vogliono rafforzare le loro relazioni con la Cina, con i BRICS, con l’obiettivo di utilizzare tutto il loro potere contrattuale con gli Stati Uniti.

Tutto questo è molto interessante.

Ma cari compagni della sinistra, io sono veramente sconcertato. Quelli di sinistra hanno questa tendenza: guarda i BRICS… !

Lo sapete, siamo orfani.

Noi della sinistra dal 1991, quando l’Unione Sovietica è collassata, siamo rimasti orfani.

Cerchiamo una grande potenza internazionale che possa proteggerci. Che ci faccia sognare di essere la “nostra”, che sconfiggerà per noi il grande mammut capitalista, non è così?

Non facciamo questo errore. Non è questo che i BRICS sono. Sono importanti, ho spiegato perché, ma questa non è la nuova Internazionale Comunista, la nuova Internazionale Socialista… la nuova… come dire… Internazionale Umanista… non si tratta di questo! >>

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